Guang Rong incagliata a Marina di Massa: l’indagine sul naufragio in stand-by da 7 mesi. E la nave è ancora lì

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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A sette mesi dall’incaglio in diretta social al pontile di Marina di Massa, l’Autorità Marittima non ha ancora accertato le cause del naufragio della draga Guang Rong, che col suo carico di 9mila tonnellate di tout venant di marmo è sempre lì in favore degli smartphone dei curiosi. L’autorità preposta all’indagine più prossima all’evento, la Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, interpellata da ilfattoquotidiano.it dichiara infatti che “i termini per la redazione dell’inchiesta sommaria relativa al sinistro marittimo risultano attualmente sospesi”. Il motivo, chiarisce il comandante in seconda dell’Autorità Marittima Ciro Petrunelli, sarebbero “le attività di indagine tuttora in corso” coordinate dalla procura di Massa.

Gli attuali strumenti di monitoraggio delle navi e la facilità di raccolta delle testimonianze del comandante del Guang Rong, il 42enne montenegrino Milan Durisic, e degli undici marinai ucraini dell’equipaggio, scesi illesi dalla scialuppa di salvataggio, sembravano rendere agevole la ricostruzione di quanto accaduto tra le 18.30 e le 21 del 28 gennaio scorso, quando Guang Rong ha lasciato il porto di Marina di Carrara in direzione nord, per poi finire, dopo movimenti di deriva, in direzione esattamente contraria, a sud, contro il pontile della città di Massa. Invece a sette mesi di distanza l’accertamento dei fatti è senza esito, tenuto in stand by.

A motivare l’anomalia, secondo fonti de ilfattoquotidiano.it, l’emergere di un’attenzione dell’inchiesta penale verso le eventuali responsabilità sulle cause del naufragio riferibili all’Autorità Marittima preposta all’indagine. Lo stesso comandante della Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, il capitano di fregata Tommaso Pisino, infatti, nelle sue prime dichiarazioni sull’evento ha chiarito di aver “preordinato che (Guang Rong) si spostasse al porto della Spezia per essere più riparata” di fronte al peggioramento delle condizioni meteomarine, e di aver rilevato come questa, una volta avviata la navigazione in uscita dallo scalo toscano, abbia “cominciato a scarrocciare”, ovvero a deviare dalla rotta per l’azione del vento e della corrente. La Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, tenuta a verificare il rispetto della normativa sulla sicurezza della navigazione, potrebbe quindi aver mancato di accertare le carenze di Guang Rong, già in passato fermata per problemi agli organi di governo, suggerendo uno spostamento rivelatosi a questa impossibile.

Le voci raccolte da ilfattoquotidiano.it accreditano tuttavia come ipotesi più diffusa che il naufragio sia dovuto a un’avaria agli organi di governo della nave, successiva alla partenza. E l’ipotesi, se confermata, chiamerebbe in causa prioritariamente le responsabilità del comandante e della compagnia armatoriale, i quali, raggiunti da ilfattoquotidiano.it non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Di certo gli atti sono al momento sotto la lente del procuratore di Massa, Piero Capizzoto, che, contattato da ilfattoquotidiano.it, fa sapere per parte sua che “non è possibile, non è consentito né opportuno, rilasciare interviste su indagini in corso”.

Resta ancora indeterminata anche la stima dei danni provocati al Comune di Massa dal naufragio, con la compromissione strutturale del pontile della sua marina. “Abbiamo promosso l’accertamento tecnico preventivo in sede civile anche con l’obiettivo di verificare i danni materiali subiti dal Comune, in particolare la demolizione della parte terminale del pontile”, dichiara il sindaco di Massa, Francesco Persiani. Il Comune ha “alcuni elementi forniti dai nostri consulenti tecnici – chiarisce – ma non esiste ad oggi una quantificazione ufficiale, proprio perché questa dovrà essere effettuata in sede giudiziaria”. Nell’attesa che il consulente nominato dal Tribunale depositi la sua relazione, promessa per metà settembre, il sindaco di Massa non si dichiara preoccupato dalla principale insidia ai suoi scopi: il limite armatoriale. Quell’articolo 275 del Codice della Navigazione che consente all’armatore di Guang Rong di saldare i danni del naufragio entro il valore della nave, stimata 3 milioni di euro. “Anche questo è un aspetto che sarà valutato in sede giudiziaria e nell’ambito del confronto con l’armatore – precisa Persiani a ilfattoquotidiano.it – Sappiamo che esistono questioni legate ai massimali delle assicurazioni armatoriali, ma anche clausole che, in presenza di responsabilità del comandante della nave, potrebbero superare tali limiti”.

Di certo il tavolo interistituzionale che ha coinvolto tutti gli enti interessati dalla gestione dell’incaglio dà per sicuro che entro fine settembre la nave sarà dissequestrata, riportata a galla e poi rimossa dal pontile di Marina di Massa entro l’avvio del nuovo anno. Il tutto a spese dell’armatore Sea Commander srl e del suo assicuratore P&I Steamship mutual underwriters Ltd, entrambi concordi nella ricostruzione dell’accaduto al punto da affidarsi al medesimo studio legale per il prosieguo della vicenda. E sebbene inizialmente l’armatore avesse prospettato la perdita totale di Guang Rong e quindi la richiesta di indennizzo all’assicuratore corpo e macchine della motonave, fonti riferiscono di un ripensamento e dell’ipotesi di una messa in bacino, per lavori e il ritorno alla navigazione, una volta verificata la sua condizione dopo la rimessa in galleggiamento e il preventivo dei danni. Intanto tra gli sconti sul conto finale a carico dell’assicuratore, l’armatore ha già tentato di chiedere che gli sia evitato di occuparsi di rimuovere quella parte delle 500 tonnellate di carico tout venant finito a mare a mare di misura inferiore a 50 centimetri e potenzialmente inquinato dagli idrocarburi usciti dal Guang Rong. Lo ha chiarito lo stesso sindaco di Massa il 2 settembre scorso in Consiglio Comunale aggiungendo che “sarà il ministero dell’Ambiente a decidere”.

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