Il lupo è meno protetto, il Parlamento Ue vota a favore della caccia: “Autogol clamoroso”. Cosa succede ora

  • Postato il 8 maggio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il risultato era scontato. Governi conservatori e Commissione Ue ci stavano lavorando da tempo, e così è arrivata la conferma di Strasburgo. Il Parlamento, in plenaria, ha votato a favore del declassamento della protezione del lupo (con 371 favorevoli, 162 contrari e 37 astensioni) che da specie strettamente protetta passa a essere specie protetta (come tutta la fauna omeoterma). Tradotto: sarà più semplice sparargli. In tutta questa vicenda – che ha molto del politico e molto poco dello scientifico – c’è un grande però che nella narrazione politica fatica a entrare. Non ci sarà un automatico “liberi tutti”. Perché dovranno essere le Regioni a mettere a punto i piani di abbattimento. E siccome lo potranno fare soltanto attraverso atti amministrativi, se i piani non rispettano le indicazioni della scienza, potranno essere impugnati di fronte ai giudici amministrativi. Ma andiamo con ordine.

Col voto di oggi viene modificato l’allegato della direttiva Habitat che riguarda le specie a rischio estinzione. Il fatto curioso è che soltanto alla fine del 2023 la Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, sosteneva che lo stato di conservazione del lupo non fosse così solido da giustificare un declassamento, ma anzi suggeriva di investire nella prevenzione. Il dato di fatto è che se è vero che le popolazione di lupi si stanno riprendendo – proprio grazie alla protezione di cui hanno goduto finora – la specie continua a soffrire di uno stato di conservazione sfavorevole in sei delle sette regioni biogeografiche dell’Ue. Nel frattempo, però, il clima politico è cambiato e la rinnovata Commissione – guarda caso, sempre a guida von der Leyen – si è adeguata a chi chiede il pugno duro anche con la fauna selvatica. Ed ecco che anche i Paesi della Convenzione di Berna, organo del Consiglio d’Europa, hanno detto sì. Per Cristina Guarda, agricoltrice ed eurodeputata di Europa verde, “il declassamento sarà controproducente per allevatori e malghesi, perché verrà meno tutto l’aspetto che riguarda la prevenzione“. Guarda ha toccato con mano le strategie di convivenza col lupo poiché, oltre all’azienda di famiglia, alleva cavalli salvati dal macello ai piedi dei Monti Lessini: “I fondi LIFE dell’Unione europea destinati all’ambiente, e in questo caso destinati alla gestione di specie particolarmente a rischio, verranno dirottati, e non saranno più dedicati al lupo. In questo modo perderemo i fondi per fornire strumenti di prevenzione”. Già oggi è possibile richiedere l’abbattimento di alcuni capi ma, come sottolinea Guarda, “solo se prima si dimostra di aver svolto la necessaria prevenzione. Ecco, ciò non sarà più possibile”.

Ma c’è un altro aspetto dannoso. È stato dimostrato che con gli abbattimenti non si riducono le predazioni, perché un branco indebolito, non più integro, o addirittura coi singoli membri separati, non è in grado di cacciare la fauna selvatica, ma si indirizza verso prede maggiormente indifese, cioè animali domestici spesso privi di protezione. Dunque verso quelli di malgari e allevatori. “Tutta questa vicenda è un’enorme illusione, è fumo negli occhi di allevatori e agricoltori” dice Domenico Aiello, avvocato e responsabile tutela giuridica della Natura di WWF Italia e tra i massimi esperti in Italia di fauna selvatica. “L’hanno spacciata per una vittoria per gli allevatori, ma non è così. La politica ha creato un finto problema. Infatti ora saranno le Regioni a dover redigere i piani di gestione, e tali piani dovranno avere un fondamento scientifico. In sostanza, le politiche di contenimento dovranno essere giustificate, rispettando criteri scientifici, in aree specifiche con, eventualmente, numeri congrui. Che non si illudano che sia tutto risolto col declassamento. Ancora una volta servirà prevenzione e scienza”. Secondo la capogruppo alla Camera di Avs, Luana Zanella, da sempre vicina al mondo animalista, “i lupi sono fondamentali nell’equilibrio dei nostri ecosistemi, eppure la politica sembra interessata unicamente a creare, da una parte, disordine normativo e, dall’altra, disordine nella gestione della fauna selvatica. Come è stato dimostrato dalla scienza, l’abbattimento non produce necessariamente la riduzione del numero di aggressioni nei confronti di prede più facili, anzi, può produrne un aumento”.

Per Guarda “si è arrivati a questo punto per nascondere l’inefficacia e l’inettitudine dei politici regionali e provinciali, che hanno le competenze nella prevenzione delle attività di agricoltori e malghesi, e che hanno preferito ignorare la proprie responsabilità politiche, ovvero quelle che presuppongono che si prendano cura della tutela delle attività in zone con habitat favorevoli alla fauna selvatica. Così si è spostato il problema dall’uomo al lupo. Ovviamente un peso lo ha anche la lobby della caccia, che vede nel lupo un antagonista. Le associazioni venatorie fanno attività di pressing e hanno un rapporto preferenziale con determinati partiti politici”.

Cosa succede ora? Intanto, per non sbagliare, la maggioranza di centrodestra in Italia si è portata avanti: prima col disegno di legge Montagna che ha messo nero su bianco il numero di capi da abbattere all’anno (ancorché, come abbiamo visto, sono i piani delle Regioni a doverlo stabilire): tra il 3% e il 5% di quelli stimati nel nostro Paese (cioè 3.300), vale a dire da poco meno di un centinaio fino a 165. Ma, attualmente, la legge 157/92, articolo 2, prevede che il lupo abbia una tutela rafforzata. Poi col voto di Montecitorio, che con 144 sì (98 contrari e 20 astenuti) ha espresso il proprio favore alla modifica fatta in sede europea. Ma perché tutto si concretizzi, il Parlamento dovrà modificare la 157/92. I numeri il centrodestra, naturalmente, li ha. In attesa, intanto, che il ministero dell’Agricoltura metta direttamente mano alla legislazione sulla caccia attraverso il collegato alla legge di Bilancio, come raccontato da ilFattoQuotidiano.it.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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