Il nucleare lucano fa ancora scorie
- Postato il 13 ottobre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Il nucleare lucano fa ancora scorie
Nucleare in Basilicata. L’Itrec Rotondella, l’Ispettorato rileva l’aumento degli scarti radopattovo. Il 30 luglio, l’ok alla legge delega sull’uso sostenibile ma la strada è lunga
Era il 30 luglio quando, nel pieno della calura estiva, la Conferenza delle Regioni approvava la legge delega sull’utilizzo del nucleare sostenibile, come potenziale fonte di energia alternativa ai combustibili fossili. Quasi un plebiscito, con le sole Sardegna, Toscana e Umbria a esprimere parere negativo.
REGOLARE L’ACCESSO ALLE FONTI ENERGETICHE
L’obiettivo, regolare l’accesso alla fonte energetica attraverso una governance e procedure più semplici, ma anche ricerca, formazione e piani di investimento mirati, per un budget complessivo di 60 milioni di euro in tre anni. Un tema che, chiaramente, non aveva mancato di sollevare un ampio dibattito. E non solo per i due tentativi falliti, in Italia, di avallare il progetto di sfruttamento dell’energia nucleare, ma anche per il sostanziale silenzio attorno alla notizia, passata per la Conferenza senza una reale discussione a livello territoriale.
LO SFRUTTAMENTO DELL’ENERGIA NUCLEARE
Perlomeno, questa era stata l’accusa mossa dalle opposizioni alla giunta regionale lucana, che aveva sottoscritto il proprio assenso alla legge delega, aprendo di fatto un filone di dissenso portato avanti, in particolare, sulla richiesta di un confronto trasparente. Il problema, piuttosto che nello studio delle possibilità sull’effettivo impiego di energia sostenibile di tale natura, era legato (e tuttora lo è) all’effettiva condivisione dei programmi e, soprattutto, alla questione delle scorie già presenti, in Basilicata come in altre zone d’Italia.
NUCLEARE, UNA QUESTIONE APERTA
Una questione aperta, in fatto di obiettivi quanto di tutela ambientale. Questo perché impostare una politica di sfruttamento del nucleare sostenibile impone una programmazione che assicuri il corretto smaltimento degli scarti, necessaria anche per capire la fattibilità degli investimenti in termini di contributo al raggiungimento degli standard energetici previsti per tra il 2030 e il 2050. Temi decisamente caldi, considerando che il territorio italiano sconta ancora un certo deficit sull’ottimizzazione delle procedure di smaltimento dei rifiuti radioattivi.
SCORIE NUCLEARE ALL’ITREC DI ROTONDELLA
Basti pensare che, secondo quanto appurato dall’ Ispettorato Nazionale per la Sicurezza nucleare, tra il 2023 e il 2024 le scorie prodotte dall’Itrec di Rotondella ha toccato quota 4.288 metri cubi, valore in aumento e pari a quasi il 13% del totale nazionale. Numeri che, da soli, contribuiscono a portare la Basilicata al quarto posto in Italia (dietro Lazio, Lombardia e Piemonte) per produzione di rifiuti radioattivi.
LA PROBLEMATICA DELLE SCORIE
Numeri che non hanno lasciato indifferenti, considerando come la problematica delle scorie fosse stata sollevata già all’indomani dell’avallo della legge delega, anche e soprattutto nelle regioni che si erano dichiarate contrarie. Stando al rapporto, le scorie in questione (del cui smaltimento si occupa la società statale Sogin) coprono addirittura la metà del totale che la società di gestione ha previsto di conferire al Deposito nazionale previsto in ottemperanza alla direttiva dell’Unione europea (con 17 tra i siti monitorati situati in territorio lucano).
L’IMPIANTO LUCANO SARÀ DISMESSO NEL 2038
Segno evidente di come l’impellenza, in questa fase, sia cautelarsi al massimo contro i rischi radioattivi. Tenendo presente che l’impianto lucano, costruito mezzo secolo fa, sarà totalmente dismesso non prima del 2038. Una corsa contro il tempo.