Meloni resta a galla perché manca un’alternativa degna di questo nome
- Postato il 18 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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In un passaggio dell’atto recentemente depositato dalla Procura di Milano nel contesto del procedimento contro amministratori locali e costruttori, è scolpito, in termini che vanno ben al di là del caso singolo, il dramma vissuto attualmente dall’Italia e dall’Europa intera. I funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta, scrivono i pubblici ministeri, “si esprimono ed agiscono non come pubblici ufficiali rispettosi dei confini e del ruolo della loro importante funzione pubblica a garanzia dei fondamenti su cui si regge la comunità e la convivenza civile in un settore delicato come l’urbanistica, ma come dipendenti privati e deferenti agli ordini di Catella”, il potente costruttore che emerge come dominus incontrastato della vicenda.
Si tratta di un passaggio che fa luce sul vero e proprio suicidio attuato dalla Repubblica italiana, le cui origini risalgono alla svendita del patrimonio pubblico ai privati attuata da Giuliano Amato & C. a partire da circa trent’anni fa. In tal modo il virus neoliberista venne inoculato in quel che restava dalla sinistra, già sconquassata dalle disastrose scelte di Occhetto e della fallimentare generazione dei Veltroni e dei D’Alema che gli fece seguito. Da lì derivano tutte le nostre disgrazie, compresa Meloni, Lollobrigida, Santanché, La Russa, Tajani, Salvini e tutta la compagnia di penosi saltimbanchi che afferma di stare governando l’Italia.
È per questo motivo, avere liquidato scelleratamente le migliori tradizioni del popolo italiano, che siamo oggi complici del genocida Netanyahu. Sempre per questo motivo continuiamo ad alimentare una guerra senza senso in Ucraina che sta distruggendo un Paese, mettendoci di traverso perfino a Trump, che ha capito l’irrimediabilità della sconfitta e ne scarica sull’Unione Europea i costi sia finanziari che politici. Sempre per questo motivo continuiamo ad avere un governo che riesuma il nucleare, fa affogare senza vergogna i migranti, massacra lavoratrici e lavoratori affermando l’imperio incontrastato del capitalismo più straccione e decadente dell’Occidente in declino.
Si realizza così il sogno di Draghi & C. che vedono nella mediocre politicante spuntata dalle viscere del neofascismo imbellettato alla meno peggio l’incarnazione dei loro progetti meno confessabili. Alla fine non abbiamo avuto né la pace né i condizionatori, proprio nel momento in cui le nubi della guerra imminente incombono più che mai sul nostro orizzonte, al pari dell’innaturale caldo torrido indotto dal cambiamento climatico che è effetto a sua volta del predominio incontrastato delle lobby dell’energia fossile. Il problema come accennato non è solo italiano: l’Unione europea, “governata” dalla signora Von der Leyen in Pfizer, riesce ad essere contemporaneamente serva di Trump e guerrafondaia in Ucraina. Guai se ci fosse davvero la pace in Ucraina, che poi cosa raccontiamo a Rheinmetall e Leonardo?
Quindi la guerra, garanzia di sopravvivenza per il genocida Netanyahu che sta affogando irrimediabilmente nel sangue e nella melma, diventa l’unica prospettiva anche per l’Europa che affonda: ”Prepararsi, proteggersi, arruolarsi” recita l’osceno manualetto che Macron, che rappresenta ormai un’infima minoranza dei francesi, si prepara a distribuire.
Di conseguenza abbiamo al governo la peggiore destra mai vista in Italia dal 25 aprile in poi, negatrice profonda di ogni valore costituzionale e votata esclusivamente alla realizzazione immediatamente dei propri più gretti interessi materiali. Ministri, governatori e sindaci si mettono in proprio quando possono e la cronaca rigurgita di abusi d’ufficio (non più punibili grazie a Nordio & C.), interessi privati in atti d’ufficio, corruzioni, peculati ecc. Questa l’obbrobriosa destra, ma non è che la sedicente “sinistra” sia poi tanto meglio.
Qualcuno mi spieghi in cosa una Picierno, un Fassino, un Guerino, ecc. siano peggio di Meloni o La Russa. Questo è l’interrogativo che serpeggia insidioso in testa a noi poveri cittadini medi privi di potere e di prospettive. E l’astensione dilaga. Meloni vince e continua a riscuotere consensi più di altri perché, nella sua squallida mediocrità, pare la più idonea a sedere sul trono collocato in vetta alla fetida discarica che è divenuta l’Italia, dove perfino i cinesi diventano mafiosi ed evasori fiscali, dedicandosi con entusiasmo ai nostri sport nazionali.
Ma soprattutto vince perché manca un’alternativa degna di questo nome. Manca nei nomi, ma soprattutto manca nelle basi ideologiche, ancora abbondantemente infette dall’atlantismo e dal neoliberismo. Nessun ripudio esplicito di questi mali supremi è stato finora pronunciato da Schlein e da Conte e la poveretta anzi annaspa sempre più penosamente nella melma di un partito in preda alle lobby. Moltissime sono le energie disperse, anche all’interno di Cinquestelle e Pd, per non parlare di sindacati come la Cgil, ma per mobilitarle in modo efficace ed effettivo ci vuole un programma di cambiamento che sia basato sul ripudio esplicito di neoliberismo ed atlantismo. Altrimenti ci terremo Meloni, Tajani, Salvini, La Russa, Lollobrigida & C. In fondo è quello che ci meritiamo. O no?
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