Riparte l’iter per la centrale idroelettrica di Cortlys: oggi il paradosso è ancora più evidente
- Postato il 24 maggio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si è riaccesa in queste settimane, dopo anni di quiescenza, la questione della centrale idroelettrica di Cortlys. L’Alpe Cortlys in Valle d’Aosta è un luogo di estremo pregio ambientale: insieme al ghiacciaio di Rutor, è l’unico esempio di anfiteatro morenico integro nell’arco alpino occidentale. Alle morene sono associate torbiere e depositi organici, su cui il Cnr ha condotto importanti ricerche di paleoclimatologia.
Sul torrente Lys, corpo idrico di elevata qualità che scorre nell’Alpe, nel giugno 2004 la società The Power Company srl (fondata pochi giorni prima) ha presentato una richiesta di subconcessione ad uso idroelettrico per una potenza media nominale di 174,21 kW, inferiore al limite stabilito dalla legge regionale vigente in quel momento per l’assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il manufatto per la captazione delle acque viene previsto nel cuore della morena, in una zona geologicamente assai problematica, interessata da molteplici frane attive. Nel 2009 la Giunta regionale decreta il rilascio della subconcessione per la durata di 30 anni, con una procedura portata a termine senza che la comunità locale ne avesse notizia; se ne è venuti a conoscenza solo perché nel settembre 2009 la società concessionaria ha dovuto chiedere ai proprietari di attraversare i terreni con la condotta forzata. In quell’occasione si è anche scoperta l’esistenza di un progetto di ampliamento dell’impianto e il rischio di ampliamento non è a tutt’oggi escluso.
Ottenuta la concessione, la società ha presentato alcune modifiche al progetto tra le quali la tracciatura di una nuova strada di servizio nell’incantevole bosco di Sikken, nonostante le prescrizioni comprendessero di non realizzare piste di cantiere ed adottare strumenti che riducessero al minimo l’impatto dello scavo; nel 2012 il Servizio Valutazione Ambientale regionale ha stabilito che la pista di cantiere, non prevista nel progetto iniziale, doveva essere sottoposta a VIA e in conseguenza di questo la società ha deciso di rinunciarvi, preferendo l’utilizzo degli elicotteri per il trasporto materiale pur di non dover affrontare la VIA. A seguito di questa ed altre ulteriori modifiche progettuali, nel 2013 è ripreso l’iter autorizzativo e l’autorizzazione unica viene concessa con deliberazione della Giunta regionale n. 1997 del 6 dicembre 2013.


Dopo varie proroghe dei termini per l’esecuzione del lavori previsti, nel 2018 la società The Power Company srl è stata posta in regime di liquidazione ed il ramo d’azienda inerente allo sfruttamento della derivazione d’acqua è stato rilevato nel 2019 dalla società Staffal Energy srl, che è subentrata nella titolarità della subconcessione con nulla-osta ottenuto nel 2021. Nel corso del 2022 vengono presentate due successive domande di autorizzazione unica, entrambe rigettate: la prima perché la concessionaria non presenta nei termini fissati “la documentazione minima prescritta”, la seconda perché, nonostante una proroga dei tempi concessa alla ditta proponente, le integrazioni richieste dalla Conferenza dei Servizi vengono trasmesse solo parzialmente “a causa delle condizioni climatiche ed ambientali che caratterizzano l’area oggetto di intervento”.
L’8 aprile 2025 la concessionaria presenta l’ennesima domanda di autorizzazione unica e qualche giorno dopo la Regione avvia il procedimento diretto a prorogare il termine per la presentazione di quella stessa istanza, fissato originariamente all’ottobre 2022; così l’annosa vicenda di Cortlys continua a trascinarsi. Sin dall’inizio era chiaro che la realizzazione dell’impianto avrebbe comportato un alto costo ambientale e paesaggistico e un sacrificio rilevante per l’attività agricola e turistica sostenibile, a fronte di una produzione – totalmente destinata alla cessione alla rete senza consumo locale – che darebbe un contributo irrisorio alla produzione energetica regionale.
Oggi il paradosso è ancora più evidente, pertanto si chiede al governo della Regione Valle d’Aosta di riconsiderare questo progetto ormai datato e di revocare una concessione che, rilasciata nel 2009, ha durata trentennale e dunque siamo già oltre la metà del termine. Negli ultimi due anni la Valle d’Aosta ha sperimentato l’intensificarsi di eventi metereologici estremi, ai cui effetti gli impianti idroelettrici si sono dimostrati particolarmente vulnerabili. Non è più l’epoca adatta per costruire nuove infrastrutture in aree idrogeologicamente fragili come quella di Cortlys.
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