Il Mar Mediterraneo mai così caldo: stiamo andando verso un “cambio di regime”

  • Postato il 30 giugno 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Mai così caldo, a giugno. Le temperature superficiali del mar Mediterraneo già superano i 29 gradi e ai tropici, dove dovrebbero essere stabili a 28 gradi, fa ancora più caldo: le specie tropicali si spostano, e il Mediterraneo le accoglie come profughi climatici che fuggono da un caldo mortale. Le specie mediterranee che non sopportano le alte temperature attuali, come le gorgonie, vanno incontro a mortalità massive, mentre le tartarughe marine, grazie al caldo, nidificano anche sulla costa settentrionale del Mediterraneo, un mare che, date le esigue dimensioni, risponde rapidamente alle sollecitazioni climatiche.

L’acqua che evapora è più di quella che arriva dalle piogge, attraverso i fiumi: ne consegue che la salinità del Mediterraneo sia superiore a quella dell’Atlantico. Una differenza che richiama acque atlantiche dallo stretto di Gibilterra, a diluire le acque mediterranee, più salate. Senza questo apporto atlantico, il Mediterraneo tenderebbe a prosciugarsi, come avvenne cinque milioni di anni fa, quando si chiuse la connessione con l’Indo-Pacifico.

La corrente di acqua atlantica che entra da Gibilterra scorre in superficie fino all’estremo orientale del Mediterraneo e poi torna indietro, a circa 500 m di profondità, per reimmettersi in Atlantico. Lo scambio con l’Atlantico rimescola le acque dei primi 500 m, ma la profondità media del Mediterraneo è 1.500 m e, al di sotto di un centinaio o poco più di metri, la luce è insufficiente per permettere la fotosintesi. Senza fotosintesi non ci sono organismi che consumano anidride carbonica e producono ossigeno e questo sarebbe un problema insolubile per gli animali che, invece, consumano ossigeno e producono anidride carbonica.

La vita nel mare profondo, al di sotto dello strato rimescolato dagli scambi con l’Atlantico, è possibile grazie al freddo. Le acque superficiali, ricche di ossigeno, del Golfo del Leone, del Nord Adriatico e del Nord Egeo, per condizioni meteorologiche particolari, sono fredde e dense, e tendono ad affondare, portando ossigeno dove nessuno lo produce. L’acqua che scende fa sì che le acque profonde risalgano verso la superficie, dove risospendono i nutrienti. I tre siti, sulla costa nord del Mediterraneo, sono i motori freddi che permettono la vita al di sotto dello strato rimescolato dalla corrente che entra, prima, ed esce, poi, da Gibilterra.

Le alte temperature manomettono i motori freddi, con possibili crisi anossiche (mancanza di ossigeno) nel mare profondo, con conseguenze drammatiche sulla vita che vi prospera.

Le temperature alte, inoltre, incrementano l’evaporazione dalla superficie marina, con accumulo di enormi quantità di acqua nell’atmosfera e queste, prima o poi, scendono: a caldo estremo precipitazioni estreme. L’acqua che cade non viene più “sequestrata” da neve e ghiaccio per essere ridistribuita gradualmente in primavera, ed ecco le alluvioni sempre più frequenti e intense.

Le previsioni dei climatologi stanno andando oltre gli scenari più negativi, e quel che avviene in Mediterraneo è il preludio di quel che sta iniziando ad avvenire nell’oceano globale, dove sono i poli ad agire come motori freddi, innescando correnti che portano ossigeno in profondità e collegano in un unico sistema i vari oceani. Il clima oceanico è un tutt’uno con il clima atmosferico! Lo scioglimento del ghiaccio polare, dovuto alle immissioni di gas climalteranti in atmosfera, altera il clima oceanico che, a sua volta, altera il clima atmosferico. Stiamo unendo i puntini e la figura che ne deriva è catastrofica!

Le catastrofi sono improvvisi cambi di regime che segnano il passaggio da una situazione più o meno stabile, ad un’altra situazione, o regime, diversa dalla precedente. Stiamo vivendo una catastrofe, un cambio di regime. Trent’anni fa ci dicevano che sarebbe avvenuto entro diversi decenni, ma sta avvenendo più velocemente. Non saranno le generazioni future a soffrirne, sarà proprio la stolta generazione che ha generato tutto questo a soffrirne di più: la mia.

La prima ondata di calore, nel 2003, uccise migliaia di anziani i più vulnerabili alle nuove condizioni, solo in Italia. Ora ne muoiono meno grazie all’aria condizionata che, è vero, cura i sintomi negli ambienti condizionati, ma esacerba le cause in atmosfera, visti i consumi di energia. I giovani hanno capito che così non va bene, ma gli anziani sono affezionati al “benessere” conquistato con sistemi di produzione e consumo dissennati. E ora pagano le conseguenze delle situazioni precedenti, di cui più hanno beneficiato.

Ora c’è solo da attendere che la società esprima proposte politiche responsabili, nella speranza che i votanti siano altrettanto responsabili. La macchina mediatica, contro ogni logica, minimizza il rischio climatico: il nemico è la Russia, non il cambiamento climatico. La transizione ecologica costa troppo, meglio quella militare. Energie rinnovabili? Baggianate! Produciamo carri armati. Con potenti motori termici. E micidiali proiettili, magari ad uranio impoverito, in attesa di arricchirne un po’ per fare altre bombe atomiche con altre centrali nucleari.

Ho scritto molte volte della nostra irrimediabile stupidità, e mi piacerebbe tanto essere contraddetto dai fatti. Purtroppo assisto con sempre maggiore frequenza alla conferma del mio pessimismo. Ancora non so decidere se i politici siano stupidi o se ci trattino da stupidi, avendo però contezza delle conseguenze delle loro decisioni, poi guardo le loro facce e, lombrosianamente, concludo che siano davvero stupidi.

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Il Fatto Quotidiano

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