Un’opera di Anish Kapoor su una piattaforma Shell nel Mare del Nord. L’azione performativa contro l’industria dei combustibili fossili

C’è la firma di Anish Kapoor dietro all’opera concepita appositamente per l’azione di protesta che Greenpeace ha portato a termine nella mattinata del 14 agosto su una piattaforma per l’estrazione del gas della compagnia petrolifera Shell, nel Mare del Nord.

L’opera d’arte di Anish Kapoor che diventa azione di protesta di Greenpeace

Si tratta di un enorme lavoro intitolato BUTCHERED, che ha richiesto un grande sforzo logistico: sette climber di Greenpeace sono saliti a bordo e hanno scalato in sicurezza la piattaforma offshore “Skiff”, situata a 45 miglia nautiche dalla costa del Norfolk, in Inghilterra, e in piena attività.
Dapprima, gli attivisti hanno fissato sulla struttura una grande tela bianca di 96 metri quadrati, issando un tubo ad alta pressione appena sopra il bordo superiore, a un’altezza di 16 metri sopra il livello del mare. L’azione “performativa” si è poi concretizzata nel pompaggio di 1.000 litri di liquido dal colore rosso sangue che è sgorgato sulla tela, creando un’ampia macchia cremisi. Il liquido colorato, prodotto appositamente per l’opera, è una miscela di acqua di mare, polvere di barbabietola e colorante per stagni a base alimentare, atossico e biodegradabile. Un’azione che per fattura e modalità sembra ispirarsi alle azioni ambientaliste che a più riprese, negli ultimi anni, hanno preso di mira diversi musei e monumenti del mondo; però meditata e studiata in sinergia con un artista di fama internazionale – l’anglo-indiano Kapoor – e che dunque a tutti gli effetti innalza la protesta a un nuovo livello. Si tratta, certamente, della prima opera d’arte al mondo a essere realizzata su un sito per l’estrazione di gas offshore in attività.

Anish Kapoor per Greenpeace, Butchered
Anish Kapoor per Greenpeace, Butchered

Le ragioni di BUTCHERED. Perché un’opera d’arte di protesta su una piattaforma offshore?

BUTCHERED, nella visione di Kapoor, è una formalizzazione delle ferite inflitte all’umanità e alla Terra dall’industria dei combustibili fossili, che evoca il nostro dolore collettivo per ciò che è andato perduto, ma prova a rappresentare anche un grido di riparazione. “Arriva dopo un anno in cui diverse ondate di calore mortali hanno colpito l’Europa meridionale, Italia inclusa, alimentando enormi incendi in Spagna, mentre nel Regno Unito la siccità minaccia i raccolti degli agricoltori e la Cina e l’India settentrionale sono state flagellate da gravi inondazioni”, spiega la nota stampa diffusa da Greenpeace.

BUTCHERED è un’azione che si svolge nel luogo in cui la violazione ha inizio: una piattaforma di gas in mezzo al mare” sottolinea Kapoor “L’opera tenta di far rivivere l’orrore, dando voce alla distruzione morale e fisica causata da questi spietati profittatori, ed è un tributo all’eroico lavoro svolto dagli instancabili attivisti che scelgono di dissentire e disobbedire a questa distruzione”. L’artista si sofferma, poi, sull’origine dell’opera-performance: “Volevo creare qualcosa di visivo, fisico e viscerale che riflettesse la carneficina inflitta al nostro pianeta: un urlo visibile che desse voce al costo disastroso della crisi climatica, spesso a carico delle comunità più emarginate del mondo”.

La denuncia contro l’industria dei combustibili fossili. L’impegno di Kapoor

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, le emissioni attribuibili a Shell in tre decenni hanno già causato danni climatici per 1,42 trilioni di dollari in tutto il mondo. “E nonostante i chiari avvertimenti di scienziati ed esperti di energia, il gigante fossile sta ancora pianificando una significativa espansione delle sue attività, con 700 nuovi progetti petroliferi e del gas già in cantiere”, prosegue Greenpeace. Questo perché il settore dei combustibili fossili produce ricavi per miliardi di dollari, “ma la devastazione che provoca sul nostro mondo è sotto i nostri occhi” chiosa Kapoor “Ciò che invece rimane ancora nascosto sono le responsabilità dei giganti del petrolio come Shell nel causare questa distruzione e nel trarre profitto dalle sofferenze delle persone”.

L’impegno di Kapoor per denunciare l’industria dei combustibili fossili, d’altronde, non è una novità: nel 2019, l’artista si era unito ad altri colleghi nel chiedere alla National Portrait Gallery di Londra di interrompere i legami con il gigante petrolifero BP. E di recente Kapoor ha anche aderito al Polluters Pay Pact, un’iniziativa globale di Greenpeace sostenuta da vigili del fuoco, leader politici, sindacati, organizzazioni umanitarie e decine di migliaia di persone, per chiedere ai governi di far pagare ai grandi inquinatori i danni climatici che stanno causando.

L’articolo "Un’opera di Anish Kapoor su una piattaforma Shell nel Mare del Nord. L’azione performativa contro l’industria dei combustibili fossili" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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