Le sanzioni a Francesca Albanese non sorprendono: gli Usa hanno sempre fatto così. E l’Italia tace

  • Postato il 10 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Possiamo continuare a mostrarci sorpresi e indignati per ciò che gli Stati Uniti hanno appena fatto a Francesca Albanese, imponendole sanzioni, ma la verità è che gli Usa stanno facendo ciò che hanno sempre fatto: punire e colpire chi va contro i loro interessi (Julian Assange, Edward Snowden, Chelsea Manning, politici, interi Stati… la lista è infinita). La verità, però, è che l’Italia è la prima responsabile perché, con Mattarella, il governo Meloni e un Pd esitante, ha scelto il silenzio di fronte alle minacce gravissime che la relatrice speciale Onu per la Palestina occupata subisce da due anni.

Albanese è sotto attacco da Israele tramite accuse, insulti, divieto d’ingresso e minacce di morte, e l’Italia non ha preso mezza misura per mettere al sicuro una propria cittadina in pericolo.

Albanese è riconosciuta e apprezzata nel mondo: il Sudafrica ha utilizzato il suo lavoro per poter accusare Israele di genocidio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia; le diplomazie di diversi Paesi, anche europei, la elogiano e intrattengono rapporti con lei; i giornalisti di tutto il mondo la intervistano e la ospitano nei loro programmi, le Ong internazionali collaborano con lei, mentre in Italia non ha quasi nessun riconoscimento rilevante.

In un’intervista del 27 giugno 2024 su Tpi, la stessa relatrice ha denunciato la censura sistematica in Italia: “Rai e La7 non mi vogliono perché accuso Israele di genocidio”, dicendo che invece in Spagna, Francia, Irlanda e in altri Stati è regolarmente ospitata, affermando di essere apprezzata all’estero ma esclusa in patria.

Il silenzio di Mattarella e del governo Meloni in questi due anni non è solo un vuoto istituzionale: è una scelta politica di abbandonare una cittadina italiana che rischia la vita. A ciò si aggiunge la complicità di certe frange dell’opposizione. Il Pd ancora non ha detto nulla sulle sanzioni contro Albanese, probabilmente stanno ancora scegliendo le parole giuste per venire incontro a tutti i sionisti del partito, come Pina Picierno, Graziano Delrio, Emanuele Fiano, Piero Fassino, Dario Nardella, Sara Funaro e altri.

Il sindacalista Giorgio Cremaschi, su Il Fatto Quotidiano, ha denunciato che il Pd è sempre pacato e pondera ogni virgola quando parla di Palestina per paura di far arrabbiare i sionisti interni. Cremaschi osserva che il Pd, ufficialmente, critica il governo Meloni per il suo silenzio sul genocidio, ma poi nei fatti diversi suoi esponenti, anche di un certo rilievo, incontrano esponenti e lobbisti israeliani. Il silenzio del resto del partito riguardo a questa realtà rende l’intero Pd complice.

La verità è che l’Italia non ha mosso una sola iniziativa diplomatica per denunciare queste sanzioni, non ha condannato le minacce di morte, né ha protetto legalmente Albanese. Mattarella, il governo Meloni e parte dell’opposizione hanno lasciato che fosse considerata un problema internazionale e non un’italiana sotto minaccia, ignorata dallo Stato che dovrebbe garantirle sicurezza e libertà di parola. Questo vuoto pesa non solo su di lei, ma sulla credibilità dell’Italia davanti al resto del mondo.

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Il Fatto Quotidiano

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