Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, tra locomotive e panorami
- Postato il 29 giugno 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Nel silenzio evocativo delle antiche officine borboniche, dove un tempo il ferro batteva il ritmo della modernità nascente, oggi si cammina tra giganti di metallo che raccontano un’Italia in movimento: il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è luogo della memoria viva, dove la storia delle Ferrovie Italiane si intreccia con il paesaggio spettacolare che si apre tra Napoli e Portici.
Sospeso tra il mare e il Vesuvio, il complesso si affaccia con grazia sul Golfo di Napoli, e vanta una cornice che ha pochi eguali al mondo. Gli edifici che furono cuore pulsante dell’industria borbonica ospitano oggi una collezione che non ha rivali in Europa: locomotive e carrozze storiche perfettamente restaurate, testimoni preziose di un’epoca in cui il treno non era solo un mezzo, ma simbolo di progresso e unità.
Su un’estensione di 36.000 metri quadrati prende vita un percorso che unisce tecnica e suggestione, memoria e meraviglia. A impreziosire l’esperienza, un giardino botanico dove convivono specie rare provenienti da ogni dove, un’oasi verde che contrasta con l’imponenza del ferro. E poi c’è l’anima attuale del museo, quella che accoglie eventi, incontri, appuntamenti culturali in un moderno centro congressi che rende Pietrarsa un polo in continuo fermento, aperto al futuro quanto radicato nel suo passato glorioso.
La visita al luogo della memoria delle Ferrovie Italiane
Le sale del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa accolgono imponenti locomotive a vapore, vagoni eleganti, carrozze reali e treni elettrici che hanno attraversato l’Italia del Novecento, ma anche plastici, modellini, strumenti di lavoro e cimeli d’epoca che rievocano una storia industriale d’eccellenza.
Ogni angolo del museo custodisce un pezzo di quella narrazione corale che ha accompagnato l’unificazione del Paese e l’evoluzione del suo tessuto sociale ed economico. La magia sta nella capacità di far dialogare le testimonianze del passato con uno sguardo rivolto al presente: l’esperienza museale è arricchita da soluzioni multimediali, postazioni interattive e visite guidate immersive che coinvolgono visitatori di ogni età.
Ma ciò che rende unico il museo è anche la sua sede. I capannoni che oggi accolgono i treni d’epoca furono, un tempo, il centro produttivo delle prime officine meccaniche dell’Italia preunitaria.

Le Officine borboniche
Tutto ebbe inizio in una data che ancora oggi riecheggia con orgoglio nella storia ferroviaria nazionale: il 3 ottobre 1839. In quel giorno memorabile, nel Regno delle Due Sicilie, veniva inaugurata la prima linea ferroviaria d’Italia. Un tratto di poco più di sette chilometri, tra Napoli e Portici, tracciava la rotta verso un’epoca nuova, percorsa in appena undici minuti da due convogli nati dall’estro dell’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, ispirati ai prototipi del britannico George Stephenson.
Il successo fu immediato. L’anno successivo, Ferdinando II di Borbone firmava un Decreto Reale che avrebbe cambiato per sempre il volto di quell’angolo del Golfo: venne acquisita la prima porzione di terreno su cui sarebbe sorto il complesso industriale di Pietrarsa, una zona che, fino ad allora, ospitava una batteria costiera di epoca napoleonica, posta a difesa della rada di Napoli.
In pochi anni, quel promontorio affacciato sul mare si trasformò in una delle più moderne officine meccaniche d’Europa, con l’ambizioso obiettivo di costruire e riparare locomotive e carrozze ferroviarie, così da rendere il Regno delle Due Sicilie autosufficiente nella produzione ferroviaria.
E fu da qui che partì la storia delle ferrovie italiane.
La Collezione
Oltre cinquantacinque rotabili storici compongono una delle collezioni più affascinanti di sempre, custodita proprio laddove un tempo si svolgeva l’intero ciclo produttivo ferroviario del Regno delle Due Sicilie.
Gli stessi ambienti che un tempo ospitavano le officine per la costruzione, la riparazione e la manutenzione dei treni sono oggi custodi di un patrimonio inestimabile: locomotive a vapore, carrozze regali, macchinari, raffinati modelli in scala e plastici dettagliati.
Camminando tra questi colossi del passato si percepisce la potenza del vapore, il fascino dei materiali nobili, la visione di un futuro che prendeva forma su rotaie d’acciaio: dai primi modelli ottocenteschi fino ai treni degli anni Ottanta del Novecento, la collezione racconta l’evoluzione tecnologica e sociale della mobilità italiana.
La carrozza del Re
Tra le meraviglie che si possono ammirare a Pietrarsa, una in particolare cattura lo sguardo fin dal primo istante: la carrozza reale progettata per ospitare i viaggi di corte negli anni Venti del secolo scorso. Voluta dalla monarchia sabauda e costruita dalla Fiat nel 1929, la lussuosa vettura rappresentava il massimo della tecnologia e del comfort dell’epoca. Tre erano le carrozze che componevano il convoglio: una destinata alla regina, una al re (oggi purtroppo perduta) e una riservata alla sala da pranzo.
Fu l’architetto Giulio Casanova a curare gli interni, trasformando gli spazi in ambienti raffinati e sontuosi: la vettura giunta fino a noi, esposta con orgoglio nel museo, conserva intatta quella raffinatezza, pur avendo subito modifiche significative dopo la fine della monarchia.
