Merz ammette che Israele fa il lavoro sporco per noi: com’era la storia dell’aggressore e dell’aggredito?
- Postato il 18 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il cancelliere tedesco Merz, a capo di un governo di democristiani e socialdemocratici, ha appena affermato che Israele sta facendo il lavoro sporco per l’Occidente. Il solo triste merito dei criminali israeliani è quello di aver sciolto nell’acido ogni maschera di ipocrisia dell’Occidente, dei suoi governi e politici atlantisti ed europeisti, della sua stampa e dei suoi propagandisti.
Non ci sono più le declamazioni sul diritto e sulla legalità, l’Occidente oggi rivendica la più brutale logica delle armi e della guerra, è un sistema in crisi che reagisce con ferocia alla caduta del proprio potere.
Quando nel 2003 Bush figlio scatenò l’assalto all’Iraq sulla base di prove false di armi di distruzione di massa, in Occidente c’erano più dissociazioni e senso critico. Oggi il G7, la Nato, la Ue e ovviamente tutte le istituzioni politiche italiane, dal governo al Presidente della Repubblica, sono compattamente schierati con Israele, le sue menzogne e i suoi bombardamenti. Come era quella storia, “c’è un aggressore e un aggredito”? Non vale più, è solo servita a far passare il riarmo, e ora le armi si usano. E Israele non potrebbe fare nulla di quello che fa senza il sostegno armato degli Usa, della Nato, della Ue.
Assieme a Merz, i volonterosi Starmer e Macron, che tanto piacciono al Pd e agli europeisti, hanno proclamato il diritto di Israele a difendersi. Che vuol dire il diritto al genocidio dei Palestinesi, e ora anche quello di provocare una Fukushima o una Chernobyl. E a gara guerrafondaia con i governi europei c’è il finto pacificatore, in realtà burattino reazionario dei neoconservatori, Trump, amato da destre e fascisti. Tutti d’accordo, così Meloni può servire tutti.
La grande stampa occidentale, di cui quella italiana è il degrado, esalta la geometrica potenza israeliana: gli ayatollah meritavano da tempo questo trattamento e questo sia di monito verso tutti i popoli del mondo, e soprattutto verso i nemici per cui si attrezza la terza guerra mondiale: Russia e Cina. La politica di sopraffazione e guerra, che i propagandisti occidentali imputavano alla Russia, ora è ufficialmente proclamata dall’alleanza del crimine tra Israele, Usa, Ue e Nato.
E le istituzioni del diritto internazionale o sono impotenti, come l’Onu bloccata dal veto Usa, o sono complici, come l’Aiea che non può mettere piede in Israele per ispezionare le atomiche fuorilegge di uno stato, a cui però permette silenziosa di bombardare i siti atomici di un altro. E la Corte Penale Internazionale può emettere solo mandati contro Putin, che se li rivolge a Netanyahu finisce essa stessa sotto accusa. Altro che diritto, l’Occidente oggi si comporta come uno sceriffo razzista dell’Alabama di sessant’anni fa. La legge e l’ordine sono semplicemente il suo potere e i suoi – sporchi come dice Merz – interessi.
Questa prepotenza e questo orrore suscitano sempre più indignazione e mobilitazione di massa. Non bisogna però ripetere gli errori del movimento pacifista mondiale di venti anni fa, che allora il New York Times definì “la seconda potenza mondiale”. In realtà l’errore fu uno solo, quello di fidarsi dei vari governanti di centrosinistra, che poi ovunque tradirono il pacifismo e alimentarono la corsa alle armi e alla guerra.
Oggi fa solo male il chiacchiericcio ipocrita degli ultimi arrivati nella lotta contro la guerra, che dicono no a Netanyahu ma sì al sionismo; no al riarmo, ma sì alla Nato e alla difesa comune europea; no alle armi ad Israele ma sì a quelle in Ucraina. Tutte queste ambiguità mascherano presenti e passate complicità. Non dimentichiamo che fu un governo di centrosinistra, guidato da D’Alema e Mattarella, a bombardare Belgrado, prima capitale europea colpita dalla guerra dal 1945. Né possiamo ignorare che Leonardo, che ancora arma Israele, è un feudo del profondo Pd. E che l’idolo dei liberali Mario Draghi è il teorico dell’economia di guerra assieme a Ursula von der Leyen.
Siamo in preda ad un sistema criminale e razzista bipartisan, guidato dagli Stati Uniti e dalla Nato, che ci sta portando alla terza guerra mondiale. Ci vogliono scelte e comportamenti netti. Come il boicottaggio di ogni affare di Israele e dei suoi soci. Come i portuali di Genova che hanno scioperato per fermare una nave della morte israeliana. Come i sindacati di base che il 20 giugno hanno proclamato lo sciopero generale contro la guerra, mentre i sindacati confederali e anche la Cgil si guardano bene dal farlo. Come gli studenti che prendono le manganellate per contestare la guerra e le istituzioni complici.
Il 21 a Roma ci saranno due manifestazioni contro la guerra. Una di coloro che sostengono il no alla Nato a Israele e alla guerra, gli scioperi e le lotte, senza se e senza ma. L’altra che, per essere più “inclusiva”, condanna il riarmo, senza però ripudiare il suo primo colpevole: la Nato. E così assieme ai veri pacifisti, lì ci sarà anche una parte di quel mondo Pd che tiene i piedi in due staffe. Che ha manifestato il 15 marzo nella indecente sceneggiata per l’Europa organizzata da La Repubblica.
Io il 21 giugno sarò a in piazza Vittorio a Roma assieme ai portuali di Genova. Certo poi ci incontreremo ancora con chi andrà nell’altra piazza. Però senza i complici di ieri, che lo ridiventeranno domani.
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