“Sottopagato, sfruttato e in un alloggio da schifo. Dovevo fare l’animatore in un hotel 4 stelle ma sono scappato”: la denuncia di Gilberto è virale

  • Postato il 10 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Ditemi voi se vi sembra normale per 650 euro al mese vivere in una situazione del genere, sottopagato, sfruttato e prendendomi le peggiori malattie”. È questa la denuncia lanciata da Gilberto, un ragazzo di 20 anni che, con un video pubblicato su TikTok, racconta la sua esperienza di lavoro a Rimini come animatore in una struttura alberghiera a 4 stelle. Nella clip condivisa sui social, il giovane spiega di essere dovuto “scappare via perché non ho nessuna intenzione di vivere in un alloggio da schifo ed essere pagato una miseria”, sostiene Gilberto, che nel video allega in sovrimpressione le foto della stanza in cui avrebbe dovuto dormire, mostrando così una piccola mansarda e un bagno con ampie tracce di muffa sul muro: “Ditemi voi se è normale per 650 euro al mese vivere in una situazione del genere”, aggiunge il giovane. “Mi hanno detto che sono troppo sensibile e che non ho spirito di adattamento, ma sfido chiunque a vivere 30 giorni in quelle condizioni”, è lo sfogo di Gilberto direttamente dalla stazione di Rimini, dove avrebbe preso il treno per rientrare a casa. “Follia. E poi dicono che in Italia non c’è lavoro. Ci credo, i lavori che ci stanno fanno ca*are. Altro che fuga di cervelli, questa è da scappare secondo me”, conclude. In pochi giorni il suo sfogo è diventato virale su TikTok, dove ha superato il milione di visualizzazioni in meno di una settimana, spingendo altri a raccontare le proprie esperienze.

“Prezzi alti? No, stipendi bassi. Il ceto medio è scomparso”. A Rimini tra hotel mezzi vuoti (con camere a prezzo di saldo) e ombrelloni chiusi

Dopo che negli anni scorsi Ilfattoquotidiano.it aveva raccontato il mondo dei lavoratori stagionali sfruttati in riviera romagnola tra hotel, ristoranti e stabilimenti balneari, Today.it ha preso in esame la condizione degli animatori partendo proprio dal caso di Gilberto, che avrebbe dovuto lavorare per un mese come animatore in un hotel 4 stelle in zona Viserbella. Così come i suoi colleghi, anche il giovane non è stato assunto dalla struttura alberghiera, ma è stato reclutato dalla Peter Pan Animazione, un’agenzia che, mediante la Servipan Italia srl, gestisce i servizi di animazione per conto di vari resort e alberghi di lusso. Ed è con loro che il giovane avrebbe firmato un contratto che prevede 45 ore lavorative settimanali per 1300 euro circa al mese. Il costo del vitto e dell’alloggio, però, sarebbero stati “scalati” dal suo stipendio, per un compenso mensile netto di 630 euro. Circa 3 euro netti l’ora. Nonostante le modalità potrebbero sembrare illegittime, l’assunzione è in realtà legale secondo quanto stabilisce il ccnl Federterziario per i dipendenti delle aziende di animazione, un contratto collettivo sottoscritto nel 2019 tra l’associazione di categoria e il sindacato Ugl.

“Ci teniamo a specificare che l’Hotel ha un regolare contratto di appalto con la Peter Pan Animazione la quale ci deve garantire il servizio di animazione a fronte del quale è stabilito a priori un corrispettivo. Stipendi, mansioni e orari di lavoro non dipendono da noi ma dall’agenzia stessa”, spiega invece la struttura alberghiera sempre a Today. Quanto invece alle condizioni degli alloggi, l’hotel specifica che “tutti gli anni prima della stagione provvediamo a verniciarli e sanificarli e vengono consegnati in ottimo stato. Poi spetta a loro fare le pulizie e tenerli in ordine (noi gli passiamo tutte le volte che lo chiedono lenzuola e asciugamani). Non le dico come ci ritroviamo gli alloggi durante e a fine stagione”. Anche l’agenzia Peter Pan Animazione fa sapere di essere all’oscuro di lamentele sulle condizioni di lavoro: “Tutti i contratti vengono consegnati e firmati prima dell’inizio dell’attività lavorativa, dopo un confronto diretto tra le parti e un’attenta illustrazione delle clausole. Nulla viene imposto o modificato successivamente. Attribuire al comfort pack una valenza “detrattiva” dalla retribuzione, come se fosse una trattenuta, non è corretto: si tratta di un’opzione contrattualmente prevista che semplifica logisticamente la vita ai lavoratori stagionali. Se non offerta, il lavoratore sarebbe costretto a sostenere in proprio spese per vitto, affitti turistici, trasporti, lavanderie, eccetera, spesso ben più onerose”, spiegano.

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