Olimpiadi invernali, 300 milioni buttati da destra e sinistra: prima a Torino, ora a Milano-Cortina

  • Postato il 10 maggio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Quando nel 1999 malauguratamente a Torino furono assegnate le Olimpiadi invernali del 2006, il suo territorio non aveva né i trampolini per il salto, né la pista di bob e skeleton. La soluzione più logica – e non contrastata dal Cio, si badi bene – sarebbe stata che le relative gare si disputassero quella dei trampolini ad Albertville e quelle di bob e skeleton a Cortina. Si sarebbero risparmiati un sacco di soldi pubblici e non si sarebbe intaccato un territorio come quello delle valli torinesi, già pesantemente sfregiato dallo sci di pista.

Per quanto riguardava la pista di bob c’era addirittura la possibilità di realizzarla amovibile: terminate le gare, si poteva smontare. Allora io militavo in Pro Natura Torino e facemmo presente tutto questo a chi di dovere. In quegli anni Torino era a guida Sergio Chiamparino (sindaco dal 2001 al 2011, prima Ds e poi Pd). Alla regione c’era Enzo Ghigo, Forza Italia, presidente dal 1995 al 2005.

Nulla da fare. Le opere dovevano essere realizzate. Tra l’altro pur sapendo bene che sarebbero rimaste pressoché inutilizzate una volta terminata la manifestazione. I trampolini arrecarono un danno territoriale e ambientale enorme a Pragelato, con uno sventramento della montagna ricoperta di larici, con un costo di 34,3 milioni di euro. La pista di bob di Cesana Torinese invece di milioni ne costò 110. Le opere, come previsto, rimasero inutilizzate e continuarono a pesare sulle spalle dei contribuenti per la manutenzione.

Arriviamo al 2019, quando di nuovo malauguratamente le Olimpiadi invernali del 2026 vengono riassegnate all’Italia: Milano e Cortina. Per la pista da bob si ragiona in senso inverso: la pista da bob di Cortina è inutilizzabile, ma c’è quella di Cesana che è lì inutilizzata, e che necessiterebbe di un restyling per un importo di 34 milioni. Regione Piemonte e comune di Cesana si offrono. Nulla da fare. Si potrebbe anche gareggiare a St. Moritz. No anche a questa soluzione. Si preferisce optare per un nuovo impianto: costo 118,4 milioni di euro, rispetto agli 81,6 preventivati all’inizio. E taglio di più di 500 larici. L’operazione è benedetta (si fa per dire) da Zaia alla Regione e da Salvini a Roma.

Mentre il sindaco di Milano di sinistra, Beppe Sala, così si è espresso quando ancora si doveva decidere: “Sento parlare di Torino o di St. Moritz, ma io ovviamente non voglio esprimere preferenze, se non che si faccia la scelta meno costosa e più sostenibile. Non mi fa nessuna differenza dove la fanno”, si è poi scelta la soluzione più costosa e meno sostenibile, e lui zitto. Ciliegina sulla torta: in questi giorni il governo ha annunciato che verranno destinati circa nove milioni di euro a Cesana per smantellare la pista di bob.

Riassumendo: fra trampolini e piste di bob, fra costruzione e manutenzione e smantellamento siamo sui 300 milioni di euro buttati al vento dalla sinistra come dalla destra. Io dico sempre per quanto riguarda le opere pubbliche: gli amministratori fanno con i soldi dei contribuenti quello che non farebbero mai se i soldi fossero i loro.

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