Ferrari ottimista a Miami, obiettivo seconda forza dietro McLaren

  • Postato il 1 maggio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Ferrari si trova ancora una volta davanti al medesimo problema in Florida: scenario competitivo che in F1 viene riassunto con una semplice parola: compromesso. Sì, perché quando la coperta è corta, deliberare una buona messa a punto è parecchio complicato. In attesa delle correzioni alla vettura, il team italiano dovrà ancora lottare duro per emergere. Il tutto all’interno di un weekend con la Sprint Race.

Il vantaggio da sfruttare sulle gomme

Una delle varianti principali in questo fine settimana saranno ancora una volta le mescole. Parliamo dell’unico punto di contatto della vettura con l’asfalto e proprio per questo deve essere gestito nella maniera più proficua. Non farlo significa perdere grip e di riflesso prestazione. Le temperature molto alte di Miami non aiuteranno, in tal senso. Ricorderemo l’overheating al retrotreno nel 2024, grattacapo imperante.

Quando gli pneumatici si scaldano eccessivamente ed escono al di fuori della temperatura target, in automatico la prestazione cala. Tuttavia, rispetto alla scorsa campagna agonistica, la Rossa fatica ad attivare gli pneumatici. Un tratto distintivo che può tornare utile quando la colonnina di mercurio è parecchio alta. Un parametro che il Cavallino Rampante potrebbe utilizzare a proprio favore.

L’obiettivo è quello di fornire il giusto quantitativo di aderenza e in maniera costante, per accedere a tutta la performance disponibile con alto quantitativo di carburante a bordo. Idem per la qualifica, dove l’attivazione dovrebbe essere decisamente più semplice rispetto alle difficoltà incontrate nel sabato di Jedda. Inoltre, in linea generale, sappiamo che il team ha lavorato parecchio sotto questo aspetto, per realizzare un passo avanti nella giusta direzione e sfruttare appieno le coperture nella transizione tra le due configurazioni.

Il problema tecnico da limitare

Il layout della pista statunitense è davvero molto tosto. Curve ad ampio raggio nel primo settore, sezioni guidate nel secondo e tratti veloci nel terzo. Miami presenta un’impostazione variegata, dove sono presenti diverse tipologie di curve. Ed è proprio su questo punto che ci leghiamo al discorso accennato all’inizio dell’articolo, in quanto non avere sufficiente duttilità tecnica può essere un serio problema.

La finestra di setup della SF-25 è ristretta e costringe il team a “patteggiare” con la prestazione. Al contrario di McLaren, che possiede una mappa aerodinamica molto ampia, la scuderia italiana è costretta a trovare compromessi meno efficaci. Essere troppo estremi come nelle prime gare non ha funzionato, e proprio per tale ragione la Rossa deve “accontentarsi” di fare il possibile. Cercando di sopperire ai limiti della vettura tramite un equilibrio alquanto traballante, in pratica.

Mossa alla quale si somma il talento dei piloti che possono mascherare alcuni limiti con le loro capacità al volante. L’equazione tra grip meccanico ed efficienza aerodinamica è decisiva, dovendo equilibrare i due parametri senza valorizzarne uno a discapito dell’altro. Ferrari ha scelto di ottimizzare il T1. Parte da qui la costruzione della messa a punto. Si cerca di ottimizzare il rendimento nelle pieghe rapide affinando il setup nel resto della pista.

Abbiamo già spiegato che la SF-25 non ha problemi di base nel creare grip alle basse velocità. Tuttavia, la coperta corta di cui sopra non consente al gruppo di lavoro italiano di massimizzare diverse tipologie di curve. Considerando che il primo tratto della pista è il punto di partenza per mettere assieme l’assetto, nel T2 è possibile che l’auto modenese possa soffrire ancora nelle curve più lente e guidate.

Trazione ed efficienza per ottimizzare la prestazione

Mai come in questa stagione, da quando esistono le wing car che sfruttano i Canali Venturi, la forza della messa a punto è fondamentale per accedere alle prestazioni volute. All’interno di questo scenario va considerato un altro parametro decisivo. Ci riferiamo all’efficienza aerodinamica del corpo vettura. Ferrari ha dimostrato di sapersi difendere molto bene su questo fronte.

Non è a livello Red Bull, la migliore in tal senso, ma riesce comunque a sviluppare velocità di punta superiori a quelle della scuderia di Woking. Un elemento importante che potrà giocare a favore nella prima parte del T2 e soprattutto nel lunghissimo tratto ad alta velocità di percorrenza che si trova nell’ultima zona della pista. In uscita da curva 16, la trazione sarà decisiva per raggiungere le top speed adeguate.

In questo caso entra in gioco la capacità sospensiva della Rossa che dovrà, ancora una volta, trovare il giusto compromesso tra rigidità sull’avantreno per ottimizzare i cambi di direzione del T1 e una certa “morbidezza” al posteriore per rendere al massimo nelle fasi di accelerazione tra secondo e terzo settore. Ferrari punta con decisione al podio: per diventare la seconda forza a Miami, dovrà avere la meglio su Mercedes e Red Bull.

Autore
Virgilio.it

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