Mafie al Nord: nella relazione della Dia, una piccola ma grande rivoluzione culturale
- Postato il 2 luglio 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Un nuovo passaggio epocale di carattere criminologico ha contrassegnato l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa all’anno 2024. Sono 37 le tavole territoriali disseminate nelle 427 pagine del testo che descrivono graficamente la nuova presenza delle mafie in Italia: dalla tavola relativa alla provincia di Caltanissetta a quella di Monza Brianza, Varese, Como e Lecco.
La novità non riguarda solamente l’impatto comunicativo generato della cartina, già dalla relazione relativa al secondo semestre 2018 comparivano. C’è di più. Nella tavola riferita alla provincia di Milano e Pavia per esempio (tra l’altro comparsa per la prima volta quest’anno, prima era presente un’unica cartina della Lombardia), non solamente si parla di ‘ndrangheta, ma vengono indicate famiglie di Cosa Nostra e un clan di camorra. Vengono citate le famiglie Carollo e Bonanno. La famiglia Fontana e il Clan di Camorra Guida. L’impatto è forte. Perché la cartina comunica al lettore non solo la presenza o l’operatività, ma il radicamento.
Mai si era parlato di radicamento di famiglie appartenenti a Cosa Nostra o a Clan Camorristi. La Famiglia Fontana assieme ai Galatolo ha il suo feudo all’Acquasanta di Palermo, ma sono a quella famiglia riconducibili i sequestri della gioielleria in via Felice Cavallotti, precedentemente oggetto di una interdittiva antimafia e di tre immobili sempre a Milano: in via Rutilia; in via Giacomo Manzù e in via Fausto Menotti.
I Gionta invece era da anni che non venivano presi in considerazione a Milano. Nel settembre del 2021, però, grazie alla Dia di Salerno, Valentino Gionta era stato arrestato a Milano ospite della madre a Cardano al Campo. Mai, per gli uni e per gli altri, si era parlato così chiaramente di una presenza e di una operatività consolidata.
La complessità della comunicazione viene ulteriormente arricchita da un’altra novità. Per esempio a Lecco sono radicate o comunque operano diverse ‘ndrine: Oppedisano, Strangio, Vallelonga, Flachi e Coco Trovato. Quindi non solo il Locale di ‘ndrangheta di Lecco. Ma si sottolinea, addirittura, la convivenza nello stesso territorio di diverse cosche di carattere familiare.
Ma le sorprese non sono finite qui. A Milano compare, e, direi, finalmente, la ndrina dei Piromalli e anche la ndrina degli Strangio. Oltre a quella degli Onorato. Famiglie di ‘ndrangheta, spesso oggetto di importanti inchieste al nord, che non comparivano nei Locali di ‘ndrangheta citati in Infinito e nelle relazioni successive.
Non vengono invece citati i castelvetranesi di Errante Parrino, nell’abbiatense, né i Senese, né i Fidanzati. I gruppi criminali che dialogavano tra loro nell’ipotesi d’accusa descritta nell’indagine Hydra. Inchiesta che non viene citata e che ha ottenuto a gennaio 2025 i primi ok della Cassazione agli arresti per associazione mafiosa. E’ come se su questa inchiesta non ci fosse unanime slancio. Pari a quello incontrato con Infinito. Hydra non viene citata nella relazione del 2024, mentre quella relativa al secondo semestre del 2023 (i primi arresti sono dell’ottobre 2023) non è stata mai redatta.
In ultimo è bene ricordare che oramai si parla di Matrici mafiose. Da un anno a questa parte si affronta l’analisi del fenomeno criminale della ‘ndrangheta o di Cosa Nostra oppure della Stidda o della Camorra. Una piccola grande rivoluzione lessicale. Fino a giugno 2024 venivano utilizzati i termini di criminalità organizzata di origine calabrese, pugliese, siciliana, stiddara o campana. Si è usciti definitivamente da una impostazione di carattere etnico. Si è entrati in una visione di insieme. Si segue l’evoluzione delle organizzazioni criminali. Si osserva e si studia il fenomeno mafioso come un’espressione di carattere nazionale.
L'articolo Mafie al Nord: nella relazione della Dia, una piccola ma grande rivoluzione culturale proviene da Il Fatto Quotidiano.