Rapporto Caritas: in Italia uno straniero su tre vive in povertà assoluta. Ma i media tacciono

  • Postato il 4 novembre 2025
  • Blog
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Nei giorni scorsi, la Caritas – organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) – ha presentato diverse ricerche e studi che offrono una fotografia accurata e una radiografia critica di alcune dinamiche della società italiana, tra povertà in aumento e difficoltà crescenti vissute dai migranti. Queste iniziative non hanno registrato rassegne stampa e web significative, anzi il monitoraggio comunicazionale evidenzia una sorta di “deficit di notiziabilità”: come se i media mainstream italiani preferissero volgere lo sguardo da un’altra parte, ignorando quel che accade realmente nelle periferie e nei “bassifondi” del nostro sistema sociale. Eppure l’Italia sta divenendo sempre più un Paese diviso, con una forbice sociale sempre più aperta tra cittadini benestanti e persone disagiate.

In particolare, il 15 ottobre 2025 è stata presentata a Roma l’edizione n° 34 dello storico “Rapporto Immigrazione 2025”, uno studio realizzato assieme dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas Italiana, in sinergia tra loro (ovvero tra i rispettivi uffici studi). Questo corposo – 392 pagine (con la firma di ben 48 tra curatori e collaboratori) – e prezioso volume, curato da Manuela De Marco (Caritas) e Simone Varisco (Migrantes), pubblicato da Tau Editore, ha naturalmente beneficiato di grande attenzione da parte del quotidiano Avvenire (di cui la Cei è peraltro editore), ma poca sensibilità ha registrato da parte dei principali quotidiani nazionali: perché? Perché forse la tematica degli stranieri in Italia – che sono ormai oltre un 10% della popolazione residente – è un argomento sostanzialmente fastidioso, certamente divisivo, sul quale prevale – comunicazionalmente – un approccio polemico e spesso demagogico-qualunquista, di cui il principale interprete è senza dubbio a livello televisivo Mario Giordano con la sua trasmissione “Fuori dal coro” su Rete4 (che registra un’audience media non indifferente, prossima al milione di spettatori).

Un dato – tra tutti – dovrebbe stimolare un’analisi approfondita dei problemi sociali del nostro Paese: se 1 persona su 10 in Italia vive in condizioni di povertà assoluta, tra gli stranieri la quota raggiunge il 35%, coinvolgendo più di 1 persona su 3… Altri numeri provocano allarme: quasi un terzo dei detenuti è straniero, a fronte di circa un 10% di stranieri sul totale della popolazione residente in Italia.

La quantità di stranieri che vivono in Italia continua a crescere, compensando il saldo naturale negativo e quindi sostenendo la dinamica demografica nazionale. Si osservi anche che nel 2024 più del 21% dei nuovi nati ha almeno un genitore straniero, ovvero 1 neonato su 5 ha almeno un genitore straniero.

Nelle ultime edizioni il rapporto Caritas-Migrantes ha iniziato a dedicare attenzione anche ai temi culturali, che continuano ad essere purtroppo una perdurante “no man’s land” della ricerca sociologica in Italia per quanto riguarda le comunità straniere, fatte salve rare eccezioni come il progetto elaborato dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale IsICult (centro di ricerca indipendente su politiche culturali, economie mediali, dinamiche sociali) Osservatorio Culture Migranti. L’Immaginario Migrante (sostenuto dal Ministero della Cultura ed avviato anche grazie proprio al sostegno della stessa Fondazione Migrantes): sono state finora censite, schedate, mappate oltre 600 iniziative in ambito culturale-artistico, promosse dagli immigrati o comunque a loro destinate.

Il Direttore Generale della Fondazione Migrantes, Monsignor Pierpaolo Felicolo, ha sostenuto “diamo meno spazio a ciò che facciamo e diciamo noi per loro, e più alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sul Paese dei cittadini immigrati”: un auspicio che vorremmo venisse fatto proprio anche dalla Rai, che dedica agli stranieri in Italia spazi assolutamente marginali, senza stimolare una interculturalità inclusiva.

Una settimana prima, l’8 ottobre, la Caritas ha presentato un altro studio, un’analisi critica dei risultati delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione all’assegno di inclusione (Adi), che ha sostituito dal gennaio 2024 – su forte impulso della premier Giorgia Meloni – il controverso reddito di cittadinanza (Rdc): si registra “una contrazione della platea dei beneficiari del 40-47 %, senza che questo abbia migliorato l’efficacia nel raggiungere i più fragili”.

È evidente come la Chiesa Cattolica stia assumendo in Italia sempre più anche il ruolo di “osservatore critico” della società, svolgendo peraltro una funzione supplente rispetto a quel che dovrebbero fare le istituzioni dello Stato: rapporti di ricerca come quello della Caritas sulla povertà o quello di Caritas-Migrantes sugli stranieri dovrebbero essere realizzati anzitutto dai Ministeri preposti e competenti, i quali continuano invece ad essere ben poco dotati di strumenti di conoscenza indipendente e di tecnicalità adeguate alle vere esigenze del Paese. L’Italia continua a soffrire di un profondo deficit di “evidence-based policy making”: il problema riguarda certo le politiche culturali e non meno le politiche sociali.

La Chiesa Cattolica svolge ormai – anche nell’ambito della ricerca sociale – un ruolo prezioso, a fronte dei deficit dello Stato italiano (e dell’accademia). E i media “mainstream” continuano ad essere distratti.

L'articolo Rapporto Caritas: in Italia uno straniero su tre vive in povertà assoluta. Ma i media tacciono proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti