“Voglio votare fuorisede”: la proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione

  • Postato il 7 luglio 2025
  • Diritti
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sono passati due anni da quando, il 4 luglio 2023, la legge delega al governo sul voto fuori sede è stata approvata alla Camera. Un primo via libera a cui il Senato non ha dato alcun seguito e, cambiata la legislatura, il Parlamento non ha fatto passi avanti. Il governo Meloni, per la prima volta, ha autorizzato alcune sperimentazioni (Europee e referendum), ma nessun cambiamento strutturale è stato fatto. Per far fronte a questo immobilismo si sono mossi i cittadini: The Good Lobby Italia, Will Media e la Rete Voto Fuori Sede hanno depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare “Voglio votare fuorisede” con cui si vuole garantire pienamente il diritto di voto per chi vive lontano dal proprio Comune di residenza.

L’obbiettivo adesso è raccogliere almeno 50mila firme in sei mesi per sbloccare l’iter parlamentare. “Quella della legge di iniziativa popolare è stata una scelta quasi obbligata: non possiamo più permetterci di aspettare”, dice Fabio Rotondo di The Good Lobby. “Abbiamo certamente apprezzato le sperimentazioni promosse dal Governo, ma il testo approvato alla Camera è fermo in Senato ormai da due anni. La politica continua a ignorare una riforma necessaria che avrebbe potuto – e soprattutto dovuto – essere già realtà”.

Il voto fuori sede è stato sperimentato con iniziative temporanee nelle elezioni Europee del 2024 e nei Referendum di giugno 2025. Inizialmente garantito solo agli studenti, è stato poi esteso dimostrando una domanda crescente. Nel 2024 circa 24.000 studenti e studentesse fuorisede si sono iscritti per votare dal Comune di domicilio, quest’anno invece la richiesta è stata presentata da più di 67.000 persone, tra cui 38.105 studenti e studentesse, 28.430 lavoratrici e lavoratori e 770 cittadini che si trovano fuori dal proprio Comune per motivi di cura. L’estensione ad altre categorie, oltre agli studenti, ha triplicato il numero di richieste.

L’Italia è uno dei pochissimi paesi dell’Unione Europea, insieme a Malta e a Cipro, senza una legge che permetta il voto a distanza a chi si trova fuori dal proprio luogo di residenza. Questa carenza di fatto penalizza circa 5 milioni di cittadini che vengono ostacolati nell’esercizio di un loro diritto garantito dalla Costituzione che in quanto tale andrebbe agevolato piuttosto che osteggiato. Chi volesse sottoscrivere la proposta, può firmare online.

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Il Fatto Quotidiano

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