Le donne nella Resistenza del Ponente ligure: storie locali dal respiro simbolico
- Postato il 29 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un omaggio alle donne, in questi giorni tra 25 aprile e 1° maggio, che diedero prova di determinazione, resilienza, coraggio e spirito di sacrificio almeno quanto gli uomini. È un libro appena uscito per Fusta editore, che si intitola Protagoniste. Storie di donne e resistenza nel Ponente ligure. L’hanno scritto Daniela Cassini, Gabriella Badano e Sarah Clarke Loiacono, che hanno lavorato con spirito “glocal” – quello che preferisco – facendo rivivere storie e principi universali attraverso persone e fonti “locali”, a volte apparentemente minuscole ma dal respiro altamente simbolico.
“Protagoniste” rievoca con forza – raccontando alcune eroine della Resistenza – le vicende dei Gruppi di Difesa della Donna nella Provincia di Imperia: ad esempio la storia delle sorelle Evelina e Giuliana Cristel, la loro resistenza a Sanremo e la loro deportazione; oppure la storia incredibile dell’intellettuale, giornalista e scrittrice ebrea tedesca Dora Kellner e della sua pensione sanremese “Villa Verde”, crocevia e rifugio di esiliati e di personaggi come Benjamin, Brecht, Adorno, Roth. O ancora, l’amicizia partigiana di Alba Galleano e Lina Meiffret, con i racconti inediti di quest’ultima, o infine il diario di una bambina nella Resistenza dei genitori a Ventimiglia, come testimoniano i documenti conservati nell’Archivio privato Giacometti-Loiacono.
Storie – corredate da documenti e immagini preziose – che riemergono dall’Archivio Storico dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Imperia (Isrecim). Le tre autrici, studiose e donne engagé, hanno saputo riportarle alla luce e trasmetterle in forma di racconto. Insieme alle protagoniste più famose, riaffiora una rete – vitale, per sopravvivere nelle zone contadine dell’entroterra ponentino – di tante donne e testimonianze, delle loro rievocazioni. Sono le staffette, le infermiere, le ostetriche e le partigiane combattenti che ebbero ruoli decisivi anche in quel tragico periodo storico. Anche loro disegnano la mappa e l’organizzazione interna della quotidianità nella lotta partigiana. Sono il cosiddetto “anello debole”, che prima creò e poi tenne insieme le vite di tutti.
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