Nel 1948, infatti, nacque il treno presidenziale, risultato di una trasformazione che eliminò ogni riferimento alla Casa Reale e al regime fascista: l’appartamento della regina divenne la vettura salone Sz 1, affiancata da altre tre carrozze nuove, e in seguito dalla splendida vettura sala da pranzo Sz 10.
Il plastico “Trecento Treni”
Non c’è solo grandezza e potenza nelle sale di Pietrarsa, ma anche la capacità di meravigliare con la minuzia del dettaglio. Nella suggestiva sala detta “la Cattedrale” per via dei maestosi archi a sesto acuto, trova posto un’opera d’arte tecnica che conquista grandi e piccoli: il plastico ferroviario “Trecento Treni” che si estende su circa 40 metri quadrati e riproduce, con fedeltà sorprendente, le stazioni di Firenze Santa Maria Novella e Bologna Centrale.
Dai loro binari, una fitta rete si snoda verso zone collinari e paesaggi miniaturizzati, in un universo parallelo in cui tutto è in movimento. Dapprima collocato nella stazione di Roma Termini, è stato trasferito e restaurato con grande cura: oggi funziona alla perfezione e offre uno spettacolo dinamico e ipnotico che incanta.
Viaggio Virtuale della mitica Bayard
Accanto al passato tangibile dei convogli in mostra, Pietrarsa propone anche un’esperienza immersiva capace di proiettare nel cuore pulsante del primo viaggio ferroviario italiano: il Viaggio Virtuale della mitica Bayard è un’attrazione multimediale che, grazie alla realtà aumentata, restituisce vita e voce alla locomotiva simbolo della Napoli-Portici del 1839.
Si tratta di un vero e proprio salto indietro nel tempo, in cui lo spettatore assiste alla nascita della prima locomotiva a vapore italiana, ne comprende il funzionamento e rivive la storica tratta percorsa in appena undici minuti. L’esperienza è coinvolgente e istruttiva al tempo stesso, perfetta per chi vuole scoprire l’audacia e la meraviglia di quella prima avventura su rotaie.
Il Centro Congressi
Presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa batte anche un’anima moderna, poliedrica, in continuo fermento, ed è quella del suo centro congressi, tra i più grandi e prestigiosi dell’intero Mezzogiorno: sette sale attrezzate, un’ampia area convegni e spazi esterni che si aprono sul Golfo di Napoli sono in grado di accogliere fino a 2.500 persone.
Si può partecipare a mostre temporanee e spettacoli teatrali, assistere a concerti, sfilate di moda o respirare l’atmosfera magica dei mercatini di Natale, che trovano qui una scenografia d’eccezione tra i padiglioni d’epoca e le carrozze illuminate.
La vocazione culturale del museo si esprime anche nella scelta di aprirsi a un pubblico diversificato, con la proposta di occasioni di incontro e intrattenimento in grado di attrarre non solo appassionati di ferrovie, ma anche famiglie, scolaresche, aziende, visitatori alla ricerca di un’esperienza unica.
Gli spazi esterni, con la terrazza panoramica che si affaccia sul mare, l’anfiteatro avvolto dalla vegetazione e il giardino botanico con piante esotiche, trasformano ogni evento in un’esperienza immersiva. Ma anche gli ambienti interni, grazie alla felice unione tra l’architettura industriale dell’opificio borbonico e i più avanzati servizi tecnologici, si rivelano location suggestive per convegni istituzionali, incontri aziendali e conferenze di alto profilo.
Informazioni utili

Il museo è aperto durante la settimana e nei weekend, con orari che variano a seconda dei giorni. Il mercoledì è riservato alle visite su prenotazione, mentre il giovedì si prolunga fino a sera, con la possibilità di scoprire la collezione anche al tramonto, quando il mare si tinge d’oro. Venerdì, sabato e domenica, invece, le porte restano aperte per buona parte della giornata, per una visita rilassata e approfondita.
I biglietti si possono acquistare direttamente in loco, scegliendo tra l’ingresso libero e quello con visita guidata. Per chi desidera esplorare il museo in autonomia, il costo varia da nove euro per l’intero a sei per la tariffa ridotta destinata a ragazzi sotto i 18 anni e visitatori over 65. Sono disponibili anche tariffe agevolate per nuclei familiari, che rendono ancora più accessibile l’esperienza, con pacchetti pensati per due adulti accompagnati da uno o due ragazzi tra i sei e i diciassette anni.
Chi sceglie invece la visita guidata potrà contare su un racconto esperto e coinvolgente che arricchisce ogni tappa del percorso: in questo caso il biglietto ha un costo di undici euro per l’intero e otto per la tariffa ridotta. Per vivere appieno la magia della prima locomotiva italiana, si può aggiungere al proprio itinerario anche il Viaggio Virtuale della Bayard, disponibile con un supplemento di un euro, fino a esaurimento posti.
Il museo apre gratuitamente le porte ai bambini sotto i sei anni e ai visitatori con disabilità, accompagnati laddove previsto.
L’accessibilità è garantita anche nei collegamenti: Pietrarsa è facilmente raggiungibile grazie ai treni metropolitani e regionali della linea Napoli‐Salerno, con fermata alla stazione Pietrarsa‐San Giorgio a Cremano. Ma per chi vuole fare un salto nel tempo ancor prima di arrivare, esiste anche il suggestivo treno storico Pietrarsa Express, che parte dal centro di Napoli e arriva fino all’ingresso del museo.