Napoli col flash mob ha risposto in modo esemplare al genocidio di Gaza. Al contrario del sindaco

  • Postato il 10 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Napoli e la sua gente ancora una volta hanno risposto con grande partecipazione e commozione alla tragedia che sta vivendo il popolo palestinese. Domenica scorsa si è tenuto, infatti, un flash mob, Tutti giù per terra, sul lungomare liberato. Corpi a terra per ricordare il genocidio in atto del popolo palestinese da parte dello Stato d’Israele. Mentre corpi vivi a terra erano stesi per ricordare corpi morti, le casse hanno fatto ascoltare 12 minuti di uno dei migliaia di bombardamenti israeliani sulla popolazione civile inerme. Il suono angosciante dello sterminio di un popolo.

I popoli nel mondo si stanno ribellando, bisogna fare sempre di più, unirsi, rimuovere le complicità nel genocidio dei governi occidentali. La gente si sta schierando sempre di più in favore della Palestina, mentre le istituzioni sono il più delle volte complici, sia quelle nazionali che locali. Basti pensare alla gravità di quello che è accaduto a Napoli – città gemellata con la Palestina, prima città che nel 2013 ha riconosciuto lo Stato della Palestina; sono stato anche l’unico italiano, quando ero sindaco, ad essere insignito della cittadinanza onoraria con passaporto – dove oggi il sindaco Manfredi si schiera invece con i sionisti.

Nella vicenda che ha visto protagonista la nostra concittadina Nives, provocata da due cittadini israeliani che l’hanno accusata di antisemitismo solo perché ha ricordato loro la verità, ossia il genocidio in atto da parte dello Stato d’Israele contro il popolo palestinese, si è trovata a doversi difendere da sola in Tribunale, sostenuta dalla gente e ottenendo giustizia con i suoi avvocati, trovandosi però contro il sindaco della città che ha preso le distanze anche da una mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale.

Di fronte ad un potere così distante dal popolo, dalla verità e dalla giustizia, il flash mob è stato molto potente, ricco di emozioni e pieno di voglia di resistere e lottare. Moltissime persone, tanta bella umanità, a tratti apparsa anche impotente, ma mai rassegnata e doma. Non ci arrendiamo mai alle ingiustizie e soprattutto non ci giriamo dall’altra parte. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione Life for Gaza che abbiamo fondato da quando è iniziato lo sterminio del popolo palestinese e con la quale abbiamo anche realizzato due bellissimi concerti per raccogliere fondi, tra cui il primo in Europa che si tenne a Napoli nel febbraio del 2024. I sentimenti sono stati profondi, lacrime, rabbia, voglia di resistere al fianco di un popolo stremato.

E pensare che siamo arrivati ad oltre 50.000 morti, c’è chi stima a livello internazionale che possano essere 500.000. Oltre 20.000 vittime tra i bambini già accertate. Lo sterminio del personale sanitario e degli operatori della comunicazione per impedire che le persone vivano e che il mondo sappia. Ma il mondo sa ormai che cosa sta accadendo, si sta vivendo un genocidio in diretta e non si può essere indifferenti, immobili, conniventi. Di fronte alla indegna complicità dei governi occidentali, i popoli debbono reagire sempre di più.

Cambieremo il mondo? Dipenderà dalla capacità di movimento e di lotta delle persone e dei popoli. Se saremo in pochi testimonieremo la nostra lotta e indignazione, se diventeremo massa potremmo forse fermare la barbarie. Non si può rimanere fermi di fronte al tentativo di cancellazione di un popolo, non possiamo rimanere a guardare di fronte alla corsa di governanti disonesti, incapaci e pericolosi verso la terza guerra mondiale. Il destino dell’umanità è anche nelle nostre mani, certo da soli non si possono mutare giganteschi equilibri di potere, ma se cresce la lotta per un mondo senza guerre, senza genocidi, con più umanità e giustizia, nulla è impossibile.

Sono fatti umani e quindi dobbiamo mettere in campo fatti umani contrari, con valori opposti: la vita contro la morte, l’amore al posto della violenza, le persone prima del denaro, i soldi per prevenire e curare le malattie e non per costruire armi per uccidere, ferire e mutilare, la ricchezza da distribuire e non da accumulare, l’ambiente da difendere e non da distruggere. Al sonno della ragione che genera mostri criminali, rispondiamo rimanendo umani.

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Il Fatto Quotidiano

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