Grazie Stefano Benni per aver reso il mondo più intelligente e divertente
- Postato il 9 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Oggi se n’è andato Stefano Benni, e scrivo questo post come si fa sempre quando muore qualcuno di importante: si cerca di ricordarlo raccontando momenti trascorsi insieme. È l’egocentrismo dei morti famosi – post dove si parla di sé ma si ricordano gli altri, e ci si prova a consolare in questo modo.
Benni non era solo uno scrittore, era un architetto di mondi possibili. I suoi personaggi – dalla Luisona di Bar Sport ai protagonisti della Compagnia dei Celestini – erano specchi deformanti della nostra umanità, ma specchi che restituivano sempre dignità e tenerezza anche ai più grotteschi tra noi.
La sua scrittura ha insegnato a generazioni di lettori e scrittori che si può essere profondi restando leggeri, che l’umorismo è la forma più alta della serietà. Ha mostrato che le parole possono essere giocoleria e poesia insieme, che raccontare vuol dire inventare, e che inventare è il modo più onesto di dire la verità. Si può scrivere di qualsiasi argomento con leggerezza geniale e una valanga di ironia che non ferisce mai.
Benni aveva l’occhio dell’antropologo urbano: sapeva cogliere i tipi umani, dargli vita attraverso la scrittura, renderli universali pur mantenendoli radicati nel territorio. Era un maestro nell’arte dell’osservazione, nel trasformare il quotidiano in letteratura.
Per chi scrive e racconta la contemporaneità, Benni resta un faro: ha dimostrato che si può guardare il mondo con amore ironico, che si può essere critici senza essere cinici, divertenti senza essere superficiali.
Grazie Stefano per aver reso il mondo più intelligente e divertente.
P.s. Come dicevo all’inizio, la mia storia egoreferenziata è questa: Roberto Morgantini delle Cucine Popolari aveva organizzato una serata di beneficenza alla pizzeria Porta Pazienza di Michele Ammendola (che purtroppo non c’è più neanche lui) con Stefano Benni e il fumettista Giuseppe Palumbo. Una serata bellissima, una serata da umarells, della quale conserverò per sempre il ricordo e le risate, come l’altra dove fui invitato a vedere l’anteprima del documentario di Enza Negroni “La storia quasi vera di Stefano Benni – Le avventure del lupo”. Se non l’avete visto vedetelo.
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