Quando l’arte si attiva per l’ecologia e la sostenibilità: Haley Mellin in mostra a Firenze
- Postato il 15 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Per un pubblico più scettico riguardo l’effettivo ruolo e il concreto potere trasformativo che l’arte detiene sul piano della sostenibilità, il Museo Novecento Firenze presenta i meravigliosi risultati raggiunti dai progetti di attivismo collaborativo promossi da Haley Mellin, artista e attivista, (Kentfield, 1983) a partire dal 2018. Non solo, la mostra curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, si palesa con un titolo tanto semplice, quanto evocativo: Siamo Natura. Esponendo la pratica pittorica e grafica dell’artista, il pubblico è invitato a riflettere sul senso di intima connessione con il mondo naturale che continua a muovere l’approccio etico di Mellin.
Arte trasformata in ettari di terra nell’opera di Mellin
Un’intera sala è dedicata al lavoro dell’iniziativa no-profit Art into Acres, fondata da Mellin nel 2017 al fine di mobilitare la comunità artistica contemporanea a livello locale e internazionale. Con il sostegno di organizzazioni ambientaliste, la rete di finanziamenti e donazioni da parte di singoli artisti, collezionisti, gallerie e istituzioni museali ha contribuito a proteggere in modo permanente milioni di ettari di territorio selvaggio. L’opera in mostra Parable (2018) del duo Rosenclaire funge da esempio. Il ricavato della sua vendita è stato destinato al riconoscimento ufficiale di aree naturali a favore di comunità indigene e popolazioni locali, tutelando così diritti culturali e biodiversità. L’artista ci ricorda che “la conservazione del territorio, quando ben fatta, è invisibile. Non resta alcuna traccia del tuo passaggio: la vita continua a scorrere come ha fatto per millenni”.







Pittura stagionale al Museo Novecento
Parallelamente e coerentemente alle azioni di attivismo, Mellin documenta i territori oggetto di tutela dipingendoli dall’interno, direttamente nel cuore di foreste nebulose incontaminate. L’artista, oltre a rinunciare all’elettricità adattandosi alle varie condizioni climatiche, trasporta tele in piccolo formato, adopera sostanze non inquinanti – come carbone vegetale o caffè – e raccoglie l’acqua per le sue gouache, diventate atti di una presenza quieta e rispettosa. Le superfici stesse delle tele inglobano l’azione imprevedibile della pioggia e dell’umidità mentre l’artista le riempie della folta vegetazione tropicale, restituendoci sia un’esperienza di spaesamento, che di profonda immersione sensoriale.

La pittura secondo Haley Mellin
Dopotutto, la pittura per Mellin “è conservare uno stato mentale particolare – un modo di stare nella e con la natura. È un omaggio, non un’alterazione; è tempo, osservazione, studio, ascolto mentre la natura parla”. Alcuni QR codes ci riportano su Google Maps alle precise coordinate geografiche dei luoghi riprodotti – dall’Ecuador all’Amazzonia, dal Guatemala alla California. In un’altra sala, invece, disegni in carboncino di grandi dimensioni rappresentano attraverso un tratto drammatico una natura violata, spenta di vita. La contrapposizione riporta al centro il concetto di eredità, rammentandoci degli effetti globali della crisi climatica.
Pratiche di sostenibilità al Museo Novecento
In occasione della mostra la responsabilità ambientale è stata posta al centro non solo a livello contenutistico, ma anche logistico e produttivo: trasporti ottimizzati, imballaggi ecologici, casse riutilizzabili ROKBOX che riducono fino al 90% l’impatto di CO2 e di rifiuti di spedizione, cornici realizzate con One Tree Planted e materiali comunicativi riverniciabili. L’artista ha contribuito a calcolare le emissioni delle attività del museo e a sviluppare di programmi di educazione ambientale per giovani, famiglie e adulti. Infine, in collaborazione con Re:wild, il Giardino delle Leopoldine è stato rigenerato con 300 piante autoctone, riqualificando il chiostro rinascimentale in uno spazio verde che, per Sergio Risaliti, “ci ricorda quanto la natura sia un patrimonio da rispettare, osservare, tutelare e curare.” Un luogo di riposo e contemplazione, dove poter disegnare en plein air usufruendo del kit messo a disposizione dal museo, o dove poter sfogliare uno dei testi della sua nuova Libreria verde.
Elisa Perissinotti
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