In Grecia ancora si respira democrazia. Un esempio? Le spiagge
- Postato il 21 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Sto in Grecia da diverse settimane con un volo di sola andata. Una sorta di villeggiatura, come quelle che potevamo fare ai tempi in cui con un monoreddito impiegatizio ci si poteva permettere il mese di vacanza, la casa di proprietà, auto ed elettrodomestici, figli all’università.
Oggi chi fa parte della classe media, tartassato da crescenti imposte, accise, bollette, fatica sempre più a pagarsi anche una breve vacanza non dico in Sardegna, Liguria, Toscana, ma anche in Puglia e Sicilia. Salari e stipendi reali sono al di sotto di quelli del 2008 mentre i prezzi sono aumentati in misura esponenziale e si è creata un’offerta turistica orientata verso ricchi (troppo spesso evasori fiscali) e stranieri. Modello Santo Domingo tendenza Cuba, con doppi prezzi per turisti e gente locale.
Accompagnato dallo smantellamento di ogni ammortizzatore sociale, il modello importato dal peggior iperliberismo americano crea disuguaglianze crescenti, accumulazione e ostentazione della ricchezza, quindi frustrazione, invidie sociali; una società in cui l’acredine e il livore sempre più spesso confluiscono verso forme violente. E sulla sicurezza messa a repentaglio dagli emarginati hanno gioco facile i vacui proclami con cui le destre guadagnano consensi e vincono elezioni ad ogni latitudine, nel silenzio o assenza delle “sinistre” ben incardinate nel sistema.
In Grecia ho l’impressione che ancora si respiri, non solo per il benefico Meltemi che soffia fresco nei mesi estivi. Almeno lontano dalle località più gettonate come Mikonos e Santorini e laddove arrivano i nostri modelli pretenziosi e spesso volgari, s’incontrano ancora paradisi di autenticità. Io mi trovo a Lemnos, aspra isola dell’Egeo nordorientale, tra la Calcidica, Samotracia, i Dardanelli, di fronte alla costa turca ove scorrono incessanti petroliere che scendono dal Mar Nero.
Dopo i noti sconvolgimenti economico-finanziari di qualche tempo fa, i greci si ritrovano con un sistema dei prezzi piuttosto sballato, forse perché contro retribuzioni pesantemente decurtate hanno la benzina più cara d’Europa. È rimasto piuttosto economico mangiare fuori in una delle tantissime taverne disseminate ovunque. Sarà per acconsentire a un costume molto radicato di chi ama stare all’aperto con orari flessibili e accessibilità verso tutte le categorie e tutte le età.
Dimenticando la straordinaria ricchezza e varietà delle diverse cucine regionali e locali italiane, qui si trova al contrario una particolare omogeneità di prezzi e qualità eno-gastronomica. Si mangia e si beve la stessa cosa, con un conto assimilabile tanto tra i borghi più sperduti dell’interno quanto nelle più incantate e romantiche località costiere.
A tal proposito, c’è un aspetto che mi colpisce particolarmente ogni volta che esco dall’Italia: la gestione dei litorali. Da noi c’è un conflitto insoluto tra il demanio statale e i concessionari degli stabilimenti balneari che si appropriano dell’intera costa e la sfruttano con lettini e ombrelloni a prezzi esorbitanti. I pochi, infinitesimali tratti di spiaggia libera sono ricettacolo di ogni turpitudine.
In Grecia tutte le spiagge sono libere e pulite. Ovunque, anche nelle coste più sperdute ci sono, a congrua distanza, ombrelloni, cabine per cambiarsi e docce di acqua dolce gradevolmente tiepida. Ogni tanto, solo nei litorali più rinomati, qualche taverna offre parcheggio all’ombra gratuito, lettini e ombrelloni a chi prende, senza alcuna pressione, una consumazione qualsiasi. Il prezzo delle vivande è sempre lo stesso, senza alcun sovraccarico anche con il servizio in spiaggia.
L’altro giorno abbiamo assistito a una scenetta particolare. In uno di questi lidi attrezzati, tra l’altro con grossi cuscini e lettini coperti da eleganti baldacchini, è arrivata una numerosa famiglia dotata di ombrelloni propri, cibo portato in grossi portavivande e ogni sorta di gonfiabili piuttosto ingombranti. Si sono piazzati proprio di fronte al gabbiotto-bar da cui partono i cibi da servire in spiaggia. È uscito un tipo con un arnese contundente in mano. Eravamo pronti a una cacciata o una resa dei conti con risvolti anche violenti, invece il ragazzo si è cordialmente offerto per aiutare a piazzare bene ombrelloni e tendaggi vari. Proprio in riva al mare e davanti al suo esercizio commerciale.
Proprio così: i Greci hanno una inscalfibile considerazione del bene comune. Sarà un caso che la democrazia ha attecchito da quelle parti due o tre millenni fa?
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