Parigi raccontata da Agnès Varda. La mostra al Musée Carnavalet di Parigi
- Postato il 24 luglio 2025
- Fotografia
- Di Artribune
- 2 Visualizzazioni

La fotografia ha accompagnato la prima parte della carriera della regista e artista francese Agnès Varda (Bruxelles 1928 – Parigi 2019), quando giovanissima arriva a Parigi da Sète, nel sud della Francia, dove era riparata con la famiglia dal Belgio per sfuggire alla guerra. L’esposizione è frutto di un lavoro di ricerca durato più di due anni che ha scandagliato il fondo fotografico di Agnès Varda, in parte conservato all’Institut pour la Photographie des Hauts-de-France e negli archivi di Ciné-Tamaris, la casa di produzione e distribuzione cinematografica fondata dalla regista nel 1954. Un insieme di 130 scatti, molti inediti, accompagnati da estratti di film girati interamente o in parte nella capitale francese e da documenti, pubblicazioni, manifesti, foto di scena, oggetti appartenuti all’artista che documentano il suo stretto legame con la città.

Una visione anticonformista e originale
Il titolo della mostra (Le Paris d’Agnès Varda. De-ci, de-là) prende spunto da una dichiarazione contenuta nel volume Varda par Agnès (Paris, La Martinière, 2023): “Mi è naturale andare un po’ di qui e un po’ di là, di dire qualcosa e poi il suo contrario, e di non sentirmi in trappola potendo scegliere di non optare per una sola versione delle cose”. Fin dalle sue prime prove agli inizi degli Anni Cinquanta, la giovane fotografa mette in luce una visione anticonformista – in parte mutuata dalla lezione dei Surrealisti – della gente e delle strade della capitale, spesso venata di umorismo, originalità e partecipazione nei confronti dei soggetti fotografati. La prima svolta nella carriera di Varda arriva nel 1951 quando diventa fotografa del Teatro Nazionale Popolare (TNP) diretto da Jean Vilar che già dal 1947 guidava il Festival di Avignone. Nel corso di questa attività, che durerà a lungo nel corso del decennio, documenta il lavoro della troupe, gli allestimenti scenici, i costumi, le prove. Ma soprattutto ha l’opportunità di entrare in contatto con numerosi artisti, fra cui Alexander Calder. Nel 1954 fotografa l’artista americano a più riprese: da solo davanti al suo atelier con un mobile in mano o insieme alla famiglia, in posa su una panchina parigina.

Artisti, attori e registi fra i soggetti preferiti
Poi è la volta di uno stranito Brassaï messo in posa davanti a un muso sbrecciato e nel 1956 tocca a Federico Fellini e a Giulietta Masina passare davanti all’obiettivo dell’irriverente Varda. Arrivato a Parigi per presentare il suo film La Strada, Fellini viene recuperato da Agnès a bordo della sua 4 CV presso l’hotel Raphaël, dove soggiornava a pochi passi dall’Arco di Trionfo. Il regista romagnolo è convinto a posare in un ambiente molto meno aulico, posizionato davanti ai detriti delle antiche fortificazioni alla Porte de Vanves, poi alla Porte d’Orléans fra le macerie di una fiera d’attrazioni. Fellini si presta al gioco e quei momenti sono documentati da scatti che mescolano la visione del mondo dei due registi. Uno già affermato, l’altra che nel 1954, all’età di 26 anni aveva realizzato il suo primo lungometraggio, La Pointe Courte (protagonista un debuttante Philippe Noiret), ma parallelamente continuava il suo percorso di fotografa. Di quelle ore passate con Fellini, la regista ricorderà un uomo “calmo, sorridente e paziente”. In mostra c’è anche uno scatto di Giulietta Masina che Varda mette in posa, con il suo solito humor, davanti ad un negozio parigino che porta il nome della protagonista de La Strada, Gelsomina.

Montparnasse, il quartiere d’ispirazione
Il 1951 è anche un anno decisivo nella vita personale di Agnès Varda che si installa all’86 di rue Daguerre, nel 14esimo arrondissement. Un edificio basso, con una corte interna, dove sorgevano in precedenza due negozi. È qui che risiederà per quasi settant’anni fino alla sua morte, il 29 marzo 2019, trasformando via via gli spazi in studio fotografico, atelier, abitazione. Nel 1959 verrà raggiunta dal compagno della sua vita, il regista Jacques Demy (Pontchâteau, 1931 – Parigi, 1990). È nota una sua battuta: “Non abito a Parigi, abito il 14esimo” per sottolineare il forte legame con questo quartiere a due passi dalla stazione di Montparnasse e dall’omonimo cimitero, dove Agnès è sepolta (accanto al marito) insieme a molti altri artisti immortalati dal suo obiettivo, come Jane Birkin, Delphine Seyrig, Jean Seberg. Nei film maggiori come Cléo dalle 5 alle 7 (1962), per le sue divagazioni parigine la regista si concederà qualche uscita dalle zone più amate, ma sempre con una predilezione per la rive gauche. Al film con protagonista la splendida Corinne Marchand, la mostra dedica giustamente ampio spazio essendo una delle opere che hanno segnato il successo internazionale di Agnès Varda.








Rue Daguerre, l’indirizzo di tutta una vita
Rue Daguerre (per pura casualità, la strada è dedicata a un precursore della fotografia) è stata spesso usata dalla Varda come scenario dei suoi film. A partire da Daguerréotypes (1975), documentario nel quale la regista dà voce ai suoi vicini, in particolare alle coppie di commercianti, gente della provincia francese arrivata a Parigi per farsi una vita sbarcando nella vicina stazione. O ancora nel 2007, quando la regista ormai quasi ottantenne trasforma la sua strada in una spiaggia di sabbia per girarvi Les Plages d’Agès. Siamo ormai nel nuovo Millennio e Agnès Varda si è guadagnata la fama di artista globale, confermata dalla sua partecipazione nel 2003 alla Biennale di Venezia. Nel suo cortile-atelier-giardino riceve giornalisti, fotografi importanti vengono ospitati per scattarle qualche ritratto, da lei sono ospiti Jane Birkin, Annette Messager, JR e molti altri. La mostra parigina si chiude proprio con un ritratto irriverente di Agnès Varda con il caschetto di capelli bicolore scattato durante le riprese di Visages, villages (2017), il suo commovente film testamento girato assieme all’artista JR.
Dario Bragaglia
Parigi // fino al 24 agosto
Le Paris d’Agnès Varda. De-ci, de-là
MUSÉE CARNAVALET
Scopri di più
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
L’articolo "Parigi raccontata da Agnès Varda. La mostra al Musée Carnavalet di Parigi " è apparso per la prima volta su Artribune®.