Gli ErosAntEros compiono 15 anni: si festeggia con due opere sperimentali

  • Postato il 13 ottobre 2025
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Il 26 e 27 settembre scorsi la compagnia ErosAntEros ha festeggiato a Ravenna i suoi primi quindici anni presentando in anteprima due nuovi lavori. Fondata in questa città nel 2010 da Agata Tomsic, attrice e dramaturg italo-slovena, e da Davide Sacco, music designer e regista, la compagnia ErosAntEros si è dedicata inizialmente a raffinate sperimentazioni su immagine e suono, che hanno tenuto in secondo piano la parola e che soprattutto facevano a meno di un vero e proprio testo.

Un significativo esito produttivo di questa fase è stato lo spettacolo Nympha, mane! (2010-2012), da cui si svilupperanno anche le ricerche universitarie, condotte da Tomsic presso il Dams bolognese, sul motivo della Ninfa nella cultura e nell’immaginario occidentali, con un riferimento dominante agli studi iconografici del grande storico dell’arte tedesco Aby Warburg.

Nel 2014, i due attuano una decisa svolta nel lavoro. E si tratta di una svolta duplice. Da un lato emerge in loro la necessità di conferire alla ricerca un taglio più esplicitamente impegnato dal punto di vista civile e politico, mediante una riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Dall’altro, con una coincidenza sicuramente non casuale, decidono di andare a un confronto più ravvicinato con la dimensione verbale e la drammaturgia scritta.

A fare da mentori di questo turning point, troviamo due figure emblematiche di intellettuali-artisti del secolo scorso, Brecht e Pasolini, e un gruppo teatrale ormai leggendario, sulla breccia da oltre sessant’anni: l’Odin Teatret, diretto da Eugenio Barba.

Nasce così Come le lucciole, un work in progress dal 2013 al 2015, con un evidente riferimento a PPP attraverso la rilettura fattane da Georges Didi-Huberman, warburghiano eretico, e Sulla difficoltà di dire la verità (2014), efficace mise-en-espace di uno dei testi più esplicitamente politici scritti da Brecht, quasi un manuale per l’aspirante rivoluzionario.

Dopo un’importante collaborazione con ERT, per la messa in scena di un testo di Emanuele Aldrovandi, da loro commissionato, sul neofascismo contemporaneo (Allarmi!, 2016), il lavoro successivo di Agata e Davide è continuato all’insegna di un teatro sempre più engagé, che però non rinuncia al valore estetico della forma. Si va da 1917, uno spettacolo-concerto in omaggio alla Rivoluzione d’Ottobre per il suo centenario, a una performance sul Sessantotto e i movimenti contemporanei (Vogliamo tutto!, 2018), e a Sconcerto per i diritti (2019), sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Ma vanno ricordati soprattutto i due lavori successivi, che segnano un ulteriore salto produttivo in chiave transnazionale: Confini (2020/21), una importante coproduzione italo-lussemburghese, sulle migrazioni del passato, del presente e del futuro (testo di Ian De Toffoli), e Santa Giovanna dei Macelli, di Brecht (2024), uno spettacolo in quattro lingue con la partecipazione della storica band slovena Laibach. In mezzo c’è stato Libia (2022), uno spettacolo-inchiesta creato a partire da un libro della giornalista Francesca Mannocchi e dell’artista-attivista Gianluca Costantini.

Da ultimo, ma certamente non per importanza, occorre ricordare il festival Polis, fondato nel 2018, che, confermando il respiro europeo della compagnia, ogni anno è dedicato a un Paese diverso della Ue.

Vale la pena di spendere qualche parola sulle due nuove produzioni. Perché con esse ErosAntEros rilancia e raddoppia, in più sensi. Intanto perché si tratta di lavori che vedono impegnati separatamente Agata e Davide. La prima è alle prese con i testi dedicati in momenti diversi a Medea dal drammaturgo tedesco Heiner Müller, riuniti col titolo Materiale per Medea. Il secondo debutta come performer (cantante) in proprio in un monologo-concerto basato sull’adattamento di un racconto distopico di Ursula Le Guin (Quelli che si allontanano da Omelas). Due lavori di sicuro impatto e sofisticata confezione, pronti ad andare in tournée.

Nel primo, in particolare, colpiscono e inquietano – in alternanza con la band darkwave La Mano Sinistra – il volto e la voce di Eva Robin’s, catafratta nel ruolo di un fantascientifico storyteller immobile, come in una pièce di Beckett, ma sdoppiata tra presenza dal vivo e proiezione sul fondale. Nel secondo, giocato su di un ricercato dosaggio di buio e luci radenti, che alla fine “aggredirà” gli spettatori seduti in cerchio, stanandoli nel loro voyerismo da peep-show, Agata Tomsic, sola in scena, conferma la sua ammirevole crescita come regista e come attrice di grande intensità e precisione, capace di mettersi in gioco fisicamente come mai prima.

In modi diversi, per i temi evocati e i linguaggi utilizzati, queste due creazioni confermano la vocazione di ErosAntEros a interrogarsi sulle drammatiche questioni che opprimono il nostro presente (razzismo, violenza di genere, stermini…) e chiamano gli spettatori a una assunzione di responsabilità non più differibile.

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Il Fatto Quotidiano

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