“Mi sono risvegliata in sala operatoria: stavano per togliermi tutti gli organi, ma ero viva. C’è mancato poco perché tutto finisse diversamente”. L’incredibile storia di Danella Gallegos
- Postato il 12 agosto 2025
- World News
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Stavano per togliermi gli organi, ma ero viva”. Sul New York Times è riemersa l’incredibile storia di Danella Gallegos, la 38enne di Albuquerque, in New Mexico, che nel 2022 si è risvegliata in sala operatoria poco prima di un prelievo di organi. La 38enne senzatetto era stata ricoverata tre anni fa in condizioni critiche all’ospedale Presbyterian di Albuquerque, in New Mexico. Letale la sentenza dei medici: non ci sono speranze. A quel punto i parenti della donna hanno acconsentito alla donazione degli organi. Poi il colpo di scena. Mentre Danella è sul tavolo operatorio per l’asportazione degli organi, i suoi occhi si aprono e “le sue pupille si riempiono di lacrime”. E lì è però accaduto qualcosa che ricorda i film dell’orrore nonché scenari distopici. Perché un medico avrebbe chiesto alla donna di sbattere le palpebre e lei l’avrebbe fatto. Particolare che ha dato lo stop all’espianto. Blocco procedurale che ha però fatto andare in bestia i coordinatori del New Mexico Donor Services che avrebbero insistito per procedere ritenendo i segnali oculari “semplici riflessi nervosi”.
L’ultima parola, e qui c’è da sottolineare per fortuna, è rimasta però ai medici che si sono opposti salvando la donna. Danella peraltro oggi è viva e vegeta. Anzi, ha pure denunciato l’accaduto al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti. “Mi sento fortunata, ma è assurdo pensare quanto poco ci sia mancato perché tutto finisse diversamente”, ha spiegato al New York Times. L’inchiesta del quotidiano americano ha però aperto uno squarcio nell’omertà ospedaliera di medici e infermieri. Tanto che secondo quanto rivelato dai giornalisti, diversi operatori sanitari hanno riferito sotto anonimato di pressioni insistenti e crescenti da parte delle organizzazioni per i trapianti per procedere nello sbudellamento nonostante i pazienti dessero ancora segnali di vita.
Chiaro però che la donazione di organi, ad oggi, salva migliaia di vite. Negli Stati Uniti, ad esempio, sono oltre 100mila le persone che attendono la donazione di un organo e ogni giorno, nell’attesa, muoiono almeno 13 pazienti. Insomma l’urgenza di avere organi freschi e utilizzabili è altissima. A differenza degli Stati Uniti le regole italiane sul tema sono più rigide e sottoposte a controlli più severi. A regolare la procedura sono la legge 578 del 1993 e il decreto ministeriale 582 del 1994. La donazione avviene solo dopo l’accertamento della morte cerebrale. Stadio finale certificato da un collegio medico indipendente composto da tre specialisti e che prevede un’osservazione continuativa di almeno sei ore per gli adulti. In Italia, inoltre, esiste un sistema ufficiale che regola la volontà di donare gli organi in caso di morte. Sono oltre 15 milioni gli italiani che hanno optato per un “sì” alla donazione, mentre 6,5 milioni hanno votato “no”. Se non è depositata la scelta del singolo saranno i familiari a decidere per l’espianto.
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