Non solo una lezione di cinema: quello di Edoardo Leo a Milano è stato un piccolo show
- Postato il 23 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Piaceri.
il primo sguardo dalla finestra al mattino
il vecchio libro ritrovato
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale
il cane
la dialettica
fare la doccia, nuotare
musica antica
scarpe comode
capir
musica moderna
scrivere, piantare
viaggiare
cantare
essere gentili.
(Bertolt Brecht, Piaceri 1954/55)
Cosa c’entra la poesia del drammaturgo tedesco in una lezione di cinema con Edoardo Leo? Tanto anzi parecchio, canterebbe Jannacci. L’attore romano ci racconta che questi versi sono scolpiti nel suo cuore e appesi sui muri del suo studio. In questa poesia si racchiude gran parte del suo “sentire” e sono sottolineate le cose importanti della vita.
Potrei partire da qui per descrivere l’incontro organizzato da Officine-IED e IED Cinema, la nuova scuola di cinema dell’Istituto Europeo di Design, dal titolo “Complex Realities – tra Cinema Teatro e TV” moderato da Giovanni Ottonello, che si è tenuto nei giorni scorsi a Milano. Introdotto da Cristina Marchetti, direttrice di OffiCine, Edoardo Leo davanti a un pubblico foltissimo, in gran parte composto da studenti oltre a numerosi ospiti e invitati, ha affrontato il tema della complessità del lavoro artistico a partire dalla propria esperienza professionale. Quanto la realtà oggi è complessa? Quanto l’arte e più in generale la cultura possono aiutare a districare i nodi e a creare maggiore comprensione e consapevolezza di quanto accade? Quanto la complessità è il salvagente che tiene lontane banalità e superficialità, spingendoci in uno sforzo in più anche nella creatività?
A queste domande ha risposto l’attore ricordando quanto sia importante affrontare i problemi attraverso il lavoro e non con semplici proclami. Temi di rilevanza sociali si possono denunciare raccontando storie che vanno a colpire l’interesse del pubblico, oggi sempre più difficile da raggiungere. Meno Instagram e più lavoro, per capirci meglio.
Edoardo Leo cerca di farlo attraverso molteplici ruoli. Attore e regista di cinema e teatro, sceneggiatore, doppiatore. Ad esempio, un film potente come Mia di Ivano De Matteo descrive perfettamente il tema di un amore ossessivo e violento, facendo riflettere e prendere coscienza su un argomento che riguarda molte famiglie e molti giovani, toccando anche la questione di genere. Dopo 31 anni di gavetta, come ama ricordare parlando di se stesso, la cosa necessaria è dotarsi di strumenti per creare valore, ambire a realtà complesse facendo ricorso alle mille sfaccettature delle quali un artista può disporre.
In un altro film, Non Sono Quello Che Sono, questa volta nelle vesti di attore sceneggiatore e regista, affronta il tema della tragedia ispirandosi all’Otello di Shakespeare ambientato ai nostri giorni. Una narrazione a più strati dove la complessità della storia porta a confondere il bene e il male in un vortice di falsità, rancori e tradimenti. Incalzato dalle domande del moderatore e del pubblico, Edoardo ci ha tenuto a ribadire l’importanza di questo mestiere. “Ho imparato più con i film di Scola che sui libri di Storia” è una dichiarazione d’amore verso il grande cinema italiano.
La conclusione è dedicata a Gigi Proietti, suo grande riferimento artistico, a cui ha dedicato un documentario uscito nel 2021 pochi mesi dopo la sua morte. Forse proprio da lui ha ereditato la capacità e il piacere di dissacrare anche in contesti drammatici e ha appreso che, per far bene questo mestiere, non bisogna guardarsi le punte dei piedi ma si devono allargare le braccia e accogliere il pubblico. Non solo una lezione di cinema. E’ stato anche un piccolo show, graditissimo dai presenti, che confermano Edoardo Leo uno degli attori italiani più amati del momento.
Gli incontri allo IED continueranno nelle prossime settimane, cambiando cornice e modalità di interazione per ogni evento, per continuare a riflettere in modo trasversale sulle sfide contemporanee.
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