Tropea, urologia in emergenza, le dimissioni shock di Alberto Ventrice

  • Postato il 10 novembre 2025
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Tropea, urologia in emergenza, le dimissioni shock di Alberto Ventrice

Alberto Ventrice si dimette dall’ospedale di Tropea. L’urologo lascia l’Asp di Vibo Valentia, stremato da turni massacranti e carenze strutturali. A Tropea in reparto resta un solo medico: simbolo di una sanità al collasso.


La sanità vibonese perde un altro pezzo, e questa volta il colpo è durissimo. L’urologo Alberto Ventrice, stimato professionista in servizio all’ospedale di Tropea, ha deciso di lasciare l’Asp di Vibo Valentia, stremato da una situazione diventata ormai ingestibile.

L’ADDIO DELL’UROLOGO ALBERTO VENTRICE

Con il suo addio, il reparto di Urologia resta nelle mani di un solo medico, il dottor Luca Cosentino, chiamato a reggere da solo un servizio che dovrebbe assistere un’intera provincia. Una scelta maturata, secondo quanto trapela, tra turni impossibili, carichi di lavoro insostenibili e un clima interno teso, segno di un sistema sanitario arrivato al limite. Non è il primo caso, purtroppo. Negli ultimi anni molti professionisti hanno scelto di andarsene, incapaci di lavorare in strutture in cui mancano mezzi, personale e – spesso – anche serenità.Per i cittadini, intanto, la prospettiva è sempre la stessa: viaggi della speranza verso altre province o regioni, alla ricerca di cure che il proprio territorio non è più in grado di garantire.

ASP DI VIBO, UNA CRISI CHE NON RISPARMIA NESSUNO

L’addio di Ventrice è solo l’ultimo campanello d’allarme di una crisi che non risparmia nessuno. Oggi più che mai, la sanità vibonese sembra al capolinea: un sistema allo stremo, che continua a perdere le sue forze migliori mentre resta inascoltato il grido di dolore di chi, ogni giorno, chiede soltanto di poter essere curato.

CASO ALBERTO VENTRICE, LA PRESA DI POSIZIONE DI RICCARDO TUCCI (M5S)


A tal proposito c’è da registrare la ferma presa di posizione del parlamentare del Movimento Cinque Stelle Riccardo Tucci.
«L’urologo Alberto Ventrice in servizio all’ospedale di Tropea – afferma l’esponente pentastellato – è l’ultima vittima di un sistema sanitario allo sfascio. Le sue dimissioni dall’Asp di Vibo sono l’emblema di una politica regionale fallimentare, inemendabile, che fa tante parole, ma pochi fatti».

CONDIZIONI DI LAVORO PROIBITIVE

Lo stesso aggiunge: «La non è nuova, è un dato ormai acclarato che i camici bianchi dentro le nostre strutture pubbliche siano costretti a lavorare in condizioni proibitive tra carichi di lavoro eccessivi, turni massacranti e carenza di personale e di strumentazione sanitaria. Sintomatica, a questo riguardo, è l’anomalia rilevata al nosocomio tropeano, dove la sala operatoria non può essere utilizzata per mancanza di anestesisti. Ciò induce la struttura a offrire un servizio strettamente ambulatoriale, mentre per questioni più serie bisogna rivolgersi altrove».

ALBERTO VENTRICE NON È IL PRIMO A LASCIARE LA SANITÀ PUBBLICA

«Cosa gravissima per un presidio che in estate dovrebbe servire un’utenza decuplicata dalla presenza dei turisti. Ventrice – sottolinea il deputato – non è il primo medico a lasciare la sanità pubblica, prima di lui ci ha pensato un eccellente ortopedico cubano ingaggiato da una struttura privata del Vibonese. E mentre il pubblico va in malora il privato ingrassa. Di fronte a tutto questo – osserva Tucci – Occhiuto non dà segnali di preoccupazione, anzi. Ha passato l’ultimo mese a magnificare la sua azione nella sanità, peccato la sua narrazione lasci quotidianamente il passo alla dura realtà», conclude.

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