Un segnale di speranza dal Pakistan: stop ai matrimoni forzati sotto i 18 anni a Islamabad
- Postato il 5 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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In un momento in cui il mondo guarda con preoccupazione alle nuove tensioni e al rischio di escalation tra India e Pakistan, credo sia importante soffermarci anche su quei segnali di speranza che, seppur piccoli, possono indicare una direzione diversa. Il 31 maggio 2025, il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha firmato una legge storica, l’Islamabad Capital Territory Child Marriage Restraint Bill 2025, che vieta i matrimoni al di sotto dei 18 anni nella capitale federale.
Questa norma rappresenta un passo coraggioso e necessario in un Paese dove il matrimonio precoce è ancora una realtà quotidiana, e purtroppo devastante, soprattutto per le bambine. Mi ha colpito leggere, nel Rapporto annuale UNFPA 2024, che ogni 50 minuti in Pakistan una donna muore per complicazioni legate alla gravidanza o al parto, spesso si tratta di adolescenti, ancora troppo giovani per affrontare la maternità. E questo ci fa riflettere su quanto la tutela dei diritti dell’infanzia non sia mai scontata.
La nuova legge prevede sanzioni penali per chi viola il divieto, e credo che questo rappresenti un chiaro messaggio, i bambini devono essere protetti. La senatrice Sherry Rehman, promotrice del provvedimento, ha affermato che “le nostre ragazze meritano un’infanzia, un’istruzione, la salute e una vita libera dalla coercizione” parole che condivido pienamente. Io spero davvero che questa legge possa diventare un punto di partenza per un cambiamento culturale più profondo.
È importante ricordare, come sottolinea la Commissione Nazionale per i Diritti dell’Infanzia del Pakistan, che il matrimonio precoce è una forma di violenza strutturale. Limita la salute, l’istruzione, la dignità. E penso che ogni Stato che ha firmato la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, tra questi anche il Pakistan, abbia non solo il dovere legale, ma anche quello morale, di proteggere i minori da queste forme di abuso.
So che il cammino per arrivare a questa legge è stato tutt’altro che semplice. Le resistenze religiose sono state forti, ma alla fine è prevalso, per fortuna, un principio di giustizia. Già nel 2022, la Corte Federale della Sharia aveva riconosciuto la legittimità di fissare un’età minima per il matrimonio. Qualche anno fa, una legge simile era stata approvata nella provincia del Sindh. Segnali che dimostrano che il cambiamento è possibile.
Da europei, e da italiani, dovremmo accogliere questa notizia con rispetto e con speranza. Noi diamo spesso per scontati i diritti di cui godiamo, ma in molte parti del mondo, ancora oggi le bambine continuano a essere costrette a matrimoni forzati, private della loro libertà e dignità in nome di tradizioni patriarcali.
E spero tanto che questa legge non resti un caso isolato, ma che venga estesa presto anche alle altre province del Pakistan.
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