La sinistra tutto deve fare tranne che “moderarsi” (con buona pace di Renzi)
- Postato il 20 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Massimo Santantonio
Noto in queste settimane l’assidua presenza di Matteo Renzi nei talk show. Sembra, incredibilmente dato il suo curriculum di egocentrico sabotatore di alleanze, essere assai corteggiato. Viene da molti presentato come il grimaldello per ottenere voti facendo cambiare idea ad ipotetici elettori moderati, nonostante il suo partito sia accreditato di consensi risibili (2%).
La storia insegna: quando vai verso il centro, lì ti aspettano con tovagliolo, forchetta e coltello i veri titolari di quello spazio, da sempre inclini verso la destra. E ti si mangiano. Perché è casa loro. Il centrosinistra ha sempre fatto lo stesso errore: mediare democristianamente, diluire le posizioni. In questo modo si scontentano tutti.
Ripensiamo a quando Bertinotti fece cadere il governo Prodi. Il suo partito rappresentava una discreta parte dell’ elettorato della coalizione. Quelli giustamente volevano vedere realizzati alcuni dei loro desideri, magari covati per anni. Se io voglio una Ford rossa e tu alla fine mi dai una Fiat bianca io sono deluso, e non ti voto più. Il segreto è accontentare esattamente gli elettori di ogni partito, mentre gli altri a turno si tappano il naso. Solo così si fidelizzano i cittadini.
La destra ha sempre praticato questo, non si è fatta mancare nulla. Sono stati governi estremisti, a maggior ragione questo. Attaccavano, e attaccano, i pilastri della democrazia. Dal Berlusconi infaticabile persecutore di magistrati, all’incoraggiamento dell’evasione fiscale, allo sdoganamento del fascismo e di comportamenti discriminatori delle minoranze, all’erosione di diritti civili faticosamente acquisiti, all’attacco delle sedi di libero pensiero come le università, e alle campagne di odio e denunce di giornalisti sgraditi. Gli attuali governanti sono sfegatati sostenitori di chi, come Trump, pratica queste idee schifose con gli arresti, l’esercito, la persecuzione dei dissidenti. Altro che moderati. I moderati non esistono: esistono persone apparentemente moderate, che se poco poco titilli i loro lati sino a quel momento repressi per ritegno, e sdogani l’indicibile, sono ben lieti di svelarsi.
In questi tempi di inaccettabili disuguaglianze, di povertà in aumento, di diffusa percezione di intoccabilità dei potenti, la sinistra ha dalla sua una tradizione di difesa dei deboli, ricerca dell’uguaglianza, difesa dei diritti. I principi, impronunciabili oggi, del socialismo e – orrore – del comunismo. Perché non nazionalizzare le banche salvate con fiumi di soldi pubblici e farle diventare uno strumento di sostegno diffuso al posto di macchine che se non stai attento ti erodono il conto corrente con mille balzelli? Perché non tassare più incisivamente i super-ricchi e le super aziende per ridistribuire un po’ di risorse pubbliche? Perché non costringere aziende che per anni hanno drenato risorse pubbliche a pagare le tasse in Italia? Togliere risorse alle scuole private? Far pagare l’ICI alla chiesa?
Si potrebbe obiettare che le formazioni più connotate a sinistra (timidamente) sono accreditate nei sondaggi di pochi voti. Questo secondo me per la generale convinzione che comunque, anche in caso di vittoria, non cambierebbe nulla, che i contenuti sarebbero mediati all’infinito, diluiti fino all’irrilevanza. La destra non ha mai esitato a portare avanti anche le istanze più sovversive, ed ha soddisfatto i suoi elettori. Bisognerebbe dichiarare esplicitamente prima delle elezioni un epocale cambiamento di rotta: che le principali istanze dei componenti di una coalizione, incluse quelle più radicali, sarebbero integralmente portate avanti senza compromessi.
Faccio un esempio: in tanti speravamo nella riforma della Giustizia di Bonafede. E l’abbiamo vista sabotare dall’interno. È per questo che bisogna evitare come la peste i renziani (per non parlare di Calenda): perché farebbero perdere voti, nella certezza che se coinvolti nel governo contribuirebbero a far perdere di identità ed efficacia qualsiasi azione. A qualsiasi costo.
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