Oggi il valore universale della Shoah si esprime nella difesa dei palestinesi di Gaza

  • Postato il 13 giugno 2025
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di Lucio Aquilina

Il valore universale della Shoah non risiede solo nel ricordo di una tragedia che ha segnato la storia dell’umanità, ma nella sua funzione di monito contro ogni forma di oppressione e discriminazione. Oggi quel valore si esprime con forza nella difesa dei Palestinesi di Gaza.

La Shoah è stata un atto di disumanizzazione totale, che ha visto il popolo ebraico e altri gruppi ridotti a oggetto di oppressione sistematica: dalla chiusura nei ghetti, all’esproprio delle case e dei beni personali, alla distruzione dei luoghi di vita civile, alla cancellazione dei diritti fondamentali, e all’assassinio indiscriminato. Un popolo intero privato di ogni dignità, consegnato alla morte nei campi di concentramento e sotto il giogo della violenza statale e militare. La Shoah non è solo passato ma una lezione da vivere: mai più. Il Terzo Reich ha costruito un’ideologia razzista, piena di “prove certe” dell’odio razziale. Gli ebrei erano considerati subumani da annichilire e distruggere alla pari dei cani. Colpiva senza distinzione uomini, donne, bambini, anziani e malati.

A Gaza la difesa dei diritti fondamentali degli esseri umani è il testamento vivo di quel valore universale. Gaza, rasa al suolo e martoriata dalla guerra, dopo decenni di blocco e privazione dei diritti, vede la sua popolazione, in gran parte composta da bambini e donne, vittima di violenze quotidiane, privazioni, bombardamenti, espropri e distruzione. La vita, la dignità, i diritti, le speranze cancellati da nuovi Kapò che, a tavolino, decidono se domani tu o i tuoi figli dovrete essere bruciati per dare un esempio, forzare la mano per la liberazione degli ostaggi o semplicemente dare continuità logica all’annichilimento della popolazione. E tutto ciò coordinato, organizzato, progettato.

Oggi come ieri è cancellato il primato della politica e della ricerca comune di soluzioni pacifiche per assegnare il primato alla forza, alla violenza militare, alla soluzione muscolare irreversibile che tanto piacque ai nazifascisti e tanto piace alle destre israeliane e occidentali. I valori universali della Shoah sono quelli di non voler più vedere ripetere i metodi e i fini delle barbarie. La segregazione fisica e psicologica del popolo palestinese, l’uso indiscriminato della violenza, l’affamamento, l’espropriazione delle terre e delle proprietà, le case e le infrastrutture distrutte, i diritti negati sono l’espressione di una disumanizzazione che ci parla direttamente del passato. La Shoah parla a tutti, senza distinzioni, e ci obbliga a riconoscere l’umanità in ogni popolo che soffre. Nessun popolo, mai più, deve essere costretto a vivere nella miseria, nella paura e nel dolore, come accaduto agli ebrei durante l’Olocausto.

Non esiste giustificazione per la violenza contro civili innocenti, né tantomeno per la distruzione di intere comunità, qualunque sia la provenienza del conflitto. La sicurezza si costruisce sulla base della giustizia, del rispetto reciproco e della difesa dei diritti umani, tramite le istituzioni internazionali create per evitare che l’orrore si ripetesse e che oggi sono dileggiate da Israele.

Il valore universale della Shoah ci obbliga a non voltare lo sguardo di fronte alla sofferenza di Gaza. Difendere gli ebrei dall’antisemitismo con la stessa forza con la quale dobbiamo difendere i palestinesi dal sionismo e dal neonazismo emergente. Difendere Gaza significa difendere il nostro futuro, il multilateralismo, il dovere di risolvere i conflitti nell’ambito delle istituzioni internazionali e il primato della politica su quello militare. Difendere l’Europa dei diritti, della società moderna erede dell’Égalité, Liberté, Fraternité che le nuove destre vogliono cancellare.

Il 16 maggio 1943 il generale nazista Stroop comunicò ad Hitler la fine dell’insurrezione del Ghetto di Varsavia con queste parole: “Il quartiere ebraico di Varsavia non esiste più.” Fra non molto il primo ministro israeliano Netanyahu potrà dichiarare: “Gaza non esiste più”.

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Il Fatto Quotidiano

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