Il potere ignora l’orrore di Gaza con l’equilibrismo. Lo stesso di certa informazione
- Postato il 21 maggio 2025
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di Riccardo Bellardini
La sfida Conte-Molinari su La7 offre un saggio dello scempio mediatico dei nostri tempi.
Un grido che reclama verità, contro un oceano che si alimenta di pavidità. Tanti ne abbiam visti di questi scontri, ecco l’ennesimo. Se si è giornalisti, si è autorizzati a sospendere il giudizio. Mi è nuovo tutto ciò.
Questa regola credo valga a partire da quest’anno. Mi pare che, ad esempio, Vladimir Putin non sia stato esente da giudizi molto severi da parte dei professionisti dell’informazione negli ultimi anni. Dev’essere stata una parentesi, una piccola sospensione, durata fino a quando è stato vivo il sogno della vittoria ucraina. Ora, usciti dall’allucinazione, la regola è tornata in vigore. Netanyahu è un criminale? E’ un giudizio politico, nel caso specifico di Giuseppe Conte, il giornalista non se ne occupa. Non vede, non sente e non parla sulla questione. Così è per Parenzo, moderatore dell’incontro, così è per Molinari.
Cosa siamo diventati, io mi chiedo. Se ci pieghiamo, se ci voltiamo. Che esseri siamo? Abbiamo ancora una spina dorsale? Ma come? Con Putin eravamo così battaglieri? Con quel macellaio non ci si tirava indietro. Però pazienza, rispettiamo il nuovo leitmotiv, che ci vuole più pacati, anzi, equilibrati, o più precisamente equilibristi!
Non sarebbe stato meglio dir no? “Per me non è un criminale”.
A pensarci bene non ci sarebbe voluto molto, l’ex direttore di Repubblica avrebbe potuto esporsi in tal modo, ma quest’inebriante ipocrisia travolge tutto, pure il coraggio d’esser sé stessi. Dunque meglio non dir niente, rimanere sobriamente sul filo: lavarsene le mani, piuttosto che rischiare in qualche modo di mostrare adesione a indirizzi politici intrisi di odio.
Manca il coraggio di appoggiare direttamente questi ultimi.
Forse davvero troppo estremi, spinti oltre tutte le linee rosse, senza ritegno alcuno, con dichiarazioni senza filtri degli esponenti del governo dello stato ebraico, che oramai non nascondono più gli intenti criminosi. Ma comunque, non condannarli consiste già in una sorta di appoggio indiretto. Pavidità, codardia, o forse equilibrismo, non c’è bisogno di disperare! E’ solo sottile, pragmatico equilibrismo! E passa la paura.
Ed ecco le lotte di chi urla lo sdegno feroce di fronte a quanto accade nella Striscia di Gaza, l’orrore di quattordicimila bambini a rischio morte imminente, la vergogna inaudita degli aiuti fatti entrare col contagocce solo per completare la soluzione finale del problema palestinese, ed ecco l’impotenza di una platea inerme di fronte all’informazione impregnata dal doppio gioco sulla pelle degli innocenti, sacrificati a scapito di un’orrida nube di conformismo, giustificazionismo paradossale, politicizzazione di un qualcosa che in un mondo sano non sarebbe mai politicizzabile.
L’Europa si è svegliata, ma troppo tardi, anche se ancora non si parla di sanzioni (mentre con la Russia si è raschiato il fondo di ogni barile). Diciassette stati dell’Ue sono pronti a rivedere l’accordo di associazione con Israele. Due contrari: Germania e Italia. La nostra cara Italia, pure lei maestra di pragmatismo. L’Italia amica d’Israele, per dirla con Meloni.
Amici di tutti, per non far danno, non si sa mai.
E mica siam fessi!
Amici di chi perpetra l’indicibile, ma è amico degli Stati Uniti, dunque che fai?
Ti metti contro chi ti guida e ti conduce? Contro il tuo sole?
E’ così il potere. Quello politico, ma pure quello giornalistico. I due a volte vanno a braccetto, seguendo logiche collaudate. E’ tutta una questione di stelle, di satelliti, di sottili e pragmatici equilibrismi! Pazienza se ci scappa un genocidio.
L’importante è che tutto rimanga in perfetta armonia.
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