Flotilla, Nazioni Unite: “L’azione di Israele contro navi civili aggrava il blocco illegale”. Le condanne nel mondo
- Postato il 3 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani non ha dubbi su quanto accaduto il primo ottobre in acque internazionali. Il portavoce Thamin Al-Khitan, in una dichiarazione all’agenzia turca Anadolu, ha affermato che “l’intervento di Israele contro navi civili disarmate dirette a Gaza, in acque internazionali, aggrava il blocco illegale imposto alla Striscia di Gaza”. Al-Khitan ha anche richiamato l’obbligo di Israele, in qualità di potenza occupante, di rispettare l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia del gennaio 2024, che impone la consegna degli aiuti umanitari “tempestivamente e senza ostacoli”.
La dichiarazione si sommano alle condanne di molti leader mondiali che hanno definito illegale l’intercettazione della Global Sumud Flotilla. In Europa, la Spagna ha convocato l’incaricato d’affari israeliano a Madrid in segno di protesta e il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha descritto l’attacco come “una violazione del diritto internazionale”. Il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha precisato che gli attivisti a bordo “non rappresentano e non hanno rappresentato alcuna minaccia per Israele o per chiunque altro,” in quanto il loro “unico obiettivo era umanitario”. Stessa posizione per il primo ministro irlandese Micheal Martin, che ha denunciato la “violazione del diritto marittimo internazionale” in caso di intercettazione in acque internazionali. Quanto agli arresti, un portavoce del Foreign Office ha dichiarato che il Regno Unito ha detto che “gli aiuti trasportati dalla flottiglia dovrebbero essere consegnati alle organizzazioni umanitarie sul campo per essere consegnati in sicurezza a Gaza”, precisando che è responsabilità del governo israeliano affrontare la “atroce crisi umanitaria a Gaza”, evidenziando la necessità di revocare immediatamente e incondizionatamente le restrizioni sugli aiuti.
Severe le reazioni politiche in America Latina. Il presidente colombiano Gustavo Petro, dopo aver appreso della detenzione di due cittadini colombiani, ha ordinato l’espulsione dell’intera delegazione diplomatica israeliana, avvertendo che l’azione costituisce “un nuovo crimine internazionale da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu”. Il governo del Venezuela ha descritto l’intercettazione come un “vile atto di pirateria”. Il presidente boliviano Luis Arce ha condannato l’episodio come “un inaccettabile atto di violenza” e una “flagrante violazione del diritto internazionale”. In Sudafrica, per il presidente Cyril Ramaphosa l’intercettazione “è contraria al diritto internazionale e viola la sovranità di ogni nazione”, oltre all’ingiunzione della Corte Internazionale di Giustizia sugli aiuti umanitari. Il ministero degli Esteri turco parla di “atto di terrorismo che viola gravemente il diritto internazionale e mette in pericolo la vita di civili innocenti”. Dall’Asia, il forte attacco del primo ministro malese Anwar Ibrahim: “Bloccando una missione umanitaria, Israele ha mostrato assoluto disprezzo non solo per i diritti del popolo palestinese ma anche per la coscienza del mondo”. Il presidente delle Maldive Mohamed Muizzu ha detto che “prendere di mira un convoglio umanitario che trasporta soccorsi a una popolazione privata della libertà e delle necessità di base è un grave affronto all’umanità e al diritto internazionale”. Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha richiesto la fine di quella che definisce “barbarie” e l’immediato rilascio degli attivisti della Flotilla.
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