Taranto, manifestanti bloccano la raffineria: «Non greggio ad Israele»
- Postato il 29 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Taranto, manifestanti bloccano la raffineria: «Non greggio ad Israele»
Sit-in di protesta di manifestanti dell’Usb davanti alla raffineria di Taranto. La protesta è legata al carico di circa 30mila tonnellate di greggio imbarcato nei giorni scorsi dalla petroliera Seasalvia
È scattato prima dell’alba di oggi, lunedì 29 settembre, il sit-in organizzato dall’Usb davanti alla raffineria Eni di Taranto. Un gruppo di attivisti ha bloccato i varchi di accesso alle portinerie, in particolare quello destinato alle autobotti.
BLOCCATA RAFFINERIA DI TARANTO, I MOTIVI DELLA PROTESTA
La protesta è legata al carico di circa 30mila tonnellate di greggio imbarcato nei giorni scorsi dalla petroliera Seasalvia, indicato dal sindacato come destinato all’aviazione militare israeliana.
Dopo la partenza ieri, domenica 28 settembre, dell’unità, diretta ufficialmente in Egitto, gli attivisti hanno organizzato il presidio accusando Eni di complicità con il conflitto a Gaza.
I MANIFESTANTI: «TARANTO NON SARÀ COMPLICE DEL GENOCIDIO PALESTINESE»
«Taranto non è e non sarà complice del genocidio del popolo palestinese», si legge nella nota diffusa dall’Usb, che ha ribadito l’intenzione di proseguire la mobilitazione davanti agli impianti. Hanno aderito al presidio anche altre associazioni, tra cui coordinamento Grottaglie per la Palestina e associazione Babele. Sul posto anche i consiglieri comunali Luca Contrario (Pd) e Antonio Lenti (Europa Verde/Avs).
LE PROTESTE A TARANTO
Nel Tarantino le proteste vanno avanti da giorni. I manifestanti nella giornata di sabato 27 settembre si sono diretti agli stabilimenti di Leonardo. Nella stessa giornata, mentre le forze dell’ordine hanno interdetto l’avvicinamento dei manifestanti alla nave Seasalvia, un piccolo peschereccio si è affiancato alla petroliera via mare sventolando una bandiera palestinese. A distanza di ore c’è stata anche la presa di posizione del comune di Taranto, con una nota in cui ha affermato che “È inaccettabile che il nostro porto e gli impianti industriali del territorio, a partire da Eni, siano coinvolti in operazioni che alimentano conflitti armati. La comunità di Taranto, già gravata da decenni di sacrifici ambientali, non può essere associata a traffici che colpiscono civili e violano il diritto umanitario”.
Intanto, il blocco delle cancellate della Raffineria della mattina di oggi, lunedì 29 settembre, ha condotto allo stop delle autobotti che sono incolonnate all’interno senza possibilità di uscire.
«Questa – dicono ancora i sindacati – è la nostra risposta all’ attracco della Seasalvia e al carico di greggio per Israele, autorizzato ed effettuato da Eni Stop the genocide».
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Taranto, manifestanti bloccano la raffineria: «Non greggio ad Israele»