Messa di Polsi a Locri, fedeli in rivolta: Chiesa e Prefettura si scaricano la responsabilità
- Postato il 13 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Messa di Polsi a Locri, fedeli in rivolta: Chiesa e Prefettura si scaricano la responsabilità
Fedeli in manifestazione pacifica oggi, alle ore 10, al comune di San Luca sulla decisione della Chiesa spostare la messa del 2 settembre della Madonna di Polsi a Locri, mentre la Prefettura «prende atto», la Curia precisa: «Messi nella condizione di non poter dire di sì a San Luca». E diventa il caso Polsi.
C’è un punto preciso in cui una storia a Polsi smette di essere cronaca e diventa ferita. E, questa è la decisione di spostare la messa del 2 settembre della Madonna della Montagna di Polsi a Locri. È una lama, tale decisione, che entra nella carne viva di una comunità di fedeli. E, i fedeli della Madonna di Polsi lo dicono senza preamboli, senza inchini. «Il 2 settembre è la festa della Madonna di Polsi, va fatta nel suo territorio comunale, non in altri comuni». Perché non è folklore, è un grido. Ed è un grido che oggi, 13 agosto 2025, alle ore 10, si leverà davanti al Municipio di San Luca, dove i fedeli incontreranno — o credono di poter incontrare — la commissione straordinaria che guida il Comune.
L’IMPORTANZA DELLA MESSA DELLA MONTAGNA POLSI SUL TERRITORIO DI SAN LUCA E NON A POLSI E L’INTERLOCUZIONE CON LA COMMISSIONE STRAORDINARIA
L’obiettivo dei cittadini e fedeli è semplice: far capire ai prefettizi che trovare spazi ampi, liberi e sicuri a Polsi o San Luca per celebrare la messa in onore della Madonna di Polsi, è possibile, senza scippare il simbolo che da secoli scandisce fede e appartenenza. Perché per loro, cittadini e fedeli, Polsi non è una cartolina. È semplicemente un cuore che batte in un preciso punto dell’Aspromonte, nel comune di San Luca. E il cuore, si sa, non lo si trapianta altrove per comodità. Così come la fede per la Madonna della Montagna, per i cittadini di San Luca e per i pellegrini non è folklore. Non è neppure ‘ndrangheta.
È semplicemente fede. Devozione. Così come lo è la Madonna di Lourdes. Come lo è la Madonna di Fatima. Come Madonna Fiumarola o quella di Tindari, e le altre. La festa di Polsi rappresenta lo stesso sentimento di fede di tutte le altre feste mariane del mondo.
LA DECISIONE DELLA CURIA E LA RIVOLTA DEI FEDELI
Eppure la decisione è stata presa, o almeno così pare. Nei giorni scorsi la Curia della diocesi di Locri-Gerace guidata dal vescovo Francesco Oliva, ha annunciato: «La novena si svolgerà dal 24 agosto al 1 settembre nella chiesa parrocchiale di San Luca e nella stessa chiesa si svolgerà la veglia di preghiera con i giovani e il Card. Matteo Zuppi il 1 settembre, alle 22:30. La Santa Messa Solenne, infine, si svolgerà il 2 settembre, alle 9:30 nello stadio comunale di Locri». Una scelta che ha incendiato piazze, social, gruppi WhatsApp. «È ingiusto spostare la messa della Madonna di Polsi a Locri, bisogna farla a Polsi o, in alternativa, a San Luca» scrivono in decine di post. Perché – lo ricordano – Polsi è nel comune di San Luca. « Proprio lì sta il problema – dicono i fedeli- se fosse altrove avrebbe strade e il rispetto che merita la fede».
Il malcontento è diventato rivolta digitale. È stata creata una raccolte firme su change.org ” Fai tornare la festa della Madonna della Montagna a San Luca” che in poche ore ha superato le 600 firme verificate. Mentre i fedeli insorgono, soprattutto contro la chiesa rea di aver «strappato ai fedeli la loro festa», la Prefettura di Reggio Calabria, ieri pomeriggio, 12 agosto 2025, ha diffuso una nota ufficiale. Linguaggio burocratico ma ben chiaro.
LA PREFETTURA PRENDE ATTO DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE DALLA CURIA PER CELEBRARE LA MESSA DI POLSI A LOCRI
«Si è svolta questa mattina presso il Palazzo del Governo, presieduta dal Prefetto Clara Vaccaro, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica avente ad oggetto la disamina delle problematiche relative all’organizzazione della Festa della Madonna della Montagna di Polsi. All’incontro hanno preso parte i Commissari Straordinari del Comune di San Luca ed il Sindaco di Locri, l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici ed il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Infrastrutture e Lavori Pubblici, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, del 118 Suem, il Rettore del Santuario di Polsi.
Nel corso della seduta, quest’ultimo- ha precisato la Prefettura- ha comunicato che le perduranti criticità di accesso al Santuario aspromontano e di fruizione della struttura, interessata da lavori di ristrutturazione e consolidamento, ha determinato la Diocesi di Locri-Gerace a modificare il programma celebrativo originario. Prevedendo che dopo lo svolgimento della consueta veglia, che si terrà il 1° settembre presso la parrocchia di San Luca, la tradizionale Messa sarà celebrata, nella mattina del prossimo 2 settembre, presso lo Stadio comunale di Locri». Tradotto: La Curia ha deciso, la Prefettura si adegua. E, infatti, poi la Prefettura prosegue scrivendo come
«Nel prendere atto delle determinazioni assunte dalla Curia, il Prefetto ha richiamato l’attenzione su alcuni aspetti legati alla security, evidenziando all’Organizzazione la necessità di acquisire tempestivamente la pianificazione relativa alla safety, comprensiva degli aspetti sanitari, anche per la cura dei conseguenti adempimenti volti ad assicurare il coordinato concorso da parte di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. Le direttive impartite stamane dal Prefetto Vaccaro saranno successivamente sviluppate in un apposito Tavolo Tecnico, che sarà convocato in Questura nelle prossime settimane per definire tutti i dettagli tecnici ed operativi relativi alla predisposizione dei necessari presidi di sicurezza».
LA CURIA DOPO LA DECISIONE DI OPTARE PER LOCRI: «OCCORRE SAPERE TUTTO… MESSI NELLA CONDIZIONE DI NON POTER DIRE Sì ALLA MESSA DELLA MADONNA DI POLSI A SAN LUCA»
Poco dopo però, il colpo di scena. La Curia pubblica sui social un video dove è don Nicola Commisso parlare. Il Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano Don Nicola Commisso, chiarisce le ragioni che hanno portato alla scelta di celebrare la festa della Madonna della Montagna in una sede diversa, quest’anno. Tredici minuti e cinquantasette secondi pubblicati su YouTube di frasi misurate, di parole che cercano di camminare sul filo senza cadere.
«Occorre sapere tutto dall’inizio», dice, evidenziando preliminarmente che: «l’importanza di Polsi è indiscussa, da parte della diocesi c’è la sottolineatura che il luogo di Porsi, la valle di Polsi, rimane imprescindibile per la devozione Mariana dei Pellegrini e dei tanti fedeli che ogni anno si recano li a venerare Maria. E’ chiara l’intenzione della Diocesi di non venir meno della presenza in quel luogo come del resto è stato in tutti questi decenni, in tutti questi secoli, nonostante le difficoltà logistiche. Nonostante i problemi. Soprattutto negli ultimi anni la Diocesi non solo ha investito tanto ma si è impegnata anche nel dialogo con le istituzioni perché effettivamente il luogo fosse raggiungibile, e fosse raggiungibile in sicurezza».
E, allora Don Nicola racconta la storia dall’inizio: «Perché la vicenda si può comprendere soltanto se la collochiamo in un quadro in cui tutti i passaggi vengono spiegati». Ricorda così come la festa di Polsi è sempre stata «attenzionata dalle autorità di pubblica sicurezza, in modo particolare alla Prefettura, dai carabinieri, dal commissariato, è sempre stata attenzionata a motivo del grande afflusso di fedeli e quindi non è una novità per noi sederci a un tavolo di confronto, di programmazione, con la Prefettura».
MESSA SPOSTATA A LOCRI MA «GIÀ L’ANNO SCORSO SOLLEVATE ALTRE CRITICITÀ PER LA MESSA DI POLSI»
«C’è sempre stata questa interlocuzione ed è normale che ci sia. Quindi sempre c’è stata un’attenzione da parte della Diocesi nel collaborare con le autorità perché il tutto potesse avvenire in sicurezza per tutti i pellegrini di vista anche la condizione logistica delle vie di accesso al Santuario».
E prosegue il rappresentante della Chiesa: «Quest’anno, come sempre, il rettore di Polsi, a nome della diocesi, ha sempre partecipato a dei tavoli di programmazione. Già l’anno scorso ci sono state sollevate delle criticità, delle problematiche, che hanno portato a decidere di far fermare i pellegrini in località Cano, quasi 9/10 chilometri dal Santuario. E, già l’anno scorso c’erano state delle forti criticità davanti a questa decisione che era nuova per noi rispetto agli anni precedenti. Quest’anno sedendoci al tavolo con la Prefettura, il Rettore del Santuario, aveva – ricorda Don Nicola- fatto giustamente presenti alcune problemi sorti dell’anno scorso. Nel frattempo la diocesi ha iniziato in quel luogo dei lavori di riqualificazione, di restauro del santuario finanziati dal Pnrr. Dei lavori per un importo tale che se noi avessimo perso questa occasione avremmo compromesso irresponsabile il futuro di quel luogo per i prossimi decenni, per i prossimi secoli».
«La Diocesi – racconta Don Commisso- si è trovata nel frattempo nella necessità di iniziare questi lavori di messa in sicurezza, di riqualificazione del Santuario di Polsi. Ma già il 30 Aprile 2025 il Consiglio di Amministrazione del Santuario aveva reso noto ai fedeli che si erano trovate delle alternative possibili per celebrare la festa a Polsi. Ci eravamo attivati per il montaggio di una tendostruttura nell’anfiteatro del santuario, in modo tale da poter celebrare lì la festa del 2 settembre e anche del 14 settembre».
DALLA FRANA ALL’ORDINANZA DEI COMMISSARI
Ma, prosegue il rappresentante della Curia della Diocesi di Locri Gerace, «nel frattempo è arrivata anche la sottolineatura del fatto che la frana che quest’inverno ha interessato la strada di accesso al Santuario non era stata ancora rimossa e che ci sono state dei ritardi da questo punto di vista. La cosa quindi si è fatta molto più complicata quest’anno. L’interlocuzione con le autorità – prosegue nel racconto Don Nicola Commisso- ha preso una direzione, che era quella di rappresentare la diocesi migliaia di problemi e di criticità, di cui noi non potevamo non tenere conto. Voi – dice il Don rivolgendosi ai pellegrini- sapete che gli eventi religiosi non sono soggetti dell’approvazione dell’autorità di pubblica sicurezza ma, noi siamo obbligati a garantire l’ordine pubblico, cioè siamo obbligati a rispettare le indicazioni che ci vengono date per garantire l’ordine pubblico. Quindi, da questo punto di vista abbiamo dovuto fare un passo indietro».
«Passo che noi abbiamo fatto, seriamente anche se non abbiamo dato comunicazione immediatamente, quando abbiamo visto l’ordinanza della Commissione Straordinaria di San Luca che vietava l’accesso al Santuario sia per i mezzi e sia anche per i pedoni. Davanti a questa ordinanza per noi era chiaro che la direzione – ammette Don Nicola- doveva essere una direzione diversa da quella di celebrare l’Eucarestia a Polsi. E’ – ribadisce- soltanto al momento dell’ordinanza dei Commissari che noi abbiamo effettivamente preso atto del fatto che era impossibile recarsi a Polsi per celebrare l’Eucarestia, dal momento che era vietato l’accesso anche ai pedoni».
LA SOLUZIONE DELLO STADIO DI LOCRI
«A quel punto ci siamo riuniti con monsignore Oliva che è il nostro vescovo e come consiglio di amministrazione abbiamo discusso un po’ la situazione. Si è ipotizzato una prima soluzione: era quella di celebrare la tradizionale novena in preparazione alla festa del 2 settembre nella chiesa parrocchiale di San Luca portando il simulacro della Madonna della Montagna e poi l’ipotesi era quella di celebrare l’Eucarestia, presieduta dal cardinale Zuppi allo stadio di San Luca. Che di fatto sul territorio di San Luca era lo spazio che ci sembrava più idoneo per garantire l’afflusso dei Pellegrini in sicurezza. In quella riunione del consiglio amministrazione la decisione della Diocesi era questa. La linea era questa». Dice ancora nel video il rappresentante della Curia.
«E, ci siamo mossi di conseguenza con un sopralluogo nello stadio di San Luca da parte del rettore del santuario del parroco di San Luca, con il commissario del comune di San Luca e le altre autorità e lì – evidenzia ancora don Nicola – ci è stata rappresentata la difficoltà di celebrare l’Eucarestia allo Stadio, per l’affluenza dei pellegrini che secondo le autorità superava le 10mila persone».
«LA DIOCESI HA SCELTO IN OTTICA DI COLLABORAZIONI CON LE ISTITUZIONI»
Ma Don Nicola pone un ulteriore accento sul racconto dei fatti: «non c’è stato nessun divieto formale alla celebrazione del 2 settembre nello stato di San Luca ma – dichiara nel video- siamo stati messi nella condizione di non poter dire di sì a questa soluzione» e spiega «visto che ci venivano rappresentate delle difficoltà oggettive. Quindi in un rapporto di collaborazione tra le istituzioni: tra la diocesi e le autorità di pubblica sicurezza, abbiamo deciso che non c’era alternativa che celebrare l’Eucaristia del 2, che è la data in cui ci aspettiamo più persone, in un altro luogo. E’ sembrato naturale scegliere il luogo della sede episcopale senza privilegiare nessun’altra comunità di devoti alla Madonna della Montagna ma recarsi presso la sede del vescovo che tra l’altro è la base del Santuario. Quindi si è resa nota questa decisione».
MESSA POLSI SPOSTATA A LOCRI, DECISIONE SOFFERMA MA «L’ALTERNATIVA ERA NON NON CELEBRARE ALCUNA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA»
Una decisione quella di spostare la messa della madonna di Polsi a Locri reso nota il vescovo Oliva che sapeva di dare «un dispiacere creando dei sentimenti di tristezza da parte di pellegrini che sono legati alla valle di Polsi ma, anche nella consapevolezza di fare qualcosa a favore della fede, della devozione perché l’altra alternativa era altrimenti non fare nulla. Quindi semplicemente chiudere il Santuario quest’anno e non celebrare nessuna manifestazione di tipo religioso, nessuna celebrazione. A noi però non sembrava opportuno privare completamente i tanti pellegrini di tutta la provincia reggina di un momento di forte fede e spiritualità, quindi ci siamo orientati verso quest’altra soluzione».
E ancora, precisa: «Non c’è stata da parte della diocesi nessuna accondiscendenza verso un disegno non meno precisato di mortificazione o di privazione della comunità di San Luca di alcunché. La Diocesi ha fatto quel che ha sempre fatto: in un’ottica di collaborazione con le istituzioni prende atto delle problematiche che gli vengono rappresentate quindi agisce di conseguenza».
LA SPERANZA DEI CITTADINI NELLE PAROLE DI DON NICOLA COMMISSO
Ma, nel minuto 10:45 del video della diocesi, che don Nicola da un accenno di speranza ai pellegrini. «Per tutto il mese di settembre e ottobre non è praticabile la struttura della Chiesa del Santuario, perché quella è interessata dai lavori. Va da sé che se fosse percorribile la strada e venisse tolta l’ordinanza messa dal commissario di San Luca – precisa- , ci si potrebbe recare nella valle di Porsi, nel Santuario. Ovviamente non si può entrare in Chiesa perché è un cantiere però l’accesso al Santuario è attualmente impedito a motivo dell’ordinanza del commissario di cui abbiamo dovuto prendere atto».
LA DANZA DELLE RESPONSABILITÀ PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA DELLA MADONNA DI POLSI A LOCRI
Dietro le dichiarazioni, la danza delle responsabilità sembra evidente: la Prefettura «prende atto delle determinazioni assunte dalla Curia». E, la Curia, delle ordinanze della commissione straordinaria del comune di San Luca inviata dalla Prefettura di Reggio Calabria, nell’aprile del 2025 dopo lo scioglimento per condizionamento mafioso dell’amministrazione comunale sanluchese cui mandato elettorale era già terminato da un anno abbondante e alla guida del comune c’era già un commissario prefettizio. Ognuno prende atto. E in mezzo resta la gente. Restano i pellegrini, che sui social giurano di non mettere piede a Locri il 2 settembre. E tra chi commenta contro tale decisione ci sono anche uomini che hanno indossato tutta una vita la divisa dello Stato e che a Polsi hanno portato per anni il contributo di servizio d’ordine.
LA DOMANDA DEI FEDELI: «SICUREZZA O TRADIZIONE DELLA FESTA DI POLSI SPEZZATA ?»
E, intanto, i fedeli ricordano che «mai una statua della Madonna e la sua festa è stata spostata così per la celebrazione principale in un altro comune». In tanti si chiedono: «allora tutti questi problemi sorti è davvero per una questione di sicurezza o è un modo per spezzare una tradizione?». Perché qui non si parla di un concerto da ricollocare in un’altra piazza. Si parla di fede, quella stessa fede che da secoli fa arrivare tutti sani e salvi a Polsi. Con i mezzi, a piedi, in processione, con le ginocchia sbucciate come hanno fatto per secoli. Perché la Madonna della Montagna è preghiera, quella implorata davanti al dolore della malattia, quella con le lacrime agli occhi chiedendo una grazia. Quella che fa percorrere chilometri rischiando la vita su strade sterrate – che lo sono sempre state – per giungere davanti all’altare e dire Grazie.
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Messa di Polsi a Locri, fedeli in rivolta: Chiesa e Prefettura si scaricano la responsabilità