I genitori lucani sono i più anziani d’Italia

  • Postato il 22 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
I genitori lucani sono i più anziani d’Italia

Meno figli e genitori sempre più anziani. In Basilicata la media dei figli è in leggera crescita ma tra le più basse in Italia. Aumenta la denatalità. Secondo l’Istat, numero medio dei figli al minimo storico. In Basilicata, primo parto a oltre 33 anni


Sempre meno figli e un’età media sempre più elevata. L’Italia continua a colare a picco nelle graduatorie demografiche europee, sperimentando in modo via via più severo gli effetti del cosiddetto inverno della natalità. Nel 2024, come rilevato dall’Istat, le nascite nel nostro Paese sono state appena 369.944, in calo ulteriore rispetto all’anno precedente: 2,6% in meno, per una contrazione monstre di circa 10 mila unità.

IN AUMENTO LA DENATALITÀ

Indicativo che, nel solo periodo compreso tra gennaio e luglio del 2025, siano stati constatati già 13 mila nuovi nati in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, per un calo drastico del 6,3% con ulteriori cinque mesi da passare ancora al setaccio. Una condizione complessiva trainata più o meno da tutte le regioni italiane, ma particolarmente accentuata nei territori che, storicamente, scontano i passivi peggiori in termini di nascite.

GENITORI SEMPRE PIÙ ANZIANI IN BASILICATA

In questo senso, la Basilicata figura ancora tra le capofila, pur registrando, rispetto al 2024, un leggerissimo incremento, passando da una media di 1,08 figli per donna dello scorso agli attuali 1,09. Il problema è che tale dato, peraltro estremamente sottile, se da un lato fissa a un modesto -0,9% l’andamento di diminuzione delle nascite, dall’altro si scontra con il ben più emblematico livellamento, stavolta verso l’alto, dell’età media dei neo-genitori. Una statistica che vede la Basilicata al primo posto in Italia, con una posticipazione volontaria che porta al concepimento del primo figlio, mediamente, a 33 anni compiuti (33,2 per la precisione).

PRIMATO CONDIVISO CON LAZIO E SARDEGNA

Un primato che i lucani condividono con Lazio e Sardegna ma che, chiaramente, in una regione già fortemente provata dal decremento della popolazione, peraltro la più anziana d’Italia, ha un peso specifico anche in termini di sviluppo. Va comunque detto che, in linea generale, la decisione di diventare genitori è sempre più rimandata tra i giovani, ben più propensi a percorre la strada della formazione professionale prima di creare nuovi nuclei familiari. Una scelta spesso condizionata anche dall’instabilità lavorativa e da altri fattori sociali di forte incidenza che, in molti casi, portano a prendere la decisione di non procreare.

NUMERO DI FIGLI PER DONNA AL MINIMO STORICO

Del resto, stando al report Istat, il numero medio di figli per donna ha raggiunto il minimo storico, considerando come, nel 2024, si sia attestato ad appena 1,18 rispetto all’1,20 del 2023. Un’ulteriore conferma del trend, arriva dai tassi di fecondità, fissati all’1,13 nei primi 7 mesi nel 2025 e, rispetto a trent’anni fa, molto più marcati nelle donne over 30 rispetto a quelle più giovani. Anche nella regione più “giovane” a livello genitoriale, la Sicilia, l’età media del concepimento del primo figlio supera senza problemi quota 30, attestandosi addirittura a 31,7.

SEMPRE PIÙ DIFFICILE LA SCELTA DI DIVENTARE UNA FAMIGLIA

È chiaro che, al netto delle eccezioni territoriali, l’andamento economico dei territori di residenza incida sulla decisione di diventare genitori. La scelta di formare una famiglia è, in sostanza, sempre meno legata all’esempio genitoriale, in quanto le giovani generazioni occupano un lasso di tempo più lungo in termini di emancipazione, lasciando, ad esempio, tendenzialmente più tardi il nucleo familiare originario rispetto al passato. E questo, principalmente per la difficoltà a raggiungere in tempi brevi obiettivi professionali o una stabilità lavorativa tale da consentire di emanciparsi del tutto (senza dimenticare le difficoltà legate al mercato immobiliare, per le suddette ragioni quasi inaccessibili per molte coppie).

BASILICATA REGIONE MEDIAMENTE PIÙ ANZIANA

Un problema che appare meno accentuato in Basilicata, in quanto regione mediamente più anziana, ma comunque reso tale dal progressivo allontanamento dei giovani (soprattutto per ragioni di studio) e, di rimando, dal loro mancato rientro in pianta stabile.
Quel che appare evidente, nel nostro Paese, non è solo la difficoltà oggettiva nel formare una famiglia ma anche nel renderla più ampia di un solo figlio. E questo non solo nell’ultimo anno ma seguendo un trend ormai radicato da tempo. Il che, a lungo andare, potrebbe rappresentare ben più che una semplice contrazione dei tassi di natalità. Perlomeno un deficit generale di potenziale lavorativo. E, quindi, di welfare.

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