“Mi scriveva che dovevo morire e dovevano trovarmi nella spazzatura”: Madalina Ghenea piange in tribunale nel faccia a faccia con la stalker

  • Postato il 12 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Ci sono stati momenti in cui avevo paura a uscire di casa, ero penalizzata tanto anche nelle relazioni. Non mi fidavo di nessuno”. In lacrime Madalina Ghenea racconta le offese e le minacce che avrebbe ricevuto per quasi 10 anni da una 45enne finita a processo per stalking nei suoi confronti davanti alla quinta sezione penale del Tribunale di Milano. “Mi veniva scritto che non merito di vivere, che dovevo morire, che mi dovevano trovare nella spazzatura, che sono una vergogna” fa sapere la modella e attrice, come riporta Ansa.

Le parole di Madalina Ghenea in aula – “Questi messaggi mi hanno devastata”, continua Ghenea, vista nel film “Youth” di Paolo Sorrentino e tra le co-conduttrici di Sanremo 2016. Sarebbero migliaia quelli inviati dalla presunta stalker attraverso diversi account sia in privato che come commenti ai suoi post. Commenti offensivi pubblicati in maniera “petulante” non solo sul suo aspetto fisico, come “le labbra rifatte”. I primi risalirebbero al 2016, quando la modella era incinta: “Mi arrivavano immagini di bambini morti” ricorda in aula.

Stando alla denuncia depositata mesi fa la donna avrebbe assunto informazioni sugli impegni e sugli spostamenti di Madalina Ghenea contattando tutti coloro che con lei lavoravano, insultandola sempre attraverso profili falsi. In questo modo le avrebbe creato danni non solo morali ma anche economici, in quanto la diretta interessata avrebbe visto sfumare una serie di lavori a causa di una campagna mediatica denigratoria e minacciosa.

Verso un nuovo inizio – Ora però la modella e attrice rumena spera di mettere un punto definitivo alla vicenda. Per se stessa, certamente, ma anche per i suoi familiari che inevitabilmente sono stati toccati da quanto accaduto. “Io sono qui oggi perché voglio giustizia” conclude la 37enne. “Sono qui per mia figlia che mi ha vista piangere e star male sono qui per mia mamma. Sto molto male. Sono qui ancora a piangere dopo nove anni”.

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Il Fatto Quotidiano

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