Giusta la protesta dei direttori del Ministero della Giustizia: un anno dopo ci risiamo

  • Postato il 2 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo un anno ci risiamo: i direttori del Ministero della Giustizia sono costretti ancora una volta a farsi sentire.

Il Coordinamento nazionale direttori giustizia ha infatti proclamato per mercoledì 3 settembre 2025 uno sciopero nazionale che coinvolgerà tutti gli uffici giudiziari del Paese, accompagnato da presidi e manifestazioni sul territorio. Al centro della protesta c’è sempre la bozza del nuovo Ordinamento professionale del personale non dirigenziale dell’Amministrazione giudiziaria, predisposta dal Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria e diffusa ai sindacati il 26 giugno scorso. Il testo prevede la soppressione del profilo del direttore, con il suo assorbimento nella generica famiglia professionale dei servizi amministrativi dell’Area Funzionari. Una misura che, secondo l’Associazione, “non ha basi giuridiche, svilisce la dignità professionale e contraddice i principi di buona amministrazione”.

Il Coordinamento ricorda che il D.M. Giustizia del 9 novembre 2017 ha riconosciuto ai direttori compiti di natura tecnica, gestionale e specialistica, che comprendono funzioni vicarie del dirigente, attività ispettive, formazione del personale e partecipazione a commissioni ministeriali. Competenze che – sottolineano i direttori – corrispondono ai requisiti dell’Area delle Elevate Professionalità introdotta con il Ccnl Funzioni Centrali 2022-2024.

La mobilitazione sindacale è già affiancata dal ricorso alla magistratura. Il 12 luglio scorso, presso il Tribunale del Lavoro di Napoli, è stato depositato il primo ricorso individuale da parte di un direttore attualmente in servizio, per accertare il demansionamento di fatto subito. È il primo caso giudiziario nell’ambito di una vertenza nazionale che ha già portato alla dichiarazione dello stato di agitazione permanente.

In Italia in generale spesso non capiamo che una macchina amministrativa per funzionare ha bisogno di professionalità e competenza specifica. Nel caso in questione, nel fondamentale Settore della Giustizia non esistono solo i Magistrati e gli Avvocati. Esiste, infatti, un apparato fondamentale per il corretto funzionamento del sistema giudiziario, ossia i cosiddetti “Direttori della Giustizia”. I Direttori hanno un ruolo fondamentale di coordinamento e direzione dell’attività di cancelleria e quindi di tutti coloro che operano negli uffici amministrativi all’interno dei Tribunali e nella amministrazione centrale. Spesso svolgono anche le funzioni vicarie dei vari Dirigenti assenti o mancanti nei Tribunali.

In Italia i Direttori sono circa 1670. Un numero di professionalità molto importante e fortemente preparato.
Insomma, sono in pratica la vera macchina operativa dei Tribunali. Essi, dal punto di vista dell’inquadramento professionale, sono i quadri della amministrazione giudiziaria e svolgono, altresì, un importante e concreto ruolo di cerniera tra i magistrati e il personale di cancelleria. Andare ad eliminare questa importante figura professionale di fatto paralizzerebbe il sistema Giustizia.

Per tale motivo Nunzia Paudice, Presidente del Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia, chiede un confronto serio e costruttivo per modificare la bozza dell’ordinamento e tutelare le funzioni e l’identità professionale dei direttori.
In assenza di risposte concrete, Il Coordinamento è pronto a proseguire con ulteriori iniziative sindacali e giudiziarie.

Insomma, ad un anno esatto di distanza ci risiamo. Si taglia indiscriminatamente senza senso e logica. O meglio con criteri del tutto contrari al buon funzionamento del sistema giustizia. E questo dovrebbe far riflettere. Si vuole colpire al cuore l’ultimo baluardo di efficienza all’interno dei Tribunali. Bloccare il lavoro dell’operato della giustizia a danno dei cittadini.

I Direttori conoscono a pieno i problemi concreti e reali dei singoli Uffici di Giustizia in Italia. Sarebbe utile, invece, invertire la rotta e riconoscere loro il giusto inquadramento professionale. Bisogna investire sulla competenza e la professionalità soprattutto nel settore emblematico della giustizia. Una giustizia che funziona è indispensabile per uno Stato di Diritto anche in vista dei parametri europei.

Per questo trovo doveroso sostenere la giusta protesta dei Direttori di Giustizia. Una protesta nell’interesse collettivo e di un sistema forse poco conosciuto ma che riguarda tutti noi. Confidiamo che il Ministero, già Magistrato, voglia ascoltare la voce dei Direttori e dare loro la giusta attenzione e merito. Diversamente sarebbe l’ennesima riforma che invece di aiutare i cittadini e gli utenti del sistema giustizia li danneggerebbe.

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Il Fatto Quotidiano

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