Le famiglie dei ragazzi uccisi dalla piena del Natisone chiedono un risarcimento da 3,7 milioni
- Postato il 11 settembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Le famiglie di Bianca Doros, Patrizia Cormo e Cristian Casian Molnar, i tre ragazzi travolti e uccisi dall’improvvisa piena del torrente Natisone il 31 maggio 2024, hanno chiesto un ingente risarcimento danni, costituendosi parte civile nel processo a tre vigili del fuoco e a un infermiere che sta per iniziare a Udine. La cifra ammonta a un totale di 3,7 milioni di euro per danni patrimoniali e non, biologici e morali.
L’avvocato delle famiglie delle vittime, Maurizio Stefanizzi, secondo la Tgr Rai del Fvg sta depositando gli atti di costituzione di parte civile nel procedimento penale nei confronti degli imputati per la morte dei tre giovani. Sotto accusa gli interventi per soccorrerli. “Vogliamo giustizia – hanno sempre sostenuto dopo il ritrovamento dei corpi privi di vita dei loro congiunti, al culmine di giornate di ricerche – i nostri ragazzi erano scesi nel greto per fare delle foto, ignari del pericolo, visto che il fiume era in secca. Quando sono stati circondati dall’acqua, hanno subito chiesto aiuto con il cellulare e forse il tempestivo arrivo di un elicottero avrebbe potuto salvarli”.
A pagare, se il giudice riconoscerà le loro ragioni, dovranno essere il ministero dell’Interno per quanto concerne i tre pompieri in servizio al comando provinciale di Udine, coloro che hanno coordinato i soccorsi da remoto in contatto telefonico con una delle vittime, e l’Azienda regionale di coordinamento per la salute per ciò che riguarda il coinvolgimento del dipendente della centrale operativa regionale di soccorso sanitario, attivato circa un quarto d’ora dopo il primo Sos, che ha interloquito unicamente con il personale dei pompieri.
“La sofferenza dei genitori – scrive l’avvocato Stefanizzi nella richiesta appena depositata – è stata amplificata dall’agonia prolungata. I giovani sono morti per annegamento dopo oltre 40 minuti di attesa dei soccorsi e le famiglie hanno vissuto questi interminabili momenti di angoscia quasi in diretta televisiva. Ciò ha causato loro un trauma psicologico ancora più profondo, sfociato anche in sintomi di ansia, depressione e insonnia“. Il danno è calcolato secondo una tabella unica nazionale e secondo giurisprudenza in materia. Per la famiglia Cormos viene chiesto un totale di un milione 269mila euro, per la famiglia Doros un milione e 200mila euro, infine un milione e 243mila euro per la famiglia Molnar.
I quattro imputati hanno optato per il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare. Il primo a presentarsi in aula sarà l’infermiere della Sores, il 17 novembre. Salvo la ancora possibile unione dei due procedimenti, i tre vigili del fuoco dovrebbero comparire in tribunale il prossimo 2 dicembre.
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