Volkswagen rallenta sull’elettrico, stop temporaneo a due stabilimenti in Germania
- Postato il 1 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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Volkswagen preme il tasto pausa sull’elettrico. Senza rimpiangere il cambio di strategia, il colosso tedesco frena su due impianti simbolo, quelli di Zwickau e Dresda. A partire dal 6 ottobre, con l’inizio delle vacanze autunnali in Sassonia, le linee resteranno ferme per una settimana, così da adattarsi alle richieste del mercato, riferisce un capogruppo. Tuttavia, dietro le parole di circostanza sembra esserci una realtà meno rosea, segnata dalle vendite delle vetture a batteria meno brillante del previsto.
7 giorni di pausa
Dipinta come la fabbrica del futuro, Zwickau è il cuore della transizione di VW. Tutta la produzione è stata riconvertita a modelli a batteria – ID.3, ID.4, ID.5, più l’Audi Q4 e-tron – fino al rallentamento appena disposto. Per quanto si tratta di solo pochi giorni, il provvedimento dà adito alle preoccupazioni sull’andamento della domanda, molto più fragile di quanto i piani alti aveva immaginato due anni fa.
La situazione di Dresda è diversa. La “Fabbrica di Vetro”, così la chiamano, ha un destino già scritto: chiusura dell’impianto a fine 2025, dopo un accordo firmato lo scorso anno con i sindacati. Anche se continuerà a sfornare la ID.3, in autunno andrà incontro alla stessa settimana di stop che colpirà Zwickau e allora non scatteranno piani di rilancio produttivo. Infatti, il sito, a inizio anno accostato da alcune voci alla Cina, verrà riconvertito, probabilmente in un centro dimostrativo, o in qualcosa di meno legato al montaggio di vetture.
Il contesto è complicato. Da un lato preme la guerra commerciale con gli Stati Uniti, dove i dazi sulle elettriche importate dall’Europa complicano la programmazione dell’export. Dall’altro si respira confusione interna alla Germania: il dibattito sulla fine dei motori a combustione continua a dividersi tra i sostenitori delle mosse di Bruxelles e chi auspica un margine di tempo extra rispetto al 2035 fissato. E la clientela è combattuta se rischiare con un’elettrica costosa o restare ancora con un benzina, un diesel, magari un ibrido, rimandando alla fine la decisione.
Domanda sottotono
Tornando a VW, anche lo stabilimento di Emden, in Bassa Sassonia, dove nascono le ID.4 e ID.7, ha già ridotto i turni e prevede altre giornate di fermo. Lo schema è sempre lo stesso: meglio fermare la linea piuttosto che riempire i piazzali di auto invendute. Nessuno, allo stato attuale, può permettersi di fabbricare in eccesso. Eppure, a Wolfsburg è vietata la parola “retromarcia”. Almeno sulla carta, l’elettrico rimane il faro del gruppo, soltanto a ritmi meno decisi, persino esitanti.
Gli analisti interni prospettavano un’accoglienza entusiasta dei mezzi alla spina, sia tra le famiglie sia tra le flotte, e invece affiora un clima di sospetto e di attenzione al portafoglio. Mentre gli ibridi occupano una fetta rilevante di mercato, guadagnando ulteriore terreno, la concorrenza cinese mette apprensione, date le politiche di prezzo applicate molto aggressive, difficili da pareggiare. Non meno importante, la rete di ricarica europea ricorda più una coperta sfilacciata anziché un’infrastruttura solida, come sanno bene anche gli italiani. In fondo, i costruttori possono scrivere strategie decennali, alla, però, fine sono le famiglie e gli esercenti di attività a decidere cosa comprare. E loro preferiscono aspettare.