Parco regionale dell’Adamello, Mountain Wilderness contro l’assessore: “Vuole ridurlo di 25.000 ettari, una provocazione”

  • Postato il 10 giugno 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Fabio Valentini, associazione Mountain Wilderness

La Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 si propone di proteggere almeno il 30% di superficie terrestre e il 30% dei mari dell’Ue, e che almeno un terzo di queste zone sia protetto rigorosamente; tali obiettivi sono stati ripresi nella Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030. Al giugno 2024 il territorio italiano risultava tutelato per il 21,68%, mentre le acque territoriali protette erano l’11,62% (dati ISPRA).

Lo scorso 22 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, è stata annunciata l’istituzione del 25° parco nazionale italiano: il Parco Nazionale del Matese, circa 88.000 ettari tra Campania e Molise che vanno a ricalcare ed ampliare l’omonimo parco regionale preesistente di 33.000 ettari, quindi con circa 55.000 ettari protetti in più, uno 0,2% che va a sommarsi al totale di cui sopra. La legge istitutiva di questo nuovo parco in realtà risale al dicembre 2017, dopo che il parco regionale nato nel 2002 non era mai stato pienamente operativo; solo grazie a una sentenza del TAR nel 2024 si è arrivati al decreto ministeriale dell’aprile 2025, ma per ora in realtà siamo alla partenza della gestione provvisoria fino alla costituzione dell’Ente Parco vero e proprio, con un percorso ancora lungo e non privo di ostacoli. Un segnale positivo, comunque, che va colto e messo in evidenza. Ma non possiamo non evidenziare anche i tanti segnali negativi che vanno in direzione contraria.

Dai ricordi più recenti emergono la legge con cui la Regione Abruzzo aveva ridotto l’estensione del Parco Regionale Sirente-Velino per diverse migliaia di ettari, legge bocciata dalla Corte Costituzionale; la proposta della Regione Veneto di ridurre per circa il 18% il Parco Regionale della Lessinia, che ha visto in risposta una manifestazione con oltre diecimila persone; o ancora l’impietoso taglio alla Riserva del Borsacchio, ridotta da 1100 a soli 24 ettari.

Nelle scorse settimane un nuovo annuncio: l’assessore della Comunità Montana di Valle Camonica e delegato al Parco dell’Adamello, Gian Battista Bernardi, ha lanciato la proposta di ridimensionare il Parco escludendo dalla tutela tutti i territori compresi tra il fondovalle e i 1600 metri di quota, una riduzione di circa 25.000 ettari dagli attuali 51.000, quasi la metà. La motivazione: “Il Parco per come è costituito oggi non è sostenibile e negli anni è venuto meno al principio per il quale è nato: lo sviluppo socioeconomico del territorio”. E noi pensavamo che lo scopo principale di un parco fosse quello della tutela ambientale: che ingenuità!

Il Parco Regionale dell’Adamello è una delle più ampie aree protette della Lombardia (provincia di Brescia), si collega ad est con il Parco Regionale Adamello-Brenta del Trentino ed è prossimo al Parco dello Stelvio che a sua volta comunica con il Parco dell’Engadina in Svizzera; in tal modo si è venuta a costituire nel cuore dell’Europa un’area protetta di oltre 400.000 ettari, la più grande delle Alpi.

Quella dell’assessore lombardo ha tutto l’aspetto di una provocazione, priva di fondamento tecnico e normativo, eppure non va trascurata, anzi. Le aree protette assumono sempre più spesso il ruolo di merce di scambio a livello politico, con amministratori che guardano solo allo sfruttamento economico dei territori e non considerano in nessun modo il valore che la tutela ambientale ricopre per il benessere delle comunità locali e dell’umanità intera. E allora noi rilanciamo, chiedendo che vengano rispettati gli impegni presi: ci sono parchi nazionali che attendono l’istituzione da oltre trent’anni, come il Gennargentu o il Delta del Po; le aree marine protette sono in grave ritardo, nonostante alcune di esse fossero già previste dalla Legge quadro del 1991; altre aree risultano tutelate solo sulla carta, come nel caso delle Alpi Apuane per cui avanza la richiesta di trasformare il Parco da regionale a nazionale sperando di salvare il salvabile.

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