Potenza, caso Grieco, processo all’omertà
- Postato il 30 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Potenza, caso Grieco, processo all’omertà
Negli atti dell’inchiesta sulla morte dell’operaio di Balvano le rivelazioni della vedova di Grieco: «Un suo collega mi disse: “Se avessi un altro lavoro direi tante cose”»
POTENZA – La foto di alcune ringhiere da montare sul tetto dello stabilimento Ferrero di Balvano, e una frase rivolta alla vedova dell’operaio caduto da quel tetto da un suo collega: «Se avessi la certezza di un nuovo lavoro direi tante altre cose».
CASO GRIECO, NUOVI ELEMENTI DA VALUTARE NEL PROCESSO
C’è anche questo tra gli elementi che il gup Francesco Valente dovrà valutare, il prossimo 4 novembre, nel processo nato dalle indagini sulla morte, nel 2019, dell’operaio balvanese.
A svelarlo sono gli atti a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio del pm Sarah Masecchia per Carmine e Stanislao Santagata amministratore e capo cantiere della ditta per cui lavorava Grieco. Più un suo collega, Fernando Macellaro, che sentito come persona informata sui fatti dal pm avrebbe taciuto, «in parte», ciò che sapeva sull’accaduto.
LA FRASE SIBILLINA SULLE COSE TACIUTE
Proprio Macellaro è stato indicato dalla vedova di Grieco come colui che le avrebbe rivolto quella frase sibillina sulle «cose» da dire, ma taciute per paura di perdere il lavoro. Una frase che Macellaro ha negato con forza di aver detto in un drammatico confronto con la vedova che si è svolto, a novembre dell’anno scorso, negli uffici del Comando provinciale di Potenza dei carabinieri.
LE TRASCRIZIONI
«Dimmi la verità (…) dimmi che eravate là sopra e che comunque non… non avete… la colpa… perché giustamente non… non avevate autorizzazioni non avevate niente (…) e quindi dì… dì che era scivolato».
Questa la trascrizione delle parole con cui la donna ha provato a convincere il collega del marito a rivelare l’accaduto. Vale a dire il motivo per cui Grieco era salito sul tetto dello stabilimento da cui è precipitato, morendo sul colpo. Sgombrando il campo una volta per tutte dall’ipotesi di un gesto autolesionista, che inizialmente aveva convinto a chiedere l’archiviazione gli stessi inquirenti della procura di Potenza. Archiviazione scongiurata soltanto grazie all’opposizione dei familiari dell’operaio e dei loro legali, gli avvocati Savino e Ottavia Murro.
CASO GRIECO, IL CAPO DI IMPUTAZIONE PER I DUE SANTAGATA
«È da escludersi (…) dal punto di vista meramente tecnico qualunque certezza in merito ad una ipotetica volontà suicidaria». Così anche il consulente tecnico nominato dal pm.
Il capo d’imputazione per i due Santagata parla di omicidio colposo perché avrebbero omesso di vigilare sul lavoro dei loro operai. Quindi sull’utilizzo di dispositivi di protezione individuale come «cinghie, sistemi di legatura et cetera», per «evitare le possibili cadute dall’alto».
Inoltre non sarebbero intervenuti «in caso di rilevazione di comportamenti non conformi alle disposizioni e alle istruzioni impartite (…) ai fini della protezione collettiva e individuale».
Il Quotidiano del Sud.
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