Inaugura una nuova biennale d’arte contemporanea a Roma. Intervista ai curatori Ilaria Marotta e Andrea Baccin 

Con un’ampia selezione di media, interventi site-specific, installazioni, performance, film, azioni e nuove produzioni, prende forma la prima edizione di BAAB, Basement Art Assembly Biennial, la rassegna d’arte contemporanea che aprirà a Roma l’11 settembre 2025 (con anteprima il 10 settembre), negli spazi di Basement, in Viale Mazzini 128. Visibile sino al 6 novembre, il progetto nasce da un’idea di Ilaria Marotta e Andrea Baccin (già direttori e fondatori di CURA.), in dialogo con un Advisory Board composto da: Nicolas Bourriaud, Jean-Max Colard, Simon Denny, Anthony Huberman e Lumi Tan. Oltre ad animare la sede di Basement, BAAB contaminerà anche lo spazio pubblico con l’affissione di manifesti e abitando i cinema e i teatri della Capitale. Volevamo saperne di più e abbiamo deciso di fare qualche domanda ai curatori Ilaria Marotta e Andrea Baccin. 

Andrea Baccin e Ilaria Marotta. Photo IDIO
Andrea Baccin e Ilaria Marotta. Photo IDIO

Intervista a Ilaria Marotta e Andrea Baccin, curatori di Basement Art Assembly Biennial a Roma

Come nasce l’idea di BAAB, Basement Art Assembly Biennial?
Come scrive Anthony Huberman anche le idee più lontane dal concetto di “basement” spesso hanno le fondamenta proprio in questi spazi: qualsiasi movimento politico o genere musicale radicalmente nuovo o software rivoluzionario potrebbe facilmente aver avuto inizio come esperimento condotto in un basement. L’idea è nata così, anni fa, durante uno scambio con Anthony Huberman — oggi direttore artistico della John Giorno Foundation a New York — intorno al concetto e allo spirito dei basement (“being basement-based is a state of mind”). Noi siamo di fatto “basement-based” dal 2009 quando CURA. ha avviato la sua piattaforma editoriale e dove è nato quindi Basement Roma nel 2012. La sede originale è stata poi lasciata per entrare in questo ex garage di Viale Mazzini, uno spazio abbandonato e in disuso da anni, un interstizio dimenticato malgrado il contesto abitativo in cui si trova, che abbiamo completamente rinnovato. Anche esso naturalmente sotterraneo. Il garage ha un richiamo importante alla storia dell’arte nella nostra città, che evoca progetti e mostre storiche come l’installazione dei cavalli di Kounellis all’Attico di Sargentini (1969) o la mostra Contemporanea di Achille Bonito Oliva nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese (1973). Roma è anche una città che fonda le sue radici nel sottosuolo, e parlando con Huberman è nata l’idea di una biennale dedicata a questi spazi sommersi, un’idea che abbiamo portato avanti parallelamente alle ricerche sugli ambienti sotterranei che come lui sostiene “non sono fatti per le persone, e quando le persone vi si recano, sono libere di fare qualsiasi cosa”.

BAAB, Basement Art Assembly Biennial a Roma: una mostra itinerante 

Oltre agli spazi di Basement a Roma, gli interventi artistici animeranno anche una serie di hotspots per la città. Quali?
Vi sarà un vecchio teatro, appena restaurato, che non possiamo ancora annunciare perché stiamo definendo gli ultimi accordi e che ospiterà la performance dell’artista britannica Lily McMenamy,A Hole is a Hole, già presentata a Londra e Berlino. Continua quindi la nostra collaborazione con Soho House Roma, main partner della Biennale, dove da due anni curiamo il programma di video screenings e talk ‘The Art Room’, nella sala cinema, e che sarà dedicato agli artisti di BAAB, con una presentazione di Invernomuto e di Cecilia Bengolea. Una performance all’Accademia di Francia a Roma nel 2026, quando il performing program (co-curato con Ilaria Mancia) si svilupperà per creare un ponte con l’edizione successiva, nonché diversi billboard pubblici che saranno occupati dal lavoro di Puppies Puppies (Jade Guanaro Kuriki-Olivo), artista già nota al grande pubblico per avere preso parte alla scorsa edizione della Biennale di Venezia. Vi sarà anche un podcast curato da Martha Kirszenbaum, da Giulia Colletti e altri curatori ospiti.

Women’s History Museum (Mattie Barringer / Amanda McGowan). Brass Paw Heels, 2024 Brass and found heels Dimensions variable 2 parts, each: 28.6 x 9.5 x 15.9 cm 11 1/4 x 3 3/4 x 6 1/4 in Courtesy the artist, Women's History Museum and Company Gallery, New York
Women’s History Museum (Mattie Barringer / Amanda McGowan). Brass Paw Heels, 2024 Brass and found heels Dimensions variable 2 parts, each: 28.6 x 9.5 x 15.9 cm 11 1/4 x 3 3/4 x 6 1/4 in Courtesy the artist, Women’s History Museum and Company Gallery, New York

Chi saranno gli artisti coinvolti e come si svilupperà la mostra nel corso dei due mesi?
Prevediamo un primo gruppo di artisti e di opere che inaugurerà il prossimo 10 settembre con un ampio range di media, lavori site-specific installazioni, suoni, film, performance, e azioni. Tra questi: Davide Balula, James Bantone, Cecilia Bengolea, Hannah Black, Danielle Brathwaite-Shirley, Vittorio Brodmann, Claudia Comte, Jeremy Deller, Gina Fischli, Gina Folly, Aziz Hazara, Calla Henkel / Max Pitegoff, Carsten Höller, Karl Holmqvist, David Horvitz, Than Hussein Clark, Mark Leckey, Nyala Moon, Valentin Noujaïm, Puppies Puppies (Jade Guanaro Kuriki-Olivo), Selma Selman, Tobias Spichtig, Nora Turato, Women’s History Museum. Quindi, dalla settimana successiva prenderanno forma una serie di appuntamenti a rotazione, con opere, talk, performance, video screening, e alcune anteprime italiane – tra queste il film di Mark Leckey, Dazzledark (2023), la performance di Selma Selman, Letters to Omer (2025), il workshop di Michele Rizzo che sarà aperto con un open call a settembre e si terrà a novembre. 

Nel programma sono previste ulteriori iniziative?
Faremo poi una cena sociale, in cui la comunità sarà chiamata a partecipare attivamente, e che concluderà la mostra, mentre diverse performance si svolgeranno successivamente. Saranno presenti anche protagonisti della scena artistica italiana tra cui Alessandro Cicoria con un nuovo capitolo di Studioli TV, quindi Gianni Politi, Elisabetta Benassi, Anna Franceschini, Lorenzo Silvestri, Nicola Pecoraro, coinvolti nel progetto dei rotating works, introdotti da una serie di Q&A intorno al counter del Times Bar con Eleonora Milani. Amici, artisti eprotagonisti della scena italiana a internazionale si confronteranno intorno all’idea di “agorà contemporanea”: un flusso continuo di pensiero, confronto, condivisione e un nuovo modo di stare insieme. Il progetto dei rotating works aveva già luogo nell’originale Times Bar di Berlino, in cui ogni weekend un artista della comunità era invitato a presentare un proprio lavoro. Il “Times Bar” riattivato oggi al centro della mostra di BAAB, era stato fondato da due ex alunni della Cooper Union University di New York, Calla Henkel e Max Pitegoff insieme a Lindsay Lawson in uno spazio dismesso di Berlino tra il 2011 e il 2014, che in quegli anni era un punto nevralgico per la comunità artistica della città. Oggi, parte di quella comunità si ritrova attorno al counter originale (da cui sono transitati molti degli artisti presenti nella rassegna, come Vittorio Brodmann, Tobias Spichtig, Lily McMenamy, Karl Holmqvist, Simon Denny), che insieme ai nuovi artisti sono chiamati ad ampliare quell’esperienza. Un eco di quello spirito si riflette nel pensiero della BAAB Biennale: “assemblee sotterranee e nuove tribù”.

Davide Balula
Dust and Spores on a Dancer’s Clothes, 2018 Photo GJ van Rooij
Davide Balula
Dust and Spores on a Dancer’s Clothes, 2018 Photo GJ van Rooij

La sezione dedicata al suono di BAAB, Basement Art Assembly Biennial a Roma

Il suono “occupa” uno spazio sempre più importante nel mondo delle arti visive e della cultura, tanto da avergli dedicato una sezione apposita: “Sonorama”. Potreste spiegarci di cosa tratta?
Sonorama
è un dispositivo sonoro ideato e sviluppato da Ruggero Pietromarchi per l’edizione inaugurale di BAAB. Il dispositivo integra un Beosound Century, un classico sistema audio di Bang & Olufsen, riproposto e ricontestualizzato all’interno della mostra. Il dispositivo è accompagnato da una serie curata di mixtape commissionati, ognuno realizzato da artisti e collaboratori invitati – come CCL, Car Culture, Dr. Pit, che offrono un’esperienza sonora collettiva e stratificata. L’intenzionealla base di questa sezione è quella di creare un ready-made flessibile e modulare che non solo funzioni come strumento di ascolto, ma agisca anche come oggetto scultoreo e concettuale. Il curatore invitato unisce arte, suono e impegno sociale. Incorporando contenuti commissionati all’interno di un oggetto domestico familiare, Sonorama è un catalizzatore di dialogo, partecipazione e connessione, in sintonia con la missione più ampia di BAAB: recuperare e riutilizzare spazi sotterranei o trascurati – fisici, culturali e uditivi – trasformandoli in zone di sperimentazione e scambio. 

Gina Folly
Your heart is a museum, 2024
Courtesy the artist and Fanta-MLN, Milan
Gina Folly
Your heart is a museum, 2024
Courtesy the artist and Fanta-MLN, Milan

BAAB a Roma: tra impegno culturale e il (mancato) riconoscimento istituzionale

Quali sono gli obiettivi futuri di BAAB?
Crescere, ampliando e rafforzando il progetto e continuando il nostro lavoro con gli artisti e con la città. Issue 00 è l’edizione “beta”, il numero zero non registrato di una rivista, e come ogni nuova creatura ha molte fragilità. Per cui magari trovare un sostegno ulteriore, degli interlocutori pubblici che potrebbero accorgersi del lavoro svolto da anni da Basement Roma, che arricchisce il panorama artistico non solo della città. Per questa edizione non abbiamo ricevuto supporti pubblici di alcun tipo, ed è incredibile come, nonostante il suo conclamato riconoscimento internazionale, la nostra realtà rimanga strutturalmente priva di ogni aiuto istituzionale. Una tensione che solleva interrogativi più profondi su come venga assegnato il valore culturale ai progetti e quali forme di innovazione rimangano “istituzionalmente” invisibili.  Abbiamo potuto contare solo sui Founding Members di BAAB, una cordata di amici vicini al mondo CURA. e Basement Roma che si sono spesi per garantire le basi del progetto e sulle partnership preziosissime di Accademia di Francia, di American Academy in Rome e di Soho House Rome. 

Valentina Muzi 

L’articolo "Inaugura una nuova biennale d’arte contemporanea a Roma. Intervista ai curatori Ilaria Marotta e Andrea Baccin " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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