Scoperto un insediamento dell’Età del Bronzo: di cosa si tratta
- Postato il 28 luglio 2025
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- Di SiViaggia.it
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All’inizio di giugno 2025, mentre ruspe e livellatrici tracciavano i primi contorni del nuovo stadio di Wolmirstedt, un gruppo di archeologi dell’Ufficio statale per la gestione del patrimonio e l’archeologia della Sassonia-Anhalt ha intrapreso una campagna di scavi che ha trasformato un paesaggio in apparenza moderno in un crocevia di oltre tremila anni fa.
Coordinati con le autorità cittadine, gli specialisti hanno esplorato un’area di circa 21.000 metri quadrati alla periferia occidentale della città e dimostrato come il terreno prescelto per l’impianto sportivo nascondesse, in realtà, i resti di un esteso centro abitato tardo-bronzeo affacciato sulle acque dell’Ohre e poco distante dalla confluenza con l’Elba.
Un insediamento multiculturale sulla piana dell’Ohre
Nella sezione settentrionale della pianura, caratterizzata da una lieve pendenza rivolta verso il fiume, le ricerche hanno già portato alla luce 322 contesti archeologici e più di mille reperti all’interno di un’area scandagliata di 5.000 metri quadrati.
Le depressioni nel terreno hanno rivelato fosse di insediamento e di smaltimento dei rifiuti, alcune delle quali, di forma circolare, erano in origine rivestite di vimini per la conservazione alimentare, per poi trasformarsi in discariche secondarie. Tre di queste strutture mostrano segni evidenti di funzionamento come forni: le pareti interne erano infatti intonacate con argilla cotta, e i frammenti bruciati ritrovati nel riempimento lasciano intuire l’utilizzo intenso di questi impianti.
Un ritrovamento sorprendente è il carapace di una tartaruga palustre rinvenuto su uno dei bordi, accompagnato da cocci di ceramica che potrebbero benissimo testimoniare una preparazione alimentare dall’eco rituale o pratico.
Architetture domestiche e spazi produttivi
Oltre alle fosse, i pali conficcati nel terreno hanno segnato l’impronta di un edificio principale a due navate, lungo più di sei metri e largo quattro, destinato con ogni probabilità all’abitazione di una famiglia estesa.
Accanto, si sono delineate strutture più snelle dedicate allo stoccaggio, con sei pali a sostegno di un tetto che copriva uno spazio di circa due per tre metri.
Di particolare fascino è emerso un edificio infossato di quattro per 3,3 metri, dove una fila di pesi da telaio a piramide suggerisce la presenza di una bottega tessile: qui, antichi artigiani intessevano stoffe larghe sessanta centimetri su telai verticali, ritagliando, senza saperlo, un capitolo vivente nell’economia domestica del Bronzo.
Il corredo dei viventi: ceramiche, metalli e ossa

I manufatti rinvenuti riflettono una comunità attiva nelle pratiche quotidiane. Dominano i recipienti in ceramica grezza, vasi da cucina e contenitori per la conservazione degli alimenti, ma non mancano esemplari più raffinati, brocche e tazze decorate che riconducono a scambi culturali e influenze esterne. Al lavoro artigianale si aggiungono piccoli oggetti in bronzo e osso, come punteruoli e anelli, accanto a frammenti di scarto animale: resti di bovini, suini, ovini e caprini che evocano le cruente necessità nutritive e il rapporto tra uomo e bestiame.
A sorprendere soprattutto è poi il ritrovamento di uno scheletro umano, mai visto in queste terre in epoca tardo-bronzea. Il defunto, un uomo maturo e robusto, alto circa 1,7 metri, è emerso in posizione accovacciata con la testa piegata, sepolto all’interno di una fossa d’insediamento. L’abitudine comune in quell’epoca prevedeva infatti la cremazione e la deposizione delle ceneri in urne funerarie, lontano dalle case. Qui, invece, si intravede un atto sepolcrale “irregolare”, privo di segni di violenza o malattie sulle ossa, che apre interrogativi su possibili gesti rituali, su fasi di sepoltura multiple o su differenze di status sociale all’interno della comunità.
Tra passato e futuro: il cantiere si fa ricerca
Il lavoro sul campo del team di otto archeologi proseguirà fino al 15 ottobre 2025, quando la schedatura definitiva dei reperti e il confronto con analoghe realtà locali tracceranno un quadro più nitido di questa linea di fattorie di frontiera culturale.
Nel frattempo, la città tedesca di Wolmirstedt si prepara a dare il via, da marzo 2026, alla costruzione del nuovo impianto sportivo multifunzionale, stimato in circa 10,5 milioni di euro, di cui 4,3 stanziati dal Land. L’arena, l’edificio funzionale e il campo da gioco sorgeranno fino ad agosto 2027, con inaugurazione fissata per il 4 settembre. Così, mentre le fondazioni dello stadio prenderanno forma, l’antico insediamento si appresta a restituire memorie millenarie, tracciando un ponte tra l’età del Bronzo e il futuro di Wolmirstedt.