La legge contro la crudeltà non mette certo al sicuro gli animali in Italia
- Postato il 5 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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di Patrizia Re*
Per i paladini della giustizia sociale, il disegno di legge approvato in via definitiva in Senato che inasprisce le pene detentive per atti di crudeltà verso gli animali rappresenta un incoraggiante passo avanti. Tuttavia, non dobbiamo adagiarci sugli allori e smettere di lottare per la liberazione animale. Riconoscere gli animali come esseri senzienti, titolari di diritti e non come proprietà, e imporre pene più severe a chi li maltratta è di per sé motivo di celebrazione, ma tutto ciò avrà senso solo se ammetteremo che resta ancora molto da fare per garantire agli animali il rispetto e le tutele che meritano.
Da un lato, la nuova legge mira a fungere da deterrente contribuendo a ridurre i casi di abusi nei confronti degli animali di affezione, come quelli contro Brian, il cane impiccato, picchiato, scuoiato e lasciato morire in Sicilia; Grey, il gatto preso a calci e gettato in una fontana ghiacciata in Puglia; Angelo, il cane seviziato e ucciso in Calabria. Il disegno di legge allinea l’Italia ai principi dell’Ue, riconoscendo gli animali come esseri senzienti, non solo i gatti e i cani con cui molti di noi condividono la quotidianità, ma anche la fauna selvatica e agli animali negli allevamenti. Il divieto di tenere i cani a catena e l’inasprimento delle pene detentive per coloro che sono coinvolti in combattimenti tra animali rappresentano anch’essi un importante passo avanti. Con ciò, si può dire che ora tutti gli animali in Italia siano al sicuro da abusi? Niente affatto.
Nonostante gli animali siano ora riconosciuti come senzienti, milioni di mucche, buoi e maiali continueranno a essere rinchiusi in allevamenti intensivi sporchi, privati della luce del sole fino al giorno in cui la vedranno di sfuggita sulla strada verso il macello. Topi, scimmie, conigli e ratti continueranno a essere torturati nei laboratori italiani. E se la nuova proposta di legge sulla caccia verrà approvata, in totale contrasto con il progresso sociale e la volontà della maggior parte degli italiani, le regioni dovranno estendere le aree protette per la caccia, si permetteranno battute notturne e sarà consentita l’attività venatoria su terreni pubblici come le spiagge. Questo disegno di legge, che tingerà di rosso i nostri terreni e i nostri litorali con il sangue di animali che cercano solo di portare avanti la propria esistenza – esattamente come tutti noi – e si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato, deve essere respinto con fermezza prima che di possa parlare di una “nuova Italia sicura” per gli animali.
Riconoscere la crudeltà verso gli animali come un campanello d’allarme ha un effetto domino potente e positivo per una società più pacifica. Numerose ricerche in psicologia e criminologia dimostrano che coloro che commettono reati sugli animali sono spesso recidivi e potrebbero persino far del male alle persone se non si interviene. È stato dimostrato da tempo che i serial killer in “formazione” usino gli animali come vittime “di prova”, e uno studio ha rilevato che i soggetti che mostrano comportamenti violenti nei confronti degli animali hanno una percentuale di rischio 11 volte più alta di commettere un omicidio a sfondo sessuale. Lo stesso studio ha anche mostrato una forte correlazione tra il maltrattamento di animali e la violenza verso donne e minori, così come lo stalking. La violenza genera violenza. La normalizzazione dello sfruttamento e degli abusi sugli animali è alla base di una società crudele per tutti.
Pene più severe, come il carcere, per atti di efferata crudeltà verso gli animali sono un deterrente necessario, ma da sole non bastano. Tali misure devono essere parte di una risposta più ampia: chi si macchia di tali reati nei confronti di individui senzienti dovrebbe anche essere sottoposto a valutazione psichiatrica obbligatoria e al divieto a vita di detenere animali, per evitare recidive e una potenziale escalation di violenza verso gli esseri umani.
La nuova legge sui reati contro gli animali è un promettente passo avanti che riflette il sentimento degli italiani verso gli animali e la loro tutela. Tuttavia, non può essere considerata il punto di arrivo, bensì l’occasione per spingere verso l’adozione di misure più estese e integrate, senza le quali rischiamo di lasciare che i cicli di violenza continuino, mettendo a rischio sia gli esseri umani che gli altri animali.
* Senior Corporate Consultant per People for the Ethical Treatment of Animals (PETA)
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