Sugli esponenti sionisti del Pd, Schlein sta in silenzio: perché nel partito serve una sterzata (prima che sia tardi)
- Postato il 21 agosto 2025
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di Eugenio Lanza
Ricordate Amir Avivi? Era il signore che si stagliava, in piedi, alla sinistra di Pina Picierno nella famosa foto a Bruxelles con l’estrema destra israeliana. Lei ancora più sorridente di lui. Si tratta del Presidente e fondatore del cosiddetto “Israel’s Defense and Security Forum” (“Offense Program” era troppo schietto).
In ogni caso, il losco figuro ha di recente dichiarato a Fox News che l’occupazione totale di Gaza City sarebbe un passo pivotale nella battaglia contro il nemico. Insomma, il disprezzo del diritto internazionale in persona è stato accolto con tutti i crismi nel cuore della democrazia europea, da parte di una signora che poco più tardi ha impedito che un artista si esibisse in Italia perché russo. Questa è Pina Picierno.
E se né ci sorprendono le mire espansionistiche di Avivi, né ci interessa l’intrinsichezza con lo stesso dell’eurodeputata Picierno, non può che desolarci la posizione della segretaria del suo partito. Un timoroso silenzio assoluto. Non può agire? Non ne ha potere? Aspetta che la situazione migliori da sola? Forse si accontenta dei voti d’appartenenza. Interpellata sul Medioriente, Elly Schlein si limita a lanciare proclami contro Netanyahu, per non rimanere troppo indietro rispetto al Movimento e ad Avs, entrambi schierati apertamente dalla parte delle vittime di questo nuovo olocausto. Perché di questo si tratta. E dovremmo fermarci a riflettere anche sotto il sole agostano.
Due assassini politici avvenuti nella Striscia dovrebbero averci particolarmente colpito in questi ultimi giorni: quello di Suleiman al-Obeid, calciatore, considerato il “Pelé Palestinese”, ucciso con dei colpi di carro armato mentre attendeva aiuti umanitari; e quello di Anas al-Sharif, corrispondente di Al Jazeera dal Nord della Striscia, colpito con un missile ad alta precisione, per poter eliminare un testimone chiave prima che la soluzione finale abbia inizio.
Sono morti che straziano due volte, perché danno idea del carattere di questa non-guerra, combattuta da un esercito contro un popolo, genocidario non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Israele uccide i bambini, le icone, e i giornalisti palestinesi, perché vuole cancellare il futuro, i sogni, e la verità di questo popolo.
Il rabbino Ronen Shaulov lo dice apertis verbis: “Tutti i bambini di Gaza devono morire di fame”. E d’altro canto, il Ministro delle finanze Smotrich ci aveva avvertito già l’anno scorso: “È scritto che il futuro di Gerusalemme sia di espandersi fino a Damasco”. Etnocidio e progressiva conquista territoriale. Concetti da inizio Novecento, distorsioni di Hegel coniate dal Führer secondo un paradigma razzista e disumanizzante che fa venire i brividi.
E, facendo un passo indietro, se è vero che molto poco può la povera Schlein contro una minaccia del genere, potrebbe almeno nel suo piccolo epurare il suo partito. La coesistenza di esponenti come De Luca, che denuncia Israele e addirittura gli errori Nato, o banalmente Francesco Boccia, che marcia con Conte per la pace, e quella dei sionisti di ferro Picierno, Delrio e Fassino, non solo è imbarazzante, ma è storicamente ormai impossibile da preservare.
Netanyahu, nel giro di settimane, farà scorrere una quantità di sangue mai vista prima. Se la segretaria Schlein è in grado di restare in bilico su un sottilissimo filo di lana, tirata sia da destra che da sinistra dentro un capannone circense dove ognuno dice la sua senza perdere la propria garanzia di potere, “complimenti” a lei. I suoi iscritti e i suoi elettori, per fortuna, non hanno sviluppato la stessa abilità. E quando vedranno ciò che succede a certe latitudini, avranno il vomito per certa pavida ignavia.
Forse c’è ancora qualche giorno per operare la sterzata che auspicavo non molto tempo fa, prima che la (dis)umanità sionista mostri la faccia peggiore della specie umana. Poi sarà troppo tardi.
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