La necropoli di Tarquinia svela un tesoro nascosto: scoperta un’incredibile tomba etrusca inviolata
- Postato il 5 settembre 2025
- Notizie
- Di SiViaggia.it
- 4 Visualizzazioni

Il popolo etrusco, uno dei più evoluti in età pre-romana, ha lasciato a Tarquinia, capitale dell’Etruria, un ricchissimo tesoro di arte, storia e cultura che, ancora oggi, non smette di sorprendere. Nel cuore della necropoli dei Monterozzi, infatti, Patrimonio UNESCO insieme a quella della Banditaccia di Cerveteri, un’équipe di archeologi del Pact (Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia) ha portato alla luce una scoperta che sta già contribuendo a riscrivere la storia degli Etruschi.
Dopo settimane di lavoro, si è infatti conclusa la prima campagna di scavi rivelando una tomba a camera etrusca inviolata, datata con buona probabilità alla fine dell’VIII secolo a.C. Un ritrovamento che, oltre ad arricchire il panorama archeologico internazionale, apre nuove possibilità per chi ama viaggiare alla scoperta dei luoghi dove mito e storia si intrecciano.
La scoperta della tomba inviolata degli Etruschi
La campagna di scavi si è svolta in una zona periferica del pianoro dei Monterozzi, un’area fino a oggi ritenuta priva di grandi evidenze archeologiche. Eppure, è proprio qui che il team di archeologi ha portato alla luce un ipogeo, tra i reperti più affascinanti degli ultimi decenni.
Si tratta di una tomba a camera, scavata nel calcare ricco di fossili marini, caratterizzata da una banchina modanata destinata alla deposizione del defunto. Sulle pareti sono affiorate tracce di colore rosso e giallo, testimonianza di una primitiva decorazione pittorica a fascioni: la più antica mai documentata a Tarquinia. Un dettaglio che da solo basterebbe a renderla straordinaria, ma non finisce qui.
Durante le operazioni di scavo è stato recuperato anche un corredo funerario ricco di oggetti, nonostante i danni causati da infiltrazioni d’acqua e dal crollo parziale della copertura. Tra i reperti figurano vasi di impasto e di argilla depurata, vasellame in lamina di bronzo e ornamenti personali. Particolarmente curioso è il gran numero di anellini di bronzo sparsi in tutto l’ambiente, un mistero che gli studiosi stanno ancora cercando di interpretare.
Infine, accanto alla tomba principale, lo spazio antistante l’ingresso, delimitato da blocchi calcarei, è stato riutilizzato per una seconda sepoltura, probabilmente più recente, anch’essa accompagnata da un corredo oggi in frammenti.

Un nuovo capitolo per la storia etrusca
Grazie a questa scoperta, la necropoli dei Monterozzi, già celebre per i suoi affreschi che raccontano la vita e i riti funebri degli Etruschi, si arricchisce così di un nuovo capitolo. L’ipogeo appena scoperto non solo documenta le origini più antiche della città, ma regala ai viaggiatori un motivo in più per programmare una visita in questa zona d’Italia.
Dalle prossime settimane, infatti, il Pact organizzerà visite guidate alla nuova tomba, offrendo un’occasione unica per ammirare dal vivo un sito rimasto inviolato per quasi tremila anni. Passeggiando lungo il pianoro, lo sguardo si apre su una vista spettacolare verso l’antica Tarquinia, mentre si ha la possibilità di calarsi letteralmente nel sottosuolo per scoprire i segreti di una civiltà che ancora oggi esercita un fascino magnetico.