Una “mini funivia” da Granarolo a Forte Begato, il progetto alternativo allo studio di Tursi
- Postato il 19 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. Una funivia che raggiunge Forte Begato senza sorvolare il Lagaccio, partendo non più da Principe ma dal capolinea superiore della cremagliera di Granarolo. È questa l’ipotesi alternativa allo studio del Comune per scongiurare la maxi penale (si parla di circa 4 milioni di euro) che andrebbe pagata in caso di stop totale al progetto voluto da Bucci e Piciocchi, e allo stesso tempo garantire un collegamento diretto col sistema dei forti nel modo meno impattante possibile.
“La nostra volontà è studiare un nuovo progetto che escluda completamente il sorvolo del Lagaccio – ha rivelato la sindaca Silvia Salis a margine della presentazione della seconda edizione del Red Bull Cerro Abajo a Genova -. I nostri uffici lo stanno facendo, quando sarà pronto lo condivideremo prima col territorio. È chiaro che dobbiamo trovare un modo per realizzare un’opera utile, che permetta di valorizzare il territorio e di non pagare onerose penali per un contratto assunto dalla giunta precedente”.
Fino a Granarolo in cremagliera, poi “in volo” verso i forti
Il progetto alternativo è ancora tutto da studiare, ma c’è almeno un punto fermo: del tracciato già approvato, che prevede una stazione a Principe e una fermata intermedia in via Bari, non verrà salvato praticamente nulla, eccetto l’arrivo a Forte Begato. Così come è “priva di fondamento”, parola della sindaca, l’ipotesi di realizzare solo la parte superiore, da via Bari in su. Un compromesso che invece sarebbe stato al vaglio della precedente giunta, secondo voci di palazzo.
“È un progetto che sicuramente ha un’altra impostazione. L’idea è potenziare quello che c’è già e aggiungere un tratto che permetta di arrivare ai forti“, aggiunge Salis. E “quello che c’è già” altro non è che la ferrovia a cremagliera Principe-Granarolo. Più volte in passato si è discusso di un suo possibile prolungamento verso nord. Ora l’estensione avverrebbe proprio per mezzo della funivia, con un interscambio tra i due mezzi di trasporto nei pressi di via Bartolomeo Bianco e un percorso aereo di circa 1,4 chilometri, sempre sostenuto da piloni.
Allo stesso tempo si dovrà valutare pure un pesante aggiornamento della cremagliera, un impianto storico che da anni funziona a intermittenza tra un intervento di manutenzione e l’altro, scontando i limiti di una tecnologia concepita agli inizi del Novecento. Tra l’altro erano previsti nuovi lavori di ammodernamento nella tratta Principe-via Bari con chiusura totale per due anni. Tra le criticità c’è anche l’ubicazione del capolinea a valle in via del Lagaccio, di certo meno accessibile della stazione della funivia ipotizzata proprio davanti alla stazione marittima.
Funivia del Lagaccio, le incognite sul progetto alternativo
Il dossier è stato appena preso in mano dai tecnici del Comune, poi si aprirà il confronto col Municipio e i cittadini. Eliminato il problema Lagaccio, dove l’opposizione alla funivia è stato il tema centrale della vita di quartiere negli ultimi anni, è possibile che si debba risolvere qualche interferenza minore, come le tre palazzine che sorgono in via Bianco in prossimità del capolinea della cremagliera.

Ma soprattutto, la maxi variante progettuale decisa dal Comune dovrà essere accettata – e in seguito sviluppata – dai progettisti delle ditte Doppelmayr e Collini che nel 2022 si erano aggiudicate l’appalto da oltre 40 milioni di euro, parte dei 70 milioni del ministero della Cultura per la riqualificazione dei forti. Quello stesso appalto la cui revoca potrebbe costare a Tursi il 10% del valore complessivo.
La “mini-funivia”, più corta e con due sole stazioni, costerebbe molto meno e probabilmente verrebbero abbattuti anche i costi d’esercizio (un milione di euro all’anno per la versione estesa). D’altro canto tutte le valutazioni preliminari andranno riviste: la combinazione cremagliera + funivia sarà in grado di attrarre lo stesso bacino d’utenza? E quale sarà il nuovo punto di equilibrio per rendere l’intervento sostenibile nel tempo?
Domande che dovranno trovare risposte nei prossimi mesi, mentre la giunta Salis cercherà di temporeggiare anche nei confronti del ministero dei Trasporti che due mesi fa ha comunicato il via libera all’inizio dei lavori. In realtà, come aveva poi chiarito l’assessore alle Infrastrutture Massimo Ferrante, l’iter autorizzativo non è ancora concluso: per approvare il progetto definitivo sarebbe servita comunque una nuova conferenza dei servizi.