Scorie di Eni Rewind a Crotone, arriva il no del Tar Calabria

  • Postato il 14 agosto 2025
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Scorie di Eni Rewind a Crotone, arriva il no del Tar Calabria

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CROTONE – Il diktat del ministero dell’Ambiente era illegittimo: il Tar della Calabria, accogliendo i ricorsi della Regione Calabria, del Comune e della Provincia di Crotone, ha annullato il provvedimento di approvazione del progetto stralcio di Eni Rewind del primo agosto 2024 e l’ordinanza del commissario per le bonifiche, Emilio Errigo, con i quali era stato imposto d’imperio il conferimento delle scorie presso la discarica del gruppo Vrenna.

In accoglimento delle tesi proposte dagli enti territoriali, il Tar ha stabilito che il provvedimento ministeriale era caratterizzato da cripticità, incoerenza, contraddittorietà, illogicità e perplessità dell’azione amministrativa, e che fosse stato «confezionato per bypassare i limiti imposti dal Paur».

Il riferimento è al Provvedimento autorizzativo regionale del 2019 (presidente era Mario Oliverio) con cui si obbliga Eni Rewind a smaltire i rifiuti pericolosi speciali radioattivi fuori dalla Calabria e si vincola l’utilizzo dei depositi D15 e D9 (depositi preliminari) al momento in cui la società avrebbe avuto le autorizzazioni allo smaltimento fuori dalla Calabria. Un atto, quello del Mase, che secondo il Tar «non risponde ai canoni della tipicità» dei provvedimenti amministrativi. Perché «l’ingerenza nella competenza regionale determina una violazione del principio di legalità dell’azione amministrativa». Il ragionamento vale anche per il provvedimento del generale in pensione, annullato a cascata dal Tar che ritiene che «l’azione del commissario non può spingersi sino alla definizione degli aspetti inerenti il destino finale dei rifiuti».

Per il Tar, insomma, è «evidente come l’ordinanza commissariale, con le proprie indicazioni prescrittive, sia andata direttamente ad incidere sui contenuti del progetto operativo di bonifica, intervenendo su poteri già esercitati dal Ministero dell’ambiente, nella sede naturale della conferenza di servizi e disciplinati dall’articolo 252 del codice dell’ambiente, individuando soluzioni come l’uso dei depositi preliminari come depositi temporanei ed il conferimento presso la discarica della Sovreco non adottati espressamente nelle sedi competenti e sostituendosi, pur non essendo rimasto il Mase inerte, all’Amministrazione delegante».

In una nota congiunta, il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ed il presidente della Provincia, Sergio Ferrari, osservano che «ne esce pienamente riaffermato il principio di legalità dell’azione amministrativa, violato attraverso il provvedimento ministeriale ed il provvedimento commissariale che erano stati emessi. Questa sentenza non risolve definitamente quello che dallo stesso Tar è ritenuto un problema di immane complessità – aggiungono – ma mette dei punti fermi sulla prosecuzione del dialogo interistituzionale in atto ai fini della risoluzione del problema».

Incassa con soddisfazione anche il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. «Il Tar Calabria ci dà pienamente ragione, e con questa importantissima decisione, annulla il decreto del Ministero dell’Ambiente e l’ordinanza del Commissario straordinario che invece indicavano in Crotone il luogo preposto per lo smaltimento delle scorie. Lo abbiamo detto e ripetuto – sottolinea il governatore – Crotone non deve essere considerata la discarica d’Italia. Siamo consapevoli di aver toccato, con questa nostra iniziativa politica e amministrativa, enormi interessi».

Intanto, lunedì prossimo iniziano le operazioni di trasporto fuori regione di 2mila tonnellate di rifiuti non pericolosi stoccati nelle baie di protezione e sicurezza realizzate in aree di proprietà privata da Eni Rewind, denominati D15 non Tenorm. Si tratta di un primo lotto di scorie provenienti dalle fabbriche dismesse (su 400.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 360.000 tonnellate di rifiuti pericolosi) che, secondo quanto stabilito dal Paur, devono essere portate via dalla Calabria.

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