“Mi sono sottoposta a un intervento di rinoplastico, ma è andato male. Il mio naso è diventato nero”: il racconto di Gao Liu
- Postato il 24 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel 2020, l’attrice cinese Gao Liu ha deciso di sottoporsi a un intervento di rinoplastica nella clinica “She’s Times” di Guangzhou. Il chirurgo, il dottor He Ming, veniva descritto come “chirurgo capo” e specialista del naso. Ma dopo pochi giorni, il suo volto ha cominciato a cambiare. “Dopo sette giorni di peggioramento dei sintomi”, ha raccontato, “è stata trasferita in un importante ospedale pubblico, ma il danno era permanente”. La punta del suo naso è diventata nera, necrotica. Nonostante anni di terapie e due operazioni correttive, il danno è rimasto visibile.
Il documentario della BBC “Eye Make Me Perfect” ha ricostruito il suo caso, facendo luce su un sistema poco trasparente. Il dottor He Ming è stato sanzionato nel 2021 e interdetto per sei mesi. Ma nel 2024 ha ottenuto una licenza ufficiale, nonostante le regole del Guangdong impediscano di riabilitare i chirurghi sanzionati prima di cinque anni. Poco prima della chiusura della clinica “She’s Times”, è nata “Qingya”, registrata allo stesso indirizzo. “Il suo chirurgo, il dottor He Ming, è stato definito il ‘chirurgo capo’ della clinica e un esperto di chirurgia del naso, tuttavia l’intervento di Gao ha causato la comparsa di una punta del naso nera a causa della mancanza di circolazione”.
La Cina è oggi uno dei Paesi leader per numero di interventi estetici: oltre 20 milioni l’anno. L’80% dei pazienti sono donne, con un’età media di 25 anni. Le mode premiano tratti “bambineschi”, con operazioni come il sollevamento del labbro, l’iniezione di Botox dietro le orecchie o la chirurgia delle palpebre. Tutto a portata di app, come “SoYoung” e “GengMei”, che analizzano i volti e propongono cliniche vicine. Gao Liu ha deciso di raccontare tutto. “Ha condiviso il suo incubo estetico con i suoi 5 milioni di follower su Weibo, il social network cinese simile a Twitter, per metterli in guardia sui potenziali pericoli della chirurgia plastica”.
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