Paupisi, Ocone confessa la strage, figli colpiti in casa: «Mia moglie autoritaria»
- Postato il 1 ottobre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 4 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Paupisi, Ocone confessa la strage, figli colpiti in casa: «Mia moglie autoritaria»
Salvatore Ocone confessa la strage di Paupisi: ha colpito moglie e i due figli in casa con la stessa pietra. La figlia di 17 anni è stata operato ora è in coma farmacologico.
BENEVENTO – La furia omicida è stata cieca, totale, distruttiva. Salvatore Ocone, il 58enne che ha massacrato la sua famiglia a Paupisi in provincia di Benevento, dopo il fermo ha confessato nel primo interrogatorio. Ha ammesso: E’ stato lui ieri, 30 settembre 2025, ad aver ucciso la moglie, Elisa Polcino, e di aver aggredito all’interno dell’abitazione i due figli minori per poi trascinarli in auto prima di darsi alla fuga. Cosimo, 15 anni, è morto. Antonia di 17 anni è in coma farmacologico. Ieri sera, 30 settembre 2025, al termine di un interrogatorio fiume durato oltre un’ora, il 58enne nel confessare l’omicidio avrebbe detto: «Mia moglie era aggressiva e autoritaria».
La Procura di Benevento ha subito dato esecuzione al fermo per duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona. Ocone è ora nel carcere di Campobasso, in una cella singola e sotto regime di vigilanza rafforzata, un’osservazione costante per scongiurare che l’aguzzino diventi vittima di se stesso.
LA VERITÀ DEL PROCURATORE: I FIGLI COLPITI IN CASA
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la tragedia si è consumata tra le 5 e le 6 di martedì mattina. Salvatore Ocone ha utilizzato una grossa pietra per colpire a morte la moglie Elisa Polcino. Con lo stesso oggetto, si è poi accanito sui due figli, prima di trascinare i loro corpi fino all’auto, una Opel Mokka, con cui è fuggito facendo perdere le sue tracce. Il corpo di Elisa è stato scoperto dalla madre di Ocone, poi giunti sul posto gli inquirenti hanno avviato le indagini e iniziato le ricerche del 58enne e dei figli.
Nell’abitazione, però, le tracce di sangue erano ovunque, anche vicino a dove l’auto di solito era parcheggiata. Elemento questo che ha subito indirizzato gli investigatori: «Ci siamo resi conto subito che i ragazzi erano stati colpiti in casa», ha ammesso il colonnello Enrico Calandro, comandante dei Carabinieri di Benevento, svelando la corsa disperata per ritrovare l’auto: «Di qui la fretta di trovare l’auto nel tentativo di salvare i figli».
IL TSO NEL 2011
Sul passato di Ocone, gli inquirenti hanno confermato che l’uomo era stato curato per una psicosi cronica e sottoposto a TSO nel 2011. «La sua situazione di capacità di intendere e volere sarà oggetto di valutazione», ha chiarito Scarfò. Dopo l’episodio del 2011 non ce ne sono stati altri, hanno precisato i Carabinieri, lasciando aperta l’indagine sulle motivazioni che hanno portato alla distruzione della famiglia.
OCONE CONFESSA LA STRAGE FAMILIARE DI PAUPISI: DALLA PIETRA AL TRAGICO RITROVAMENTO
L’Opel Mokka di Ocone è stata intercettata nel tardo pomeriggio di ieri nelle campagne di Ferrazzano, in Molise. Ad avvistarla un elicottero dei Carabinieri che ha localizzato l’auto nascosta tra balle di fieno e un uliveto. Quando i militari sono arrivati pare che l’uomo fosse seduto fuori dall’autovettura e non abbia opposto alcuna resistenza. Purtroppo, però all’interno dell’auto, l’immagine più straziante: il figlio Cosimo era già morto. La 16enne, invece, era viva ma in gravissime condizioni. Portata d’urgenza all’ospedale, nella tarda serata di ieri è stata trasferita alla Neuromed di Pozzilli, la ragazza è in coma farmacologico. I medici, pur cauti, sperano che il cervello si sgonfi per valutarne gli esiti neurologici.
Il Quotidiano del Sud.
Paupisi, Ocone confessa la strage, figli colpiti in casa: «Mia moglie autoritaria»