L’ex Brigate Rosse Leonardo Bertulazzi torna ai domiciliari in Argentina
- Postato il 26 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. L’ex membro delle Brigate Rosse, Leonardo Bertulazzi, 73 anni, è stato scarcerato in Argentina e posto agli arresti domiciliari a Buenos Aires. La decisione è stata presa dalla Corte Federale di Cassazione argentina, che ha annullato la custodia cautelare in carcere considerando l’età avanzata e le precarie condizioni di salute dell’uomo, che soffre di problemi cardiaci e visivi.
Come riporta l’Ansa, Bertulazzi, che vivrà con una cavigliera elettronica, sarà sottoposto a controlli medici e la sua residenza verrà sorvegliata 24 ore su 24 da una pattuglia della Polizia Federale.
L’avvocato di Bertulazzi, Rodolfo Yanzón, ha accolto positivamente la notizia, definendola un “buon risultato”. La giudice Servini, ha aggiunto il legale, ha riconosciuto il diritto dell’uomo a una condizione più tutelata, in attesa della decisione finale sul suo status di rifugiato, un elemento chiave nella sua vicenda giudiziaria.
Chi è Leonardo Bertulazzi
Nato a Verona nel 1951, Leonardo Bertulazzi si trasferì giovane a Genova, dove iniziò la sua militanza armata. Dal 1977 divenne un dirigente della colonna genovese delle Brigate Rosse con il nome di battaglia “Stefano”. La colonna, nota come “Colonna 28 marzo”, fu tra le più attive e violente.
Nel 1977, Bertulazzi partecipò al rapimento di Pietro Costa, ingegnere navale della famiglia proprietaria della Costa Crociere. Dopo 81 giorni, Costa fu rilasciato in cambio di un miliardo e mezzo di lire (equivalente a 7 milioni di euro oggi). I soldi ottenuti servirono a finanziare le attività delle Brigate Rosse, inclusa l’acquisizione dell’appartamento a Roma dove fu tenuto prigioniero Aldo Moro. Nello stesso anno, Bertulazzi rimase ferito dall’esplosione di un ordigno da lui costruito.
La sua latitanza iniziò il 17 settembre 1980, quando riuscì a sfuggire alla polizia che lo aveva individuato nei pressi dell’abitazione del sindaco di Genova, Fulvio Cerofolini, considerato un possibile obiettivo. Dopo una rocambolesca fuga, andò in Grecia e Portogallo, per poi rifugiarsi in Sud America. Dalla fine degli anni Ottanta si stabilì a Buenos Aires, dove vive con la sua compagna, Bettina Koepcke